Non c’è due senza tre. Se è vero che, nella scena museografica newyorkese, sono rarissime le retrospettivesui grandi della moda ancora in vita, e ad averne “beneficiato” sono stati solo Yves Saint Laurent al Met e la mostra di Giorgio Armani al Guggenheim nel 2000; perché non dare spazio anche a lei, a Rei Kawakubo. Fondatrice e stilista del brand giapponese Comme des Garçons,Kawakubo sarà la protagonista, insieme alle sue creazioni, della mostra dell’anno del Costume Institute al Metropolitan Museum di New York.
La Grande Mela si prepara ad ospitare più che una stilista, un’artista a 360°. La Kawakubo rappresenta una scelta radicale, un’inizio di una nuova era. L’unica forse nel settore capace di esprimere la propria opinione sull’arte, a concepire l’opera come un’entità a sé. Non solo, sin dall’inizio della sua carriera, Kawakubo ha sfidato concetti comuni, come la bellezza, il buon gusto, stravolgendoli poi completamente. Non per nulla, è una delle più importanti e influenti stiliste degli ultimi tempi, specie per la sua capacità di dare massima dinamicità alla moda, in continua evoluzione. «Sfumando la divisione tra arte e moda, Kawakubo ci chiede di immaginare i vestiti diversamente», dichiara Thomas Campbell, direttore del Met. Creazioni, per l’esattezza 120 pezzi scelti tra quelli creati dal 1981 fino ad oggi, che permetteranno a Andrew Bolton, il curatore del Costume Institute, di esplorare e conoscere l’opera della stilista, il suo modo di concepire l’arte e la moda. E per farlo, Bolton avrà a disposizione abiti che sembrano delle sculture.
La rassegna, sponsorizzata da partner importanti come Apple, Condé Nast, Farfetch; H&M e la Maison Valentino, sarà aperta al pubblico dal prossimo 4 maggio fino al 4 settembre. Come abitudine però, sarà preceduta dal gala del 1 maggio con ospiti importanti come Anna Wintour, Katy Perry, Pharrel Williams e tanti altri. Un po’ in antitesi con la filosofia di pensiero del marchio Comme des Garçons che per le loro campagne pubblicitarie non hanno mai optato per celebrità ma sempre per altri soggetti.
Una scelta questa, però, che ha destato non poche critiche. In effetti, aver chiamato per il Met un personaggio come Rei Kawakubo può rappresentare un rischio per l’istituzione stessa del museo che, da sempre, ha portato un grande pubblico grazie alla scelta di nomi importanti come Alexander McQueen (più di 661mila visitatori nel 2001 per “Savage Beauty”) o, ancora, il già citato Yves Saint Laurent, Miuccia Prada o Elsa Schiaparelli. Per non dimenticare la mostra dedicata alla Cina (815mila visitatori), come sottoscrive nelle pagine del New York Times, la fashion director Vanessa Friedman, affermando che «Tenere una mostra del genere in un posto così grande come la Iris and B. Gerald Cantor Exhibition Hall, è un atto notevole».
Del resto non c’è gusto a osare senza rischiare un po’ no?E non tutti, infatti, sono d’accordo sul fatto che portare una stilista 74enne, una figura di culto nel mondo del design e delle avanguardie, un’artista capace di rivoluzionare la passerella per poter esprimere in totale libertà la sua arte, sia un totale azzardo. Sicuramente Andrew Bolton e Thomas Campbell non la pensano così. Non resta che aspettare al 4 maggio 2017 per scoprirlo.
La Petite Robe di Chiara Boni tra incanto e sensualità e le perfect ladies sfilano alla New York Fashion Week.
La New York Fashion Week si è conclusa da poco (6-15 settembre 2016). Colori, decori, spettacolo e tanta moda. Tra i vari brand in passerella, attesissimo uno dei pochi italiani, Chiara Boni.
Lei si ispira al look sofisticato delle perfect ladies dell’Upper East side, zona chic di New York. Impeccabile ed elegante, la collezione S/S 2017 strizza l’occhio agli anni ’50, ma si sposa bene anche con i tempi moderni, proponendo capi eleganti, ma pratici e comodi allo stesso tempo. Il pezzo distintivo della maison, il jersey, diventa artigianale, più elastico, più leggero su abiti iperfemminili e midi, corpini aderenti in stile romantico, ampie gonne in tulle e ricami preziosi. I dettagli, come sempre, fanno la differenza. Le maniche sembrano esser state colte da un prato: a pieghe, a campana, a sbuffo, a palloncino, ricordano i petali di un fiore.
La stagione de “la Petit Robe” è un quadro, un dipinto nel quale le stampe valorizzano il carattere sofisticato della collezione includendo una suggestione a piume ispirata a un disegno originale tratto dall’archivio della Fashion Research Italia. Dolcezza e sensualità trasudano da margherite applicate a ricamo, da piccole perle, fiocchi stretti e ancora dalle rose a nocca, dai rondini a contrasto, dalle fate stampate e dagli intagli a farfalla.
La palette di colori è tenue, calda e allo stesso tempo intensa: cipria, rosa quarzo, tante tonalità di azzurro, apricot, lampone, fiordaliso, verdigris, giada e laguna. Una spruzzata di nero regala profondità e carattere.
Per la prima volta Chiara Boni presenta anche una collezione di accessori. Jersey e rete decorano scarpe aperte dietro e ballerine con piccoli fiori e ricami. Clutch, borsette e tracolle sono impreziosite da un ricco tessuto jacquard.
Da quando fondò la maison Comme des Garçons nel 1963, Rei Kawakubo ha ispirato designer e creativi, con il suo approccio concettuale e anticonvenzionale, ancora oggi innovativo.
Adesso le sue creazioni potrebbero essere raccolte in una mostra al Metropolitan Museum of Art di New York. La notizia, riportata dalla fonte autorevole del Women’s Wear Daily (WWD) ma non ancora confermata, suscita interesse perché sarebbe la seconda volta che il Costume Institut del Met dedica una personale a uno stilista vivente. La prima, nel 1983, fu quella voluta da Diane Von Dreeveland per monsieur Yves Saint Laurent.
Rei Kawakubo, 74 anni, ha segnato un’epoca di cambiamenti. Invertendo, negli anni Ottanta, la tendenza del costume fatta di colori accessi, volumi maxi e geometrici. La scelta del nero come colore predominante nelle sue collezioni, degli abiti strappati e rovinati, definirono la sua estetica “post atomica”. Concretizzata in capi concettuali più che ‘teatrali’, liberi da schemi e strategie di vendita. Raccontando attraverso il tessuto la generazione post-moderna, ha plasmato il modo di vestire oggi.
Avanguardista non solo nella creazione ma anche in tutto ciò che ne è intorno, ha fondato il primo format distributivo, il Dover Street Market, multibrand e concept store e ha sperimentato le dinamiche del “guerrilla marketing”. Uno spirito innovativo che ha però sempre tenuto distanti arte e moda, portatrici, secondo la designer, di due obbiettivi differenti.
La notizia arriva sulla scia del successo dell’ultima mostra del Metropolitan, “Manus X Machina” che a sua volta è stata sostenuta da altre retrospettive legate alla moda come “China: through the looking glass”, retrospettiva sull’influenza del design cinese nella moda occidentale nel corso dei secoli e la personale dedicata ad Alexander McQueen “Savage Beauty” che nel 2011 ha accolto 661,509 visitatori in soli tre mesi.
Dopo la presentazione delle proposte uomo a giugno e dell’haute-couture a luglio, negli ultimi giorni d’estate il mondo della moda si prepara alle fashion week al femminile, dove sfileranno in anteprima le collezioni prêt-à-porterdella Primavera Estate 2017. Ad aprire le danze, la New York Fashion Week, dall’8 al 14 settembre, che sembra inaugurare anche una nuova era nella moda.
Segnali di grandi cambiamenti, che scuotono il settore, sono già in corso. Tra sfilate unisex che uniscono i defilè uomo e donna e collezioni in See Now Buy Now che accorciano le distanze tra le passerelle e i negozi, con capi disponibili sul mercato già poche ore dopo le presentazioni.
Si parte da Tom Ford che, dopo l’ultimo film “Nocturnal Animals” presentato al Festival di Venezia e una pausa dalle passerelle (quelle della London Collection Men di gennaio e della scorsa New York Fashion Week) torna nella grande mela. Controcorrente, non per presentare la collezione Primavara Estate, ma quella Autunno Inverno in vendita fin da subito. Della stessa filosofia anche Proenza Schouler e Alexander Wang, due brand diretti da lungimiranti giovani creativi, che hanno annunciato la presenza di alcuni capi in-season nelle collezioni della prossima stagione.
Tra sfilate e presentazioni, novità e conferme, sono in programma 192 show in otto giorni. Fra queste il debutto del brand svizzero Akris, che per una stagione lascerà Parigi per New York e l’assenza di Diane von Furstenberg, in attesa dei risultati del lavoro di Jonathan Saunders, nuovo direttore creativo della maison. Sotto i riflettori anche Calvin Klein che, aspettando il debutto di Raf Simons e Pieter Mulier, nell’ordine nuovi Chief Creative Officer e direttore creativo del brand, mostrerà la collezione in appuntamenti singoli.
Confermati gli altri show dei più attesi della New York Fashion Week: da Victoria Beckham a Michael Kors passando da Oscar de la Renta (nominati da pochi giorni i nuovi direttori creativi, Fernando Garcia e Laura Kim) e Ralph Lauren fino a Marc Jacobs che, come da tradizione, chiuderà la kermesse. Tommy Hilfiger presenterà la capsule collection nata dalla collaborazione con la modella del momento Gigi Hadid, alla prima prova come stilista. La collezione Tommy X Gigi verrà mostrata in anteprima il 9 settembre, per la prima volta in See Now Buy Now ( con l’hashtag #TommyNow) e in occasione di una sfilata organizzata.
Sull’onda dei cambiamenti in atto e di una moda sempre più rapida e social, Google propone un nuovo modo di diffondere i contenuti, accessibile e in continuo aggiornamento, che debutta alla New York Fashion Week. Attraverso Google Search infatti digitando “Fashion Week” o il nome del “designer + Fashion Week” gli utenti possono trovare facilmente foto dell’evento, look delle sfilate, backstage, street-style, front-row e party. Incluso un calendario facilmente consultabile delle sfilate e un feed con le storie più rilevanti e i post sui social di designer e influencer.
La settimana della moda newyorkese sarà dedicata al quindicesimo anniversario dall’attacco alle Torri Gemelle, che ricorrerà domenica 11 settembre.
Quando la moda si veste dei prodotti tipici del Made in Italy, e per prodotti tipici si intende il cibo, la tradizione culinaria e quei sapori nostrani, il risultato finale non può che essere un connubio indissolubile tra moda e “food”. Ed è stata proprio questa unione vincente a svolgere un ruolo da protagonista nella mostra “L’eleganza del cibo” a New York, curata da Bonizza Giordani Aragno e Stefano Dominella, Ceo della maison Gattinoni. Dopo l’esposizione al Museo dei Mercati di Traiano di Roma, i grandi nomi dell’alta moda si sono spostati nella Grande Mela, dal 24 giugno al 4 luglio. Un evento unico dove ben 58 stilisti, da Giorgio Armani a Etro, Valentino, Gucci, Gattinoni,Antonio Grimaldi, Salvatore Ferragamo,Ken Scott, Moschino e Laura Biagiotti insieme ad altri nomi importanti di designer emergenti, hanno creato appositamente degli abiti ispirandosi al tema del food fashion. Per la sezione bijoux, in mostra la creatività del brand FuturoRemoto by Gianni De Benedittis, senza dimenticare i giovani talenti come Tiziano Guardini e Italo Marseglia.
Eleganza del Cibo NY
Le loro creazioni sono state poi esposte al Chelsea Market, nel cuore di Manhattan. L’esposizione presentata dall’Agenzia Ice in collaborazione con Unindustria, aveva come fine celebrare la creatività del Made in Italy nel panorama internazionale. Chi ha assistito a questa mostra è stato accompagnato in un percorso visivo «ispirato alla contaminazione tra moda e food, tra eco-sostenibilità ed energia».
Giorgio Armani_Ph. Paolo BellettiKen Scott_Ph. Paolo Belletti
Da materiali come il bambù con cui Giorgio Armani ha realizzato la sua collezione Privè, si passa alle stampe con le immagini di colorati mercati italiani di frutti di mare e pasta di Etro, un chiaro rimando allo slogan “noi siamo ciò che mangiamo”. Salvatore Ferragamo, invece, ha preferito materiali “poveri”, dal sughero alla canapa, per realizzare le sue inimitabili calzature.
FuturoRemoto Gioielli – Designer Gianni De Benedittis
Un omaggio quindi alla cultura italiana, alla sua essenza e alla sua energia tramite la moda che si è fatta portavoce di quello che è da sempre stato il grande potenziale del Made in Italy benapprezzato all’estero. E il tutto, si è svolto con un padrino d’eccezione, tutto italiano anche lui: l’attore Raul Bova.
Uno stile senza tempo e in linea con i valori di Lanvin quello di Bouchra Jarrar, nuova direttrice creativa della maison parigina. Designer visionaria e talentuosa, per la sua collezione di debutto è rimasta fedele a Jeanne Lanvin e al suo moderno spirito couture. Un’anteprima del suo lavoro è stata presentata a New York dove sono comparsi i primi capi della collezione Resort 2017.
“È un onore enorme per me continuare a promuovere lo stile Lanvin – ha commentato la stilista. Voglio portare al marchio l’armonia e la coerenza di una moda pensata per le donne di oggi”.
Pre-collection P/E Resort 2017
Osservando gli archivi della maison, Bouchra Jarrar ha ammirato le forme semplici e lo stile ordinato che caratterizzavano le donne, senza però andarne a cancellare la personalità. La nuova direzione creativa è infatti decisamente più asciutta, un’eleganza minimalista per abiti impeccabili, lontani da effimere tendenze.
La collezione punta su linee pulite, tessuti morbidi in un perfetto equilibrio tra passato e presente. Le proporzioni e i materiali sono stati studiati per esaltare la bellezza di ogni donna. Protagonisti indiscussi le camicie di seta a collo alto con sciarpa a contrasto annodata e maniche anni Trenta, abiti di chiffon drappeggiati con stampe floreali, bluse in seta e giacche smoking. E ancora, camicie in crêpe de chine che giocano con colori vivaci tra i quali il giallo sole (tonalità esclusiva del marchio). Dal daily wear alla sera, la collezione mostra una perfetta armonia tra maschile e femminile.
Pre-collection P/E Resort 2017
Il lavoro di debutto della stilista francese è visto da molti come un omaggio all’arte del ricamo, ai virtuosismi sartoriali, e alle decorazioni in rilievo tanto amati dalla fondatrice dell’azienda. Bouchra Jarrad– che in passato ha lavorato per Balenciaga, Christian Lacroix, e Jean-Paul Gaultier prende il posto di Alber Elbaz, che ha lasciato la guida di Lanvin dopo 14 anni lo scorso Ottobre.
“Il suo talento, i suoi standard elevati e la sua padronanza sartoriale sui tagli e sui tessuti porteranno una ventata di freschezza e di modernità alla nostra maison, nel rispetto della sua anima come la più antica casa di moda di Parigi e simbolo dell’eleganza francese” – ha commentato Michèle Huiban, CEO di Lanvin.
Pre-collection P/E Resort 2017
Sofisticata, dalle linee rigorose e con una estrema attenzione ai dettagli, la collezione è il riflesso di una precisa idea di moda. “Il mio obiettivo è un look definito perché le nostre vite sono molto veloci – ha dichiarato Bouchra Jarrar. Siamo donne che lavorano, siamo forti, autosufficienti, e i miei abiti devono suggerire qualcosa… potenza, ma senza essere aggressivi, con un look definito. È una certa idea di stile, è eleganza, è Parigi. È un modo d’essere”.
Il prossimo 2 giugno all’Alice Tully Hall del Lincol Center di New York verranno premiati stilisti, designer e icone fashion d’oltreoceano. Nell’edizione dei CFDA Awards 2013 erano stati premiati Proenza Schouler, Philip Lim e Oscar De La Renta oltre a Riccardo Tisci come International Award.
In attesa di scoprire i vincitori dei CFDA Fashion Awards 2014, i premi assegnati dal Council Fashion Design of America presieduto da Diane Von Furstenberg, che sono la celebrazione della quintessenza della moda disegnata da stilisti statunitensi, sono state annunciate le nuove nomination durante la cerimonia tenutasi al Bowery Hotel di New York presentata da Nadja Swarovski e Diane Von Furstenberg.
Nadja Swarovski, Steven Colb e Diane Von Furstenberg
L’Alice Tully Hall sarà il palcoscenico per antonomasia delle premiazioni, luogo designato a racchiudere tutta l’eccellenza della moda americana, deputato a simbolo della crescita della Grande Mela come capitale della moda.
“I CFDA Fashion Awards sono un’istituzione della moda, – commenta Steven Colb, CEO della CFDA, che spiega cosa abbia orientato le nomination di questo 2014, – è una serata che non celebra solo tutte le generazioni del talento dei designer americani, ma rafforza anche l’influenza crescente della nostra industria intorno al mondo. Le nomination e i premi alla carriera di quest’anno rappresentano il meglio dei talenti più creativi dello scorso anno, determinati da una giuria di loro pari”.
Alexander Wang, Joseph Altuzarra, Marc Jacobs, Dao-Yi Chow e Maxwell Osborne, Marcus Wainwright e David Neville, Thom Browne.
La lista delle nomine annunciata riguarda diverse categorie. Per la sezione Womenswear Designer of the Year concorreranno Marc Jacobs, Joseph Altuzarra di Altuzarra e Alexander Wang, mentre per il Menswear Designer of the Year sono in gara Maxwell Osborne e Dao-Yi Chow di Public School, Marcus Wainwright e David Neville di Rag & Bone e Thom Browne. Alexander Wang è stato senz’altro uno dei protagonisti assoluti della serata delle nomination, aggiudicandosi anche una seconda candidatura nella categoria Accessories Designer of the Year accanto ad Ashley e Mary-Kate Olsen per The Row, Lazaro Hernandez e Jack McCullough di Proenza Shouler, l’anno scorso vincitori per la terza volta del premio Womenswear.
Mary Kate and Ashley Olsen, Tom Ford and Raf Simons
Anche in questa annualità, per il tredicesimo anno di sponsor della manifestazione Swarovski premierà i talenti emergenti con riconoscimenti speciali. Uno per la Moda Donna, che vede tra i finalisti Shane Gabier e Christopher Peters di Creatures of the Wind, Rosie Assoulin e Wes Gordon. L’altro premio è per la Moda Uomo, che vedrà invece sfidarsi Tim Coppens, Todd Snyder, e Shanye Oliver di Hood by Air. Infine per gli Accessori ci saranno Marc Alary, Irene Neuwirth e Jennifer Fisher.
Shane Gabier e Christopher Peters di Creatures of the Wind
Il prestigioso premio alla carriera Geoffrey Beene Lifetime Achivement Award sarà assegnato a Tom Ford, mentre Raf Simons, direttore creativo di Christian Dior, verrà insignito dell‘International Award. The Media Award In Honor of Eugenia Sheppard verrà consegnato a Paul Cavaco, mentre Bethann Hardison sarà omaggiato del The Founder’s Award In Honour Of Eleanor Lambert, infine il Board Of Directors’ Tribute andrà a Ruth Finley.
Merano – Piazza Terme le “Kugln-Terme” Le sfere natalizie dove poter gustare le specialità locali
Come ogni anno l’arrivo del Natale è annunciato già a metà novembre dalla miriade di luminarie e colori che investono tutte le città del mondo. Se fino a poco tempo fa molte realtà indossavano mise terrificanti per i festeggiamenti di Halloween, ora qualcos’altro è pronto per dare un nuovo look a vie, negozi e case: un tocco scintillante per inaugurare il periodo natalizio. E cosa c’è di meglio per ricreare quella atmosfera tipica dell’Avvento, se non dei pittoreschi mercatini natalizi, che durante questo periodo riempono di suoni, luci e profumi i centri storici delle più belle città d’Europa e d’oltre oceano.
Città o piccoli borghi si vestono a festa tra canti di Natale, insegne luminose e piccole casette in legno. Presepi viventi, case di Babbo Natale ed enormi alberi addobbati rallegrano ogni piazza. I mercatini dell’Avvento sono tanti, originali e pieni di sorprese. A seconda delle tradizioni locali e della fantasia del luogo e dei suoi abitanti molti hanno caratteristiche e occasioni diverse di divertimento. Dai più classici ai più curiosi e suggestivi dove fare acquisti e godersi la magica atmosfera del Natale, da est a ovest, dalla punta dello stivale al Polo Nord le incantevoli casette in legno colme di tradizione e artigianato locale non aspettano altro che essere visitate per inebriare i suoi ospiti con profumi e sapori di oggi e di ieri.
Helsinki
Incominciando da Helsinki in Finlandia la tradizione dei mercatini di Natale è molto importante e sentita. Qui ci sono principalmente tre mercati con le loro bancarelle di artigianato e design, fonte infinita di idee regalo uniche. Il più grande mercato di Natale a Helsinki, il Christmas Marketsi svolge presso Vanha Ylioppilastalo – la Vecchia Casa dello Studente – conta più di 160 produttori, che espongono oggetti di artigianato ed altri prodotti unici, tra cui candele, maglieria, ceramica, cartoline e vestiti. Al St Thomas Christmas Market, che tradizionalmente è il più conosciuto e si svolge presso il Parco Esplanade, conta ben oltre 120 bancarelle, che vendono oltre ad oggetti di artigianato, prodotti da forno e altre specialità di Natale. Questo mercato non è limitato a decorazioni natalizie, ma ci sono anche oggetti creati a mano che possono diventare piacevoli regali, come ad esempio candelabri in ferro, coppe e decorazioni in legno di betulla, pelli e maglie. Il mercatino di Natale del design invece si svolge presso il Design Forum. Molto particolare è il Ladies’Christmas Market (Naisten Joulumessut a Wanha Satama) ovvero il mercatino delle donne. Qui si vendono prodotti finlandesi nuovi ed unici fatti esclusivamente dalle donne, tra cui ritroviamo gioielli, maglieria, tappeti, scialli, decorazioni per gli alberi.
A sud di Helsinki, troviamo Tallin, affascinante capitale dell’Estonia città ricca di storia, cultura e scorci caratteristici dove occorre attendere solo fino al 22 novembre per vedere la piazza del Municipio vestita a festa, adornata di luci e colori e sopratutto pervasa di gioiose e vivaci atmosfere rese ancor più coinvolgenti dalla musica che risuona nell’aria durante l’orario di apertura degli stand. L’appuntamento con il mercatino di Natale di Tallin è dunque imperdibile per tutti gli amanti delle dolci casette in legno in tipico stile nordico. Nel bel mezzo della piazza si erge l‘albero di Natale più famoso dell’Estonia simbolo della lunga storia del mercato dell’Avvento. Le sue origini risalgono al 1441, anno in cui nella capitale estone venne allestito il primo albero di Natale pubblico, intorno al quale si radunarono gli artigiani della città con i loro prodotti. A tutt’oggi ogni anno la piazza è un trionfo di casette ricche di dolci e di oggetti particolari che non si possono acquistare nei normali negozi.
Mercatini di Tallin
In ogni stand è possibile trovare preziosi tessuti, accessori di lana o feltro, oggetti in legno, vetro o ceramica e candele artigianali. Mentre nei diversi locali ci si può ristorare con le specialità estoni, fuori i canti del Natale e le immagini a tema proiettate su un maxi schermo in piazza, fanno assaporare fino in fondo le poetiche atmosfere di questo periodo pieno di magia. Il Natale poi si sa, è per eccellenza la festa dei bambini, e cosa sarebbe un Natale senza la presenza di Babbo Natale insieme ai suoi folletti e gnomi? Ed è per questo che nei mercatini di Tallin c’è uno spazio dedicato ai più piccoli. Un simpatico gnomo li coinvolgerà in giochi ed attività, ed uno scivolo speciale intratterrà i bimbi più attivi mentre le gare di pan di zenzero, dell’albero più creativo e delle poesie natalizie andranno avanti mettendo alla prova le loro abilità. Babbo Natale accoglierà tutti i bambini per regalare dolci ed ascoltare le richieste dei loro desideri e quest’anno con un accompagnatore d’eccezione, mamma renna e i suoi teneri cuccioli. Il bellissimo mercato di piazza del Municipio rimarrà aperto fino all’8 gennaio, ogni giorno dalle 10 alle 19, e la sera fino alle 23 sarà possibile gustare dei caldi Christmas drink. Eventi folkloristici, musicali e tradizionali in programma per tutto il mese di dicembre di certo non mancano qui, e grazie anche al Christmas Village all’Estonian Open Air Museum, che offrirà uno spaccato delle usanze e tradizioni estoni, trascorrere il Natale in questo luogo avrà sicuramente un ritmo davvero unico.
Stoccolma
Giornate molto corte, cosparse di luce azzurrina, che sembra avvolgere come in un magico manto le città. In un tempo sospeso, dove non è più giorno e non ancora notte, si giocano i dicembri svedesi e finlandesi. Neve e luci, ghiaccio e colori si mescolano assieme in un gioco di strabiliante magia creando incredibili effetti che rendono questi posti una favola assolutamente da vivere.
Mercatino Natale di Stoccolma
Stoccolma sotto quest’atmosfera è ancora più affascinante. Casa e vie sono illuminate con candele e candelabri a forma di stella, la stella dell’Avvento, in carta rossa o in paglia o metallo. Qui tutti sembrano invocare la luce, quella spirituale del Natale e quella pagana del solstizio d’inverno. Qui i mercatini si svolgono a Skansen nella grande piazza di Gamla Stan, nella piazza Kungsträdgården, dove è possibile trovare artigianato, decorazioni, glögg (vino speziato caldo) e i famosi pepparkakor (biscotti allo zenzero).
Rovaniemi invece, capitale della Lapponia Finlandese, che si trova vicino al Circolo Polare Artico, è per eccellenza la città di Babbo Natale. Qui è sempre Natale si può dire, dato che la neve cade per 180 giorni all’anno rendendo il paesaggio tipicamente natalizio. Durante il “vero” Natale però l’atmosfera si fa più intensa grazie alle numerose manifestazioni e attrazioni che vengono organizzate per grandi e piccini.
Lapponia
Il villaggio di Babbo Natale è un grande centro espositivo dedicato prettamente all’evento e a lui, l’uomo con il panciotto e la lunga barba bianca che fa felici i bambini. Qui i mercatini dell’Avvento, tanti negozietti in tipico stile lappone, si trasformano nel paese dei balocchi, dove tutto diventa possibile, ed è persino possibile fare visite guidate alla casa di Santa Claus che si trova in una cittadina a pochi chilometri. Al villaggio-laboratorio di babbo Natale si può fare shopping tutti i giorni immergendosi nella vasta gamma di prodotti che vengono preparati ed esposti: si va dall’artigianato locale ai costumi lapponi fino agli oggetti tradizionali provenienti da tutto il mondo.
Casa di Babbo Natale
Fortemente vissuto dai danesi, il periodo dell’Avvento apre il sipario su una serie di tradizioni che non si limitano al giorno di Natale o ai suoi mercatini. Oggetto tipico della città di Copenaghen è la ghirlanda dell’Avvento, composta da quattro candele che vengono accese una dopo l’altra rispettivamente le quattro domeniche di dicembre fino ad arrivare alla viglia di Natale che è il gran giorno della festa natalizia danese. Se si cammina per strada sopratutto nelle zone più più centrali come lo Strøget o l’area dei canali di Nyhavn, si è letteralmente avvolti dall’olezzo di caramello e cannella. Le mandorle croccanti calde e zuccherate vengono vendute nei banchetti per le strade o nei caratteristici mercatini che abbondano in città. Se si vuole passeggiare e scovare i famosi mercatini a Nyhavn fino al 22 dicembre ci sono le tipiche casette in legno che vendono biscotti alla vaniglia, sapore tipico natalizio danese e design, oppure si può andare nel quartiere hippie di Christiania dove si trova il più alternativo mercatino con prodotti unici realizzati a mano. Giostre, carillon, bancarelle, personaggi fiabeschi, fate e folletti e naturalmente Babbo Natale, rendono insieme alle mille luci della città, una favola divenire realtà.
Mercatini a Copenaghen
Dalla Danimarca alla stupenda Germania. E’ così che il nostro tour verso le mete più affascinanti e a volte poco conosciute sulle vie del Natale, prende piega. Dal profumo di cannella, zenzero e cioccolato fumante si giunge ai dolci tipici di marzapane, i Brenten, i Bethmannchen, i preferiti di Goethe, e i gustosi pupazzetti canditi a base di prugne e noccioline, i Quetschemannchen. Siamo giunti a Francoforte. Qui dal 27 novembre la città sul Meno si veste a festa con l’albero più alto del paese e i colori e le luci del famoso mercatino. Gli stand strapieni di prodotti di artigianato tra i quali poter scovare le graziose decorazioni e gli originali regali, i dolci tipici delle feste, che diffondono nell’aria l’inebriante fragranza di buono e gli allegri canti di Natale insieme alle variopinte scenografie, creano l’atmosfera giusta ed attraente amata proprio dai viaggiatori. La città tedesca vanta uno dei mercatini di Natale più antichi del Paese nel quale trovano spazio non solo le tipiche casette ricche di graziosi oggetti e prelibatezze tutte da gustare, ma anche il grande albero, che con i suoi 30 metri è addirittura il più alto dell’intera Germania. Il periodo del mercato qui va dal 27 novembre al 22 dicembre, ed è un momento di grande festa che coinvolge l’intera città. E’ infatti dalla fine del XIV secolo che la città è famosa per l’organizzazione di mercati natalizi e l’usanza di far partecipare solo artigiani e venditori del luogo, ha permesso alla fiera di mantenere inalterata la propria identità nel corso dei secoli, trasformandosi in uno dei più importanti appuntamenti con la tradizione locale.
Mercati di Natale a Francoforte sul Meno
Quella dei mercatini di Natale è una tradizione profondamente radicata nella cultura tedesca ed ogni anno sono molte le città del paese che in questo periodo di festa allestiscono le loro piazze. La Sassonia non fa eccezione infatti, ed anzi si presenta pronta come una vera regina del Natale proponendo appuntamenti ed iniziative adatte a tutta la famiglia. Le sue bellissime city si trasformano in veri e propri paesi delle meraviglie dove tra shop e botteghe vengono venduti molti oggetti manufatti in legno, che rappresentano la massima espressione dell’artigianato natalizio della tradizione tedesca. A Dresda, dal 28 novembre al 24 dicembre si organizza il più antico mercatino dell’Avvento risalente niente meno che al 1434, mentre a Lipsia, dal 26 novembre al 22 dicembre, ci si può lasciar conquistare dal grande calendario dell’Avvento, a Gorlitz, c’è invece il Christkindelmarkt a colpire i visitatori più esigenti dal 6 al 25 dicembre. Tra i vari stand si possono trovare i caratteristici schiaccianoci, i famosi angioletti in legno, le stelle di carta a 25 punte tipiche della tradizione protestante della Chiesa Moraviana, ed ancora i famosi candelabri in legno a forma di arco chiamati Schwibbögen.
DresdaMercatini di Lipsia
In questo periodo scintillante ogni paese ha qualcosa di magico ed unico. Saranno le luci, gli addobbi o i profumi speziati, che arrivano dalle strade e dai mercatini o soltanto l’aria di gioia e festa che sprizza ovunque. Se poi la città è Praga, e già magica lo è, il Natale acquista un sapore del tutto speciale. Lasciarsi conquistare dal suo ricco programma natalizio è cosa molto facile qui sopratutto se sono molte le attrazioni del luogo. Sono ben 6 i mercatini di Natale, (detti vanocni trhy), che riempono la località di allegria e festa. Il più famoso è quello allestito in Staromestské namesti (Piazza della città Vecchia) e nella parte bassa dell’immensa Vaclav namesti ( Piazza San Venceslao). Tra i palazzi gotici, rinascimentali e barocchi, in un’atmosfera intima e fiabesca, sotto un grande albero di Natale illuminato da migliaia di luci, le 150 casette di legno dei mercanti si dispongono a forma di stella intorno alla statua di Jan Hus.
Mercatini dell’Avvento a Praga
In Piazza San Venceslao, chiamata Piccoli Champs-élyées per la sua somiglianza con la famosa strada di Parigi, le casette sono a ridosso dell’edificio neorinascimentale del Museo Nazionale. Accanto ai classici decori natalizi, alle candele profumate e all’oreficeria artigianale si trovano preziosi cristalli boemi. Negli stand gastronomici si possono assaggiare pannocchie arrostite, pečená klobása (salsicce arrosto), del pernièky ( panpepato al miele), kaštany (castagne arrosto) o dei vanoèni curkovi (biscotti natalizi). Per scaldarsi nel freddo inverno si può sorseggiare del vin brulè (svarené vino), del horký punč ( ponch caldo ) o la medovina (idromele). Altri mercatini tipici si trovano in Havelské trziste, una delle piazze più vecchie della città, tra Piazza della Città vecchia e Piazza San Venceslao, e in Namesti Republiky. Un pò fuori dal centro invece si trovano le botteghe di Namesti Miru (Piazza della Pace) di fronte all’imponente chiesa di Santa Ludmilla. A Vystaviste Holesovice, si trova invece un mercato con oltre 500 espositori che propongono giocattoli, ceramiche, cristalli boemi e manufatti dell’artigianato ceco. Caratteristica del luogo è la presenza di una gigante casa di panpepato, che alla chiusura viene “mangiata” dai divertiti e stupefatti visitatori. In Staromestské namesti si tengono concerti di musiche dell’Avvento e cori di bambini, che interpretano canti natalizi.
Praga – La piazza del centro storico allestita a festa
In giro per il mondo c’è solo dunque l’imbarazzo della scelta sul dove andare per visitare i tipici allestimenti di Natale e acquistare oggetti locali: l’importante è partire con la valigia mezza vuota, perché lo shopping è assicurato. Il mercatino di Bruxelles ad esempio è stato scelto nel 2003 come il luogo più caratteristico ed interessante d’Europa da visitare durante le feste natalizie. Sorpassando il Grand Palace, Piazza Santa Caterina e la Bourse si raggiunge il fulcro dell’allegria e della tradizione grazie alle 240 bancarelle belghe e di altri paesi allestite al centro della piazza. In soli due chilometri di percorso, si può vivere le autentiche tradizioni bel posto con le sue luci, il presepe, la pista di pattinaggio e la grande ruota panoramica. Altri famosi mercatini gettonatissimi sono quello di Vienna, che dal 24 novembre al 6 gennaio aprono le porte ai visitatori con i loro 80 espositori, che evocano lo spirito natalizio nel cortile del castello di Schonbrunn, magnificamente illuminato. Spostandosi invece nella piazzaa di fronte al municipio si possono ben ammirare le 150 bancarelle, che espongono addobbi natalizi, regali di Natale, bevande e dolciumi. Il Christkindlmarkt Altstadt Innsbruk è il più famoso da queste parti ad Innsbruck, e dal 15 novembre al 6 gennaio apre il sipario nel centro storico della città con le casette in legno traboccanti di prodotti artigianali tirolesi e decorazioni per l’albero di Natale. Se poi pensiamo alla Svizzera come meta da raggiungere in questo periodo non possiamo non visitare le sue affascinanti città come Zurigo, Lucerna, Montreaux dove oltre agli chalets decorati a festa si possono acquistare e assaggiare prodotti tipici del territorio e specialità culinarie svizzere.
Vienna
Se è dall’altra parte del mondo invece, che vogliamo trascorrere le festività, non può di certo mancare sul nostro itinerario una meta come New York, ancora più suggestiva sotto il clima del Natale. Ogni distretto della città si anima di coloratissimi mercatini di Natale, per non parlare delle eccezionali vetrine dei negozi che si animano di tutto punto con giochi di luce e melodie che intonano il Merry Christmas. I tipici mercatini newyorchesi sono un’infinità, l’uno diverso dall’altro, una sarabanda di oggetti artigianali e decorazioni per la casa e per l’albero. Da non perdere quello che si svolge davanti al Rockfeller Center, simbolo natalizio di New York per eccellenza, con il suo immenso albero e la famosa pista di pattinaggio sita sia qui che a Central Park. Per gli oggetti d’antiquariato dobbiamo recarci a Bryant Park dal 1 novembre al 5 gennaio 2014. Altri celebri mercatini di Natale, ce ne sono sia all’aperto che indoor, sono alGrand Central Terminaldal 18 novembre al 24 dicembre 2013, Union Square dal 21 novembre al 24 dicembre, e al Columbus Circledal 4 al 24 dicembre 2013.
New York Christmas’Market
Facendo ritorno nel Bel Paese non possiamo perderci alcuni degli 800 mercatini sparsi per l’Italia. Mercatini a tema, vintage, design, fai da te e food. Orgoglio nazionale affiora nei cartelli, che garantiscono il “prodotto italiano”. L’Alto Adige ha la tradizione più antica. Fino all’Epifania, in piazza Walther, Bolzano ospita il mercatino di Natale più grande in tutta la nazione. Tra gli stand troviamo biscotti al panpepato, vin brulé, tè aromatizzato, zelten con canditi, strudel di mele. Inoltre un’ampia gamma di decorazioni per la casa, animaletti di legno intagliato, giacche di lana cotta.
Bolzano
A Trento invece la centrale piazza Fiera viene trasformata nel paese dei balocchi, dove oltre all’incredibile varietà di dolci, troviamo guanti, sciarpe in lana fatte a mano e giocattoli di legno artigianali. Anche Cortina D’Ampezzo, dal 12 al 31 dicembre 2013, si veste a festa sotto il manto candido che la caratterizza. In Corso Italia il suo mercatino di Natale è di lusso. Guanti di cachemire e lana, muffole, plaid caldissimi, candele profumate e scolpite con dentro anice stellato e chiodi di garofano, idee regalo originali come le cornici abbinate ad un sacchetto di creta dove stampare la manina dei propri bimbi per conservarla assieme alle foto.
Un progetto rigorosamente made in Italy che celebra, in occasione dell’anno della cultura italiana in America, il Cinema indipendente del Belpaese. Tutti i protagonisti, dagli attori agli sceneggiatori, per passare alla regia, sono italiani che vivono o hanno vissuto a New York City. L’Amore Corto, scritto e diretto da Valentina Vincenzini, è un cortometraggio che nasce dall’idea di restituire un’immagine italiana della Grande Mela in cui si esaltano luoghi, ristoranti e pizzerie, nonché persone legate dalle loro origini all’Italia.
L’Amore Corto. Courtesy of Valentina Vincenzini
La storia narra di due giovani italiani a New York, Giulia (l’attrice Nicole Cimino) e Lorenzo (l’attore Jacopo Rampini) al loro primo appuntamento in uno dei tanti ristoranti di Little Italy. Tutto sembra procedere per il meglio anche se , di tanto in tanto, il protagonista maschile si distrae per guardare l’orologio. Quando Giulia si accorge della distrazione di Lorenzo chiede se ci sia qualcosa che non va. Lorenzo imbarazzato confessa di essere preoccupato del poco tempo a disposizione perché i due giovani si trovano in un cortometraggio indipendente low cost. Lorenzo dunque con coraggio spiega a Giulia come in questo momento della sua vita si sente pronto per realizzare un lungometraggio. Nasce un dialogo surreale tra i due ed entrambi valutano la possibilità di tuffarsi in una storia d’amore con un budget più elevato. Sfiduciata e intimorita dalle mille difficoltà che un progetto del genere comporterebbe, Giulia lascia Lorenzo e va via…
L’Amore Corto. Courtesy of Valentina Vincenzini
Ci sono i sogni e i problemi di due giovani italiani a New York nello short movie “L’Amore Corto”, una romantica commedia che offre validi, divertenti ed ironici spunti di riflessione sull’attualità: la difficoltà di progettare il futuro, anche e soprattutto in un paese straniero, il cortometraggio quale strumento di denuncia ma allo stesso tempo mezzo di riflessione e forma espressiva utilizzata dalle produzioni indipendenti. Inoltre, l’italianità appare come la risorsa vincente della creatività giovanile.
L’Amore Corto. Courtesy of Valentina Vincenzini
La regista e sceneggiatrice del corto Valentina Vincenzini racconta a Trendstoday.it: “ L’Amore Corto ci insegna che forse tutto è possibile , ma possiamo quanto meno provare a vivere qualcosa di indimenticabile”. .
Hanno collaborato al progetto: Luigi Benvisto (cinematographer), Laura Gasperini (Assistant Director), Davide Fiore (Editor), Jacopo Messina (Sound Designer), Simone Ferraresi (Music), Francesca Cuccovillo (Producer Manager) e Andrea Lodovichetti.
L’Amore Corto. Courtesy of Valentina Vincenzini
La creatività di una giovane regista italiana approda a New York con una produzione indipendente. Segno che il Cinema made in Italy è vivo e vegeto e non ha bisogno di grandi budget per regalare emozioni.
Se non è oro tutto quello che luccica, di sicuro lo è per il nuovo marchio fiorentino “GOLD”, che ha avuto la meglio su molte società multinazionali vincendo l’Auggie Award, il contest sulla realtà aumentata applicata al marketing, lasciando indietro colossi commerciali come Ikea, Pepsi, Absolute, Obi, The Avengers e WallMart.
Una linea di abbigliamento, un negozio, uno store on line, un web magazine, un’attività per l’organizzazione di eventi, contest, progetti culturali e di comunicazione, e sopratutto un brand. Gold è tutto questo. Griffe manswear di nicchia con un taglio fortemente urban street, che nell’84esima edizione di Pitti Immagine Uomo arriva con una ventata di novità e una sferzata di energia creativa.
Dietro a tutto questo c’è un giovane talento da sempre affascinato dai graffiti e dalla controcultura giovanile. Lui è Omar Rashid di radici italo-irachene, che dopo un lungo percorso di studi ed esperienze all’estero ha messo a frutto le sue doti e tutto il know how accumulato durante il soggiorno a New York , potendo così portare un pezzo della Grande Mela a Firenze aprendo il primo select store Gold nel 2003. Da quell’anno in poi è stato un crescendo di successi per il neo-brand. Infatti il progetto Gold, che ha origine da un’attenta fusione tra old school e new school, intende smuovere e promuovere allo stesso tempo l’affermazione della street culture nel panorama fiorentino, da anni troppo statico e immutabile.
L’obiettivo prefissato è quello di diffondere nuove idee, creando opportunità e stimoli per mantenere il passo con la dinamica realtà internazionale. Gold non è solo un marchio d’abbigliamento, ma il fine da raggiungere è superare i confini della produzione-vendita creando i presupposti per una diversa concezione del marketing, che non si esaurisca nella promozione del prodotto.
Difatti quella del marchio underground fiorentino è stata considerata la migliore campagna di marketing usando la realtà aumentata, ovvero quell’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni generalmente manipolate e convogliate elettronicamente, che altrimenti non sarebbero percepibili con i cinque sensi.
Alla base di tutto c’è l’attività di guerrilla marketing, una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi, che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti. Sviluppata da Giovanni Landi l’applicazione consente di inquadrare con lo smartphone gli speciali adesivi apposti in giro per Firenze potendo così accedere alla realtà aumentata e ad un gioco, che permette di sbloccare gli sconti nei negozi Gold. La lettera G del logo è animata e volante e inizia a scappare a tutta velocità volando intorno all’utente. L’applicazione stessa nella sua forma più completa è stata presentata questo anno al Pitti Immagine Uomo. Il video è stato realizzato da Rawad Saghir, giovane creativo giordano, mentre la musica è stata composta dal dj fiorentino “Shinjin” Federico Orlandini.
Omar Rashid – creatore marchio GOLD
Il marchio Gold però non finisce qui di stupire i suoi fashion victims. Infatti prosegue nella sua operazione di marketing trasversale puntando sul 2.0, affiancando al bouquet sempre rinnovato ed esclusivo di appuntamenti e iniziative collaterali, anche la parte online. Il sito web appena aperto ha infatti l’intenzione di rafforzare la sezione e-commerce a cui è possibile associare una fitta attività di social e web marketing. Tutto ciò si collega, integrandola, all’esperienza di goldworld.it, testata web che da anni si occupa di musica, innovazione tecnologica, moda, design e arte contemporanea. Questo è uno spazio virtuale dedicato ai fruitori esterni della crew, dal quale è possibile confrontarsi e partecipare, contribuendo attivamente alla creazione di nuovi stimoli.
Questo è lo spirito con cui Gold ha mosso i primi passi, valorizzando moltissimi giovani grafici di talento in grado di dar vita ad una linea di abbigliamento originale e accattivante e ad un progetto multisensoriale.
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