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“Dior Tribales”, orecchìni per un look sofisticato

Impressi di un classicismo estremamente contemporaneo gli orecchini Dior Tribale s’iscrivono nel ritorno ai fondamentali della maison di lusso parigina. Moderni ed eleganti, asimmetrici e audaci, rappresentano il gioiello contemporaneo dal gusto tribal-chic. Gli orecchini Dior Tribales reinterpretano la perla, un evergreen in fatto di accessori, e gioiello preferito di Mitzah Bricard, musa di Christian Dior, richiamando in modo stilizzato i campanellini del mughetto, il fiore portafortuna del couturier.

Dior Women Cruise2016 Courtesy of Dior Press Office
Dior Women Cruise, Courtesy of Press Office 

Un’idea semplice quanto geniale, per le boucles d’oreilles culto della maison francese, che si candidano a diventare un accessorio must have di questa stagione. Due sfere di dimensioni diverse compongono il prezioso dal sapore tribal-chic, che può trasformarsi in infinite variabili grazie ai diversi materiali, applicazioni e colori. La piccola sfera è bene in vista, mentre la grande è parzialmente nascosta dal lobo dell’orecchio. Un contrasto di volumi sapientemente studiato con astuzia ed eccellenza, un’evoluzione del Mis en Dior diventato l’accessorio passepartout di tutte le fashioniste, e non solo. Al contrasto delle dimensioni si aggiunge anche quello cromatico. Dior Tribales è esclusivo proprio perché non è un unico orecchino, bensì due e la combinazione dei colori delle due sfere può essere intercambiabile, svariata e divertente.

Dior Women Cruise2016 Courtesy of Dior Press Office
Dior Women Cruise, Courtesy of Press Office

Presentati nell’autunno 2013 i Dior Tribales si declinano in molteplici versioni. Oltre alle semplici perle sono disponibili infatti, anche sfere in vetro color serenity, rosa quarz, giallo, rosso, con pietre e con pendenti. Da quelli laccati ai metallizzati, da quelli impreziositi da cristalli fino a quelli con stampe colorate. Indossati da soli o in coppia danno così vita ad una infinità di combinazioni.

Dior Women Cruise2016 Courtesy of Dior Press Office
Dior Women , Courtesy of Press Office

È al numero 30 di Avenue Montaigne, a Parigi, che questi orecchini prendono forma su un foglio di carta bianca. Dal disegno a matita, addetti allo sviluppo realizzano uno schizzo tecnico in cui ogni elemento del gioiello è precisato nei minimi dettagli. Da Parigi si vola dritti verso Pforzheim, in Germania, dove un modellista basandosi su queste indicazioni progetta al computer tramite apposito programma CAD, il primo stampo degli orecchini in cera.

Dior Women SS16 Courtesy of Dior Press Office
Dior Women ,Courtesy of Dior Press Office

Gli orecchini Dior di ispirazione tribale e dal design asimmetrico, si declinano davvero in mille variabili. Si va dai Dior Tee Shirt, realizzati con perle in resina metallizzata, ai Gum Tee Shirt, con perle rivestite da una resina gommosa, arrivando sino ai preziosissimi Tribale Flowers, ornati di cristalli a forma di petalo. Questi prendono forma grazie all’antico procedimento di fusione a cera persa, che consiste nel sostituire il modello inizialmente realizzato in cera con un modello di metallo, materiale definitivo del prezioso.

Dior Women Cruise 2016   Courtesy of Dior Press Office
Dior Women, Courtesy of Press Office

Quest’ultimo viene poi lavorato a mano dall’artigiano e immerso in un bagno galvanico per donargli lo strato finale di oro giallo, rosa o palladio. Come per gli abiti la firma couture Dior viene incisa al laser su ogni modello, e per i Dior Tribale Flower l’artigiano seleziona accuratamente ed incolla negli appositi spazi i cristalli, di quattro misure e due colori diversi. Una volta assemblate le due perle gli orecchini sono pronti per alloggiare in un raffinato scrigno pronti per essere indossati e sognare ad occhi aperti.

Borsa in vimini: dalla nuova “Osier” Jacquemus allo storico cestino di Jane Birkin, un accessorio senza tempo

A cura di Alessandra Sassanelli

Da cestino della spesa utile per il quotidiano a vera e propria icona di stile indossabile in ogni circostanza, da quella più casual a quella più formale. Una tendenza intramontabile e che ritorna ad ogni primavera: è la borsa in vimini, quell’iconico accessorio che immediatamente ci teletrasporta tra i campi fioriti della Provenza o per le vie più chic di grandi capitali europee. Per la nuova stagione spring-summer 23/24 non poteva che essere il designer francese Simon Jacquemus a lanciare la sua borsa in vimini. La famosa “Bambino Long” acquisisce un nuovo design per dare vita alla Bambino Long “Osier”: attraverso un gioco di intrecci orizzontali, la borsa francese dalle linee geometriche squadrate, adesso ricorda proprio quei canestri: l’incrocio dei rami e il colore naturale del vimini si unisce agli iconici toni pastello amati dal designer, realizzando un modello di estrema raffinatezza. jacquemus-osier

Il cestino deve la sua fama alla celebre Jane Birkin, la cantante e attrice britannica naturalizzata francese dopo l’incontro con l’artista Serge Gainsbourg sul set del film francese “Slogan”, che cominciò ad indossarlo anche in città. Jane lo aveva acquistato in un banale mercato di Londra attorno agli anni ’60 e da allora rimase sempre con lei: dal mercato londinese raggiunse il red carpet di Cannes o le serate parigine più chic con Serge. Così a Parigi, dove la cantante aveva ormai messo su famiglia, lanciò uno stile particolare, che fondeva l’originaria eccentricità britannica con l’ereditata eleganza francese: jeans e maglietta tutti i giorni, ma minigonne Paco Rabanne o mini-dress crochet nelle circostanze più glamour. Un mix di raffinatezza e sensualità che l’hanno sin da subito resa un’icona di stile che non passava certo inosservata: con sé, sempre il suo canestro di vimini. jane-birkin-outfit

Un accessorio millenario semplice, ma funzionale, che già dall’XVIII secolo aveva riscosso grandissimo successo tra le donne, proprio in virtù della sua essenzialità. L’uso del cestino di vimini, tuttavia, risale addirittura a migliaia di anni fa, dall’antico Egitto ai Sumeri a tutto il Medio Oriente. La facile reperibilità degli arbusti essiccati e lo sviluppo della tessitura delle foglie, rese l’arte dell’intreccio una delle tecniche maggiormente utilizzate per la creazione di utensili quotidiani vari, soprattutto pensati per spostare le provviste da un luogo all’altro. Non stupisce perciò che questa tecnica sia tuttora ancora molto utilizzata da diverse tribù indigene. Attorno agli anni ’50 poi, la particolarità delle trame intrecciate diffuse l’uso di pochette di paglia tra le donne dell’alta borghesia arricchite da decori vari e divenendone subito un accessorio alla moda, emblema del lusso e dell’agiatezza economica, perché spesso acquistate come souvenir nei viaggi dalle mete esotiche. Soltanto dopo, alla fine degli anni ’60, si arriverà al canestro-status symbol grazie a Jane. 
jane-birkin-vimini

Considerata una “anti-borsa” per la sua inconfondibile estetica, dai marché della Provenza  a Saint Tropez, fu presto sfoggiata in tutte le più grandi città. Così quell’unico e storico dettaglio si conferma l’accessorio che ogni donna dovrebbe necessariamente avere nel proprio armadio. Il simbolo di una tradizione culturale antica, ma semplice, basilare, ma felice. Quell’anti-borsa è l’espressione per eccellenza di uno stile di vita lento, nudo, fatto di piccole cose, ma essenziali; è la dimostrazione che, a volte, basta davvero poco per fare la differenza perché ciò che conta è metterci sé stessi, un po’ come Jacquemus, art director che riesce sempre a proiettarsi in quell’Eden provenzale con i suoi design semplici ma raffinati. Un colosso del fashion che ha sempre celebrato le sue origini, quell’amore puro e incondizionato per la sua amata terra. Perché, d’altronde, Jacquemus è semplicità, solarità e delicatezza. In poche parole, è Provenza.

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Fashion ID #42 I Sonia Rykiel

Caschetto rosso geometrico, occhi segnati dalla matita nera, silhouette longilinea slanciata dai tacchi vertiginosi esibiti con grazia e disinvoltura. Lei, Sonia Rykiel, classe anni ’30, è una donna che ha fatto la storia della moda.

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Nata nelle periferie di Parigi, lavorò giovanissima come vetrinista in un atelier di moda. La sua carriera di designer iniziò per esigenze personali: quando rimase incinta, nel 1962, non riuscendo a trovare abiti adatti, decise di disegnarseli da sola. Da quel momento, cominciò anche a crearli per gli altri: il pullover attillato a righe colorate fu il suo primo capolavoro che riscosse molto successo, tanto che la rivista francese Elle, lo usò come copertina di una sua edizione.

 

Dopo qualche anno, la Rykiel riuscì ad aprire la prima boutique a Saint Germain des Prés, il quartiere parigino tanto amato dagli artisti dell’epoca che influenzarono il suo stile. Ispirata dal surrealismo e dal dadaismo, creò abiti principalmente neri per poi passare a quelli a righe dalle tonalità vivaci.

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Divenne famosa verso la fine degli anni 60 quando cambiò radicalmente le regole della moda. Propose vestiti fatti in maglia da indossare sulla pelle nuda, molto apprezzati dalle femministe parigine che erano alla ricerca di un look eccentrico ma comodo e trovarono negli abiti di Sonia Rykiel, il modo per essere femminili sentendosi a proprio agio. Erano anche gli anni del total look, ma lei lo stravolse e creò le felpe, le giacche trapuntate e i vestiti da indossare al contrario con gli interni a vista. I pantaloni maschili, dettagli sproporzionati e accessori esagerati divennero iconici.

 

Il messaggio era chiaro: nessuno stilista poteva influenzare lo stile di una donna, padrona di se stessa e per questo introdusse il famoso concetto di démodé, affermando che la moda stessa era fuori moda e poco attenta ai reali bisogni dell’universo femminile.

 

La stilista ribelle, rivoluzionò anche le tecniche sartoriali: cuciture al rovescio in evidenza e abiti da sera senza orli si imposero tra le creazioni più originali di sempre.

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Una donna forte, testarda e stilisticamente controcorrente dotata di una personalità fuori dagli schemi che ha mantenuto finché una grave malattia, che l’ha poi portata alla morte, non le ha impedito di trasferire sui cartamodelli tutta l’energia per cui era famosa.

 

Lascia una grande ed inestimabile eredità: la libertà di esprimersi “provocando-come amava dire lei stessa-non con l’abito ma con l’animo”.

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Da Milano a Parigi, tutte le tendenze per l’estate 2017

Il periodo sacro dedicato alle sfilate è giunto al termine. Spenti i riflettori sulle passerelle e sui fashion shows è ora di tirare le somme su quelle che saranno le tendenze per la prossima primavera-estate.

 

Dalle runways meneghine a quelle francesi  il messaggio è chiaro: la bella stagione sarà brillante e il guardaroba si colora di bagliori metallici color argento, oro e bronzo.


Il lurex, provocante e bizzarro, domina la scena. Alessandro Michele lo usa per impreziosire la collezione Gucci: dalle scarpe agli abiti mini tutto diventa quasi iridescente. La maison Dolce & Gabbana addirittura usa scaglie metalliche per sostituire le gonne, mentre Fendi declina i filamenti di metallo puro in ricami sofisticati. Spazio poi a fantasie floreali e stampe d’ispirazione nautica che rompono la “monotonia” della classica sovrapposizione del bianco e nero. Parola d’ordine è: farsi notare!

 

Tra i capi che proprio non possono mancare nell’armadio di una vera fashion addicted ci sono gli abiti lunghi leggeri, come quelli di Blumarine, pantaloni a zampa da indossare con top micro e camicie maschili abbinate a bomber e denim. La Tour Eiffel resta letteralmente impassibile alle trasparenze piuttosto osé di Yves Saint Laurent e ai giochi di righe sottili(Lanvin) o più spesse(Louis Vuitton) che confondono le linee delle silhouette. Regola d’oro: il mix & match di più stili e tagli darà quel tocco di originalità al guardaroba rimordernando così anche i vecchi capi passepartout. Non importa se si indossano i vestiti da sera durante il giorno e viceversa o se si abbina una t-shirt con una sottoveste dall’allure seducente, ciò che conta è il savoir-faire!

 

Per quanto riguarda gli accessori i must have sono i cappelli con visiera sporty style e quelli a falda larga molto bon ton. Orecchini, bracciali e collane sono coloratissimi e vivacizzano i look che risultano freschi e frizzanti. Parlando di scarpe, le nuove tendenze prevedono le zeppe che si alternano alle flat e le pump strutturate come fossero opere architettoniche.

 


Le nuove regole per l’estate sono state decretate, che il gioco della moda abbia inizio!

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuova boutique e una Limited Edition per Lady Dior by Marc Quinn

Una nuova boutique Dior ha aperto le sue porte nella celebre via londinese di New Bond Street. Quattro piani per l’atelier più grande del Regno Unito, che rappresenterà non solo l’universo femminile e maschile, ma sarà anche il fulcro per la pelletteria, gioielli, orologi, collezioni Baby Dior, e in grande esclusiva la prima collezione Dior Home dedicata alla casa.

Marc Quinn for Dior Courtesy of Press Office
Marc Quinn for Dior
Courtesy of Press Office

 

E’ con questa occasione che Dior svela in esclusiva un’edizione limitata di borse Lady Dior e di piccola pelletteria reinterpretate dall’artista britannico Marc Quinn. La classica Lady Dior, protagonista indiscussa della capsule collection, è realizzata con le famose opere dell’artista londinese

Marc Quinn for Dior Courtesy of Press Office
Marc Quinn for Dior
Courtesy of Press Office

Marc Quinn, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea, è riconosciuto infatti per i suoi dipinti iperrealistici e le sue vivide immagini, che diventano stampe vivaci sulla Lady Dior e sulla piccola pelletteria. Egli ha creato modelli che svelano, da un lato, una stampa floreale frutto della sua opera e, dall’altro, lo stesso motivo con colori capovolti. 

Marc Quinn for Dior - Fossil Record Bag - Courtesy of Press Office
Marc Quinn for Dior – Fossil Record Bag – Courtesy of Press Office

Orchidee tridimensionali in positivo e negativo dalle ricche tinte, come nella sua serieIn the Night Garden”, viola, bianche o nere, sbocciano su entrambi i lati delle borse con colori invertiti sotto forma di stampe all-over su uno sfondo di neve o su terreni vulcanici per creare un’affascinante atmosfera artificiale, mentre la Fossil Record bag si lascia ricoprire da un fiore in rilievo in pelle argento.

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Marc Quinn for Dior – “We Share Our Chemistry with the Stars” – Courtesy of Press Office.

Fiori in rilievo eternamente congelati nel momento della loro fioritura, quasi a contraddire l’inquietante sottinteso, ovvero l’implacabile desiderio dell’uomo di controllare la natura. Ė questo il mood, la celebrazione della natura come bellezza indomabile secondo Marc Quinn. Le borse Lady Dior e la piccola pelletteria si trasformano così in vere e proprie opere d’arte indossabili, attraverso le quali l’artista si interroga sull’uomo e sul suo rapporto con la natura.

Marc Quinn for Dior -  “We Share Our Chemistry with the Stars” - Courtesy of Press Office
Marc Quinn for Dior – “We Share Our Chemistry with the Stars” – Courtesy of Press Office.

Con i modelli della serie “We Share Our Chemistry with the Stars”, è l’iride blu intenso ad attrarre il nostro sguardo, la cui etimologia del termine greco significa arcobaleno. “I colori celebrano l’individualità, al centro il buco nero della pupilla, che ricorda il mistero e l’incertezza dell’esistenza” commenta l’artista.

Mac Quinn for Dior - Courtesy of Press Office
Marc Quinn for Dior – Wallet – Courtesy of Press Office

 

Marc Quinn ha completato questa limited edition progettando anche clutch e portafogli da abbinare alle borse Lady Dior per una parure perfetta degna di Dior e del grande maestro dell’arte. Grazie a questa collaborazione, unica nel suo genere, la maison Dior ha scritto una nuova pagina della sua storia, che la legherà sempre al mondo dell’arte.

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Marc Quinn for Dior – Clutch – Courtesy of Press Office

Bouchra Jarrar. Il nuovo direttore creativo di Lanvin

Ormai è ufficiale, è una lei ed è già pronta per realizzare la sua prima collezione SS17, che verrà presentata in occasione della Paris Fashion Week il prossimo settembre. Di chi parliamo? Ma del nuovo direttore creativo di Lanvin, Bouchra Jarrar. Dopo alcuni mesi dall’addio di Alber Elbaz, per 14 anni direttore artistico della maison fino al 2015, la stilista francese di origini marocchine prende le redini della famosa casa di moda parigina occupandosi della collezione donna.

Bouchra Jarrar, classe 1970, dopo una laurea nel 1994 all’ École Duperré di Parigi, vanta un curriculum di tutto rispetto dopo aver lavorato negli anni a fianco dei grandi nomi dell’alta moda come Jean Paul Gaultier per la linea gioielli, prima di approdare da Balenciaga dove vi rimane sino all’arrivo di Nicolas Ghesquière con il quale ha lavorato fino al 2006 come direttore del suo ufficio stile ancor prima di diventare direttore della couture da Christian Lacroix nel 2008. Dopo anni di lavoro in team tra una maison e l’altra fonda l’eponimo marchio nel 2010 portandolo sulle passerelle parigine una volta l’anno.

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Tratti distintivi del suo stile sono senz’altro la propensione al minimalismo e la cura dei dettagli per la linea e una forte attenzione alla figura. Punti essenziali questi, per un’empatia diretta con la realtà di Lanvin. La sua creatività punta spesso su tagli dal sapore decisamente sartoriale e i suoi capi in passerella hanno sempre conquistato il pubblico con una femminilità sicura di sé.

Lo stile senza tempo di Bouchra Jarrar è in linea con lo spirito e i valori della nostra azienda – ha dichiarato Michèle Huiiban, amministratore delegato di Lanvin – il suo talento, i suoi standard elevati e la padronanza sui tagli e sui tessuti porteranno una ventata di freschezza e modernità alla nostra maison, nel rispetto della sua anima come la più antica casa di moda di Parigi e simbolo dell’eleganza francese”.

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Bouchra Jarrar utilizza spesso nelle sue collezioni elementi e tessuti innovativi insieme a filati preziosi e dettagli in pelliccia. “Penso che l’alta moda, oggi, debba essere un riflesso di ciò che vediamo per strada” dichiara la stilista, e questa concezione, che può essere legata ad un fare moda tipico degli anni ’80, potrebbe essere un vero e proprio rinnovamento apportato dal suo mood stilistico alla maison parigina fondata nel 1885. 

E’ un grandissimo onore per me continuare a promuovere lo stile Lanvin con i design creati negli atelier della maison da persone dall’expertise straordinaria – ha dichiarato la stilista -. Entrare a far parte di Lanvin vuol dire esaudire il mio desiderio di ampliare l’espressione della mia creatività. Nelle mie intenzioni c’è quella di portare in azienda l’armonia e di realizzare una moda per le donne, una moda dei nostri tempi”.

Bouchra Jarrar, non solo sarà a capo di Lanvin, ma continuerà anche a lavorare sul suo marchio, mantenendo in essere anche collaborazioni con altri brand come quella con i gioielli Mauboussin, che debutteranno la prossima estate.

Abiti di cioccolato: a Parigi sfila la dolcezza

Ruches, applicazioni, trasparenze e geometrie. Tutti gli ingredienti che caratterizzano una sfilata di moda a tutti gli effetti. L’unica differenza è che qui l’ingrediente principale era davvero goloso: il cioccolato. Come ogni anno si è svolto a Parigi il caratteristico défilé che vede sfilare sulla passerella del Salon du Chocolat abiti che sembrano usciti da un atelier in piena regola, se non fossero rigorosamente tutti fatti di cioccolato. L’evento si è svolto come sempre in occasione dell’apertura della famosa fiera del cioccolato parigina, alla quale partecipano maestri cioccolatieri provenienti da 40 paesi differenti, per un totale di 400 espositori.

Credits Google
Credits Google

Le creazioni, realizzate dai più grandi maitres chocolatiers, in collaborazione con alcuni designers, non avevano davvero nulla da invidiare a quelle dei grandi couturiers parigini. Abiti sensuali con grandi trasparenze e ricami che sembravano vero pizzo, gonne di frange alla charleston, mini dress con balze e inserti sbarazzini. Non sono mancati nemmeno abiti da grande soirée, che non avrebbero sfigurato a una prima teatrale o a un grande evento.

Le applicazioni, che variavano da svolazzanti farfalle e roselline di gran classe, sono state realizzate con grande precisione e sorprendente realisticità. Ha suscitato grande ammirazione un abito rigido composto da corpino e gonna aderente con taglio a sirena indossato dalla cantante Alizée, non proprio pratico da indossare e ricoperto di Smarties, che andavano a formare una fantasia geometrica molto elaborata.

Gli abiti sono stati indossati magistralmente da star d’Oltralpe, tra cui Miss Francia 2015 Camille Cerf, la star della tv Karine Lima, l’ex tennista Tatiana Golovin e la cantante Sophie Tapie, che si sono esibite con grande disinvoltura e a ritmo di danza, come se vestirsi con abiti di cioccolato fosse la cosa più naturale del mondo. Allegre giravolte, movimenti sensuali e grande sicurezza hanno caratterizzato il loro incedere. Molte di loro hanno poi confessato di avere fatto fatica a non concedersi un assaggio durante le prove.

Gli abiti di cioccolato e gli accessori sono stati realizzati sfidando le leggi della natura. Tra i maestri cioccolatieri che si sono trovati ad affrontare questa sfida c’era anche Jeffrey Cagnes, che ha dichiarato: “Gli abiti sono fatti interamente di cioccolato, dei veri e propri dolci. La difficoltà maggiore è farli resistere a lungo perché in passerella fa molto caldo e si rischia che inizino a sciogliersi”.

L’atmosfera era delle migliori, si respirava quella gioia e quella spensieratezza che solo il cioccolato può dare. Un ingrediente che ci fa sentire sempre bambini, anche quando viene accostato a un mondo, quello della moda, che sembra quasi sempre austero e inarrivabile. Per una volta anche la moda si concede un piccolo sgarro e cede al cioccolato più goloso.

L’Haute Couture Fall/Winter 2015-2016 di Giambattista Valli

Se la prima cosa che viene in mente guardando la sfilata di Giambattista Valli fall/winter 2015-2016 è il volume, quello elargito a piene mani dallo stilista su abiti, gonne e pantaloni sotto forma di chiffon e piume, la seconda è senz’altro l’ individualità. Quella che contraddistingue ogni abito, uno diverso dall’altro, ma evidentemente figli dello stesso padre, l’estro creativo dello stilista. Valli con questa collezione dall’allure anni Settanta è riuscito a costruire una parata di abiti unici capaci di rappresentare l’individualità di ogni donna che avrà la fortuna di poterli indossare, creando però un mood universale che rappresenta lo stile della maison.

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Ecco allora i mini abiti ad A con il tulle sulla schiena o quelli asimmetrici; i maxi robe con fiori applicati e le maxi gonne a corolla o le tuniche dritte da indossare con i pantaloni ricamati di piume, e infine, come da tradizione, gli abiti drappeggiati, enormi, capaci di far sentire ogni ragazza una principessa. Ogni vestito un pezzo di storia della Maison Valli. Stessa cosa vale per i colori utilizzati bianco, nero, argento e rosa fino ad arrivare all’arancione. Chiudono il cerchio gli accessori: e tacchi open toe con cinturino e sandali a listino per le scarpe. Enormi gli occhiali da sole tondi con strass e maxi orecchini in pieno stile anni  70′.

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Per Giambattista Valli ogni donna deve, e può, essere diversa, anche se segue una tendenza comune. In altre parole ragazze che vivono sotto uno stesso cielo, ma con la capacita tutta loro di saperlo guardare.

Paris Fashion Week, finale a sorpresa alla sfilata di Valentino

Quella di Valentino, alla Paris Fashion Week 2015, non è stata una semplice sfilata ma un vero e proprio spettacolo “bello bello in modo assurdo” con finale a sorpresa. Al termine della collezione, infatti, sono comparsi Ben Stiller e Owen Wilson interpretando in maniera figosa Derek e Hansel, i loro personaggi chiave nel film “Zoolander”, facendo vivere in passerella una magia assolutamente unica.
Una scelta dunque azzeccata da parte dei due fashion designer della maison, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che ha lasciato tutti a bocca aperta. I due attori, complici le riprese di “Zoolander 2” a Roma per ben due settimane, hanno preso parte alla collezione Autunno/Inverno 2015-2016 sfilando anch’essi con le nuove creazioni prêt-à-porter firmate Valentino.

Hansel Derek Zoolander Sfilata Valentino Parigi
Ben Stiller (Derek Zoolander) e Owen Wilson (Hansel) © Yannis Vlamos

Lo stupore e l’emozione, comunque, hanno pervaso la passerella ancor prima dell’apparizione dei due attori. La nuova collezione per la prossima stagione, infatti, celebra la donna in maniera eccellente ponendo l’attenzione sulla passione e sulla femminilità. La presenza di un certo dualismo è costante e resa ancora più forte e d’impatto grazie alle due muse ispiratrici dei due direttori creativi: Emilie Louise Flöge e Celia Birtwell. Da un lato troviamo libertà e grazia, dall’altro invece sensualità e stampe pittoriche che si alternano in maniera netta e decisa.

L’arte di Emilie e Celia si rispecchia in ogni creazione dando vita da una parte ad abiti di chiffon con rouches plissettatte e giochi di trasparenze che regalano alla donna un allure sofisticato ed elegante. Dall’altra, invece, si ritrova una tendenza black&white che punta su abiti dalla lunghezze mini e midi ma anche ensemble maschili, fino ad arrivare alle stampe geometriche intarsiate tra loro anziché essere stampate. Frange e triangoli di pelle nera fanno capolino in maniera armonica mescolandosi con classe al macramé, al pizzo e allo chantilly delle creazioni finali in cui esplode una varietà di colori accesi, tra cui rosso celeste e avorio, su stampe floreali e draghi imponenti.

Derek Zoolander Hansel Sfilata Parigi Valentino
Valentino A/I 2015-2016 © Yannis Vlamos

Il risultato finale richiama  l’attenzione su una donna molto elegante in cui materiali pregiati come il raso, la georgette e la pelliccia vengono esaltati alla perfezione su abiti con silhouette verticale dalle lunghezze fino ai piedi e alla caviglia. La nuova collezione Valentino Autunno/Inverno 2015-2016 non smentisce perciò l’amore e la dedizione che i due fashion designer della maison hanno nei confronti del loro lavoro dando loro modo di stupire ancora una volta. La famosa posa magnum di Derek Zoolander e i selfie scattati nel backstage insieme alla direttrice di Vogue America Anna Wintour hanno infine fatto il resto regalando agli appassionati di moda un doppio spettacolo ancora più unico e sorprendente.

Hansel Derek Zoolander Sfilata Valentino Parigi
Valentino A/I 2015-2016 © Yannis Vlamos

Ville Lumière e Città Eterna: Insieme per “Les jours de France a Roma”

http://www.lesjoursdefrancearome.it/
http://www.lesjoursdefrancearome.it/

Les Jours de France à Rome è un’iniziativa culturale che contribuisce alla realizzazione del programma di scambi culturali tra Roma e Parigi, realizzata con il sostegno e la collaborazione di Roma Capitale e dell’Ambasciata di Francia in Italia.

Giunta alla quinta edizione la manifestazione, il cui inizio è avvenuto il 6 maggio con la Conferenza sulla “Street Art and the City”, si è snodata per tutto il mese celebrando la nuova partnership culturale tra il Municipio I di Roma Capitale ed il XIII° arrondissement de Paris, dove oltre alla proiezione di film e al tradizionale palinsesto di iniziative che ripercorrono le più significative esperienze del cinema italiano e francese, il programma affronta in una conferenza internazionale e in una grande mostra, dal 7 giugno al 17 agosto “Paris-Rome/Roma-Parigi i giorni della street art” ospitata al Macro Testaccio, il fenomeno della Street Art e del suo apporto alla rivoluzione dell’arte contemporanea e della sua potenzialità nel contesto della riqualificazione urbana.

La mostra “Paris-Rome/Roma-Parigi i giorni della street art” è un percorso comparato tra i linguaggi della street art di nuova generazione, che ha lo scopo di sottolineare il valore culturale del movimento artistico della Street Art che, come si legge nel programma ufficiale “sta riuscendo a diffondere nuovamente il dialogo dell’arte con le masse”.

Les Jours du Street Art è la rassegna creata nell’ambito del progetto Avanguardie Urbane ed è inserita nel progetto culturale Les Jours de France a Rome, ponendo a confronto le maggiori e più popolari personalità artistiche francesi e italiane con lo scopo di far emergere dall’underground l’assoluto valore culturale di questo magnifico movimento di arti visive ultracontemporaneo.

La Street Art è dunque un fenomeno che riesce ancora a diffondere il dialogo dell’arte con le masse caratterizzandosi sempre più come il fenomeno culturale più partecipato al mondo. La rassegna esposta al Macro rappresenta dunque la chiusura del progetto di scambio culturale tra le due capitali, Tandem- Parigi/Roma Roma/Parigi, che a partire dallo scorso febbraio 2014, ha realizzato eventi teatrali, musicali artistici e letterari in entrambe le città.

Un’occasione unica quindi per esplorare una nuova forma artistica che avvicina e sensibilizza le masse al problema del degrado urbano e alla necessità di riabilitare le zone dimenticate della città, in un affascinante confronto tra artisti. Un’arte che propone soluzioni, che reinventa nuovi valori culturali da mettere concretamente al servizio delle città e della cittadinanza.

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