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Identità senza catene: è in rivolta l’uomo del prossimo inverno

Intreccio di generi, capi sovrapposti e libero spazio alla creatività: si mette in scena uno spettacolo che si muove tra classico e innovativo per delineare la moda maschile del prossimo inverno.È un uomo che  urla alla gender equality. Ebbene sì, se la richiesta di pari diritti parte solitamente dalle donne, qui è il cosiddetto “sesso forte” a pretendere di eliminare gli stereotipi di genere, per esprimersi senza il peso dei pregiudizi e delle classificazioni. Si reinterpretano in maniera leggera e ironica i modelli del maschio gay con orecchini lunghi, di tendenza. La missione specifica si traduce nell’espressione gender bender. È facile: ribaltato il concetto comune di abbigliamento che tinge di colori  maschili o femminili i capi e gli accessori,  l’obiettivo  è  allontanarsi dalle definizioni ed etichette impostate per rappresentare, invece, una moda più vicina alla realtà. Pioniere di questa tendenza è stata la collezione firmata Gucci, proposta dall’allora direttore creativo Alessandro Michele che, con pizzi, bluse e fiocchi di seta indossati da modelli efebici, intende provocare il suo pubblico. Ad aggiungere confusione sono, poi,  Westwood con le borsette a tracolla abbinate all’abito, e Versace, che ha scelto per il suo uomo dei leggins bianchi super-aderenti.  A portare la realtà maschile  direttamente nella sfera femminile è stato Thom Browne che per lui ha realizzato delle vere e proprie gonne.

Provocazione? Egocentrismo? Sicuramente i suoi look  non passano inosservati.Quello che vogliono trasmettere gli stilisti è un messaggio ben preciso: le definizioni di genere sono decisamente demodé, non funzionano più. Ciò che conta, piuttosto,  è indossare ed interpretare qualsiasi capo con il proprio stile, secondo una personalità che non conosce definizioni fisse ma  è dinamica, volubile e sempre aperta alla sperimentazione. Parla di una moda, quindi, unisex che permette di esprimere al meglio la propria personalità.

Accanto a quest’uomo “asessuato” si fa avanti, però, un uomo rock e deciso su cui vengono stampati pantaloni skinny in pelle che si stagliano sotto cappotti di montone come quelli della collezione Saint Laurent oppure nella versione larga, modello tuta, proposta da Giorgio Armani.

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Tuttavia,  i designer che hanno mostrato le loro creazioni nella città modaiola del made in Italy, non potevano certo dimenticare la faccia classica e tradizionale dell’eleganza maschile, quella “pettinata” e attillata, da gentleman, che è viva nella cultura italiana, e non solo. Si passa, così, dalla giacca sartoriale, ai pantaloni a sigaretta dell’uomo boho di Cavalli, fino al taglio classico ma con un tocco di soft pop di MSGM. L’idea è quella intramontabile e romantica dell’uomo che con la sua raffinatezza non delude mai.

Se questa figura maschile ispira fiducia, d’altra parte,  a stupire e intrigare allo stesso tempo è l’uomo che decide di  indossare con vanto un capo cult della stagione: la pelliccia. Si torna, ancora una volta, al rifiuto delle categorie di genere, al maschile che si fa femminile e viceversa. Supermorbida, lunga e wild è la versione Dsquared2 e di Paul Smith mentre più classica,  elegante e chic è quella prodotta dai laboratori di Louis Vuitton e Valentino. Spiccano le cromie cangianti ed eccentriche per un uomo che vuole osare e divertirsi.

E  gli accessori?  è la sciarpa la grande protagonista che completa gli outfit maschili a seconda delle diverse occasioni: da quella sottile di seta proposta da Saint Laurent a quelle più morbide e calde di Missoni e Ferragamo. La versione più glamour appartiene però  a  Bottega Veneta che, come a sottolineare il mix di generi, ha annodato al collo del suo uomo la  sciarpa leggerissima e mo di cravatta, tipico indumento del guardaroba maschile.

La personalità dell’uomo che si è cercato di declinare tra una collezione e l’altra è, senza dubbio, mutevole e cangiante. Lo sono i suoi capi e lo sono i suoi accessori. Si spiega, così, la comparsa di simpatiche e divertenti clips e spille che si posano su giacche e maglie. Pronte a strappare un sorriso, come quelle MSGM, o a donare un fiore, come nella scelta di Dior, queste spille sono il dettaglio che fa la differenza, che parla del proprio mood quotidiano e  personalizza un look.

Se  è vero che l’uguaglianza si ricerca nei generi, non manca un riferimento alla democrazia  anche tra le classi sociali. Un po’ come divisa per cancellare le distinzioni, all’insegna di un’integrazione sociale tutta moderna, un po’ come un capo che meglio rende l’idea dell’uomo sexy e intrigante, la jumpsuit, la tuta da lavoro, si afferma come un must have del proprio guardaroba. È chiaro, quindi, come all’uomo del prossimo inverno sia concesso di esprimere e vestire ogni sua sfumatura, ogni sua fantasia, senza alcun timore. Può e deve osare.

Con le personalissime combinazioni di capi, accessori e colori, è un uomo protagonista del suo tempo, legato allo stile sobrio ed elegante ma anche aperto a mood casual- rustici, o, se lo desidera, a quello stravagante ed eccentrico, dal cozy style, molto orientale, a quello al limite della leziosità, che risalta lo stile maschile riadattandolo su una silhouette quasi femminile.  Sulla prossima stagione, così,  sembra soffiare il vento della libertà creativa, quella piena di suggestioni, capace di dare voce ad ogni personalità che non vive di definizioni statiche e monotone ma adora sperimentare e conoscersi tramite la moda.

Se l’abbigliamento è così strettamente legato alla nostra identità e alla nostra pelle, non devono certo stupire le miriadi di forme che un capo, un look, un dettaglio, può assumere all’interno di ogni singolo guardaroba. È il trionfo della personalità.

God save my bag. Che mondo sarebbe senza la borsa?

Molte donne le cambiano tutti i giorni, altre preferiscono sempre le stesse e alcune addirittura non le usano per paura di sciuparle. Infondo nessuna signora può farne davvero a meno, nessuna rinuncia alla borsa! Guai a definirle semplici accessori da abbinare en pendant con le scarpe. E’ un oggetto indispensabile, contiene ciò che di più privato si vuole portare con sé e rappresenta uno dei dettagli più importanti del total look. Gli uomini non ne capiscono. Le distinguono solo per le dimensioni, ignorando che analizzandole si può dedurre il carattere di una donna e dal contenuto se è creativa o più pratica. Non immaginano neanche quanto può essere difficile acquistarne una.

 

by Pexels
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Scegliere una borsa è come scegliere una compagna: è una cosa seria! Va guardata, provata più volte e immaginata nelle più svariate situazioni: anche sopra un tavolino di un bar deve essere perfetta. Ogni borsa ha un suo carattere e quando una donna trova quella più compatibile e affine al proprio, scocca l’amore. Amore sempre esistito. Dai bauli alle cappelliere, questi alleati del gentil sesso, sono stati i compagni di viaggio perfetti, chic e funzionali. Nonostante siano cambiate epoche e mode, la borsa resta lì, pronta a essere stretta, mostrata e ostentata come fosse un diamante. E’ questo il caso delle it-bag. Borse che hanno subìto il trascorrere del tempo senza mai perdere il proprio valore, essendo considerate ancora oggi come dei must have. La prima sicuramente è la Birkin, creata da Hermes per Jane Birkin accontentando la sua richiesta di una borsa da viaggio comoda ma elegante. Il valore attuale supera i 6000 euro e le liste d’attesa sono lunghe anni.

Baguette Fendi
Baguette Fendi

Più reperibile, ma ugualmente costosa, la Chanel 2.55 ricordando la sua infanzia. Una delle prime borse portabili a tracolla, in pelle trapuntata perfetta sia con un tubino nero che con tailleurs in jersey. Lo Speedy di Louis Vuitton indossato da Audrey Hepburn, resta l’oggetto del desiderio della maggior parte delle teenager. La Baguette Fendi è diventata il simbolo di una maison, che la ripropone in ogni collezione, rielaborandola in materiali diversi. Ad ogni donna la sua borsa. Preziosa o presa in saldo, vintage o recentissima, la cosa che più conta è che riesca ad esprimere qualcosa di chi la indossa: il carattere, il suo alter ego e qualcosa anche di immaginabile.

 

 

Con “Les Journées Particulières” si aprono le porte del lusso

Dopo il successo delle due passate edizioni, torna per la terza volta l’iniziativa del gruppo di lusso LVMH nota come “Les Journées Particulières” : per tre giorni, dal 20 al 22 maggio 2016 sarà possibile scoprire i segreti e curiosare lì dove le creazioni di alcuni brand celebri vengono ideate e realizzate. Le più importanti maison del gruppo Moët Hennessy – Louis Vuitton, infatti, apriranno le porte ai loro estimatori. Luoghi solitamente chiusi al pubblico, spesso custoditi in palazzi storici di rara bellezza, faranno da sfondo a workshop ed omaggi al savoir-faire artigianale che si cela dietro le collezioni mostrate in passerella e nei negozi. Sono 51 per l’esattezza i luoghi aperti al pubblico tra Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Svizzera e Polonia, divisi tra moda e pelletteria, profumi e cosmetici, orologi e gioielli e vini e alcolici.

House of Dior. Courtesy LVMH
House of Dior. Courtesy LVMH.

Ad esempio, sarà possibile entrare nella nuova sede di Fendi nel Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, nel lanificio di Loro Piana a Roccapietra (Vercelli), oppure ancora nell’atelier di Louis Vuitton a Fiesso D’Artico (Venezia). Sarà, inoltre, possibile guardare e toccare con mano pezzi d’artigianato unici nella famosa boutique di Bulgari in Via Condotti. Durante Les Journées Particulières 2016, Emilio Pucci a Castelfiorentino e Acqua di Parma in Piazza di Spagna a Roma, organizzeranno alcuni workshop per mostrare come vengono realizzati alcuni tra i prodotti più celebri dei brand del lusso. La realtà del marchio Pucci, ad esempio, sarà raccontata dai protagonisti che quotidianamente vi lavorano, come modelliste, sarte e stilisti di stampe anche grazie alla mostra “Elements”, a cura di Maria Luisa Frisa, ideata per poter tratteggiare e raccontare , tra tradizione e contemporaneità, i codici di stile del brand fiorentino.

Volando a Parigi, sarà possibile visitare i Salons di Christian Dior in Avenue Montaigne, i Salons Chaumet passando per l’atelier di calzature Berluti in zona Champs-Elysées e, per la prima volta, il sito di produzione del marchio Guerlain a Chartres, dove sarà possibile seguire la realizzazione di alcuni tra i cosmetici più apprezzati nel mondo. Louis Vuitton, aprirà inoltre i laboratori di Asnières e quelli a Sainte-Florence in Vandea, mentre Moët & Chandon accoglierà nel suo laboratorio di ricerca a Épernay gli amanti delle bollicine. Ancora, a Madrid Loewe farà entrare i fashion addicted nel suo atelier di moda situato sulla centralissima Gran Via, mentre Hublot aprirà le lussuosissime porte della suo laboratorio svizzero di orologeria, a Nyon.

Courtesy of Berluti/LVMH.
Courtesy Berluti/LVMH.

L’edizione 2016 sulla carta si prepara a battere i record degli anni passati anche in virtù dell’estensione da due a tre giornate de “Les Journées Particulières”:  l’iniziativa nel 2011 aveva  raccolto 100 mila adesioni, nel 2013 il numero di partecipanti era salito a 120 mila.

Per consultare il calendario ufficiale dell’evento firmato LVMH basta andare sul sito interamente dedicato a queste “giornate particolari”, dove sarà possibile consultare il programma completo e assicurarsi il proprio posto prenotando la visita che più ci interessa (c’è infatti un massimo di due visite a persona, per poter consentire al maggior numero di estimatori di partecipare agli eventi). Le iscrizioni vere e proprie apriranno il 21 Aprile, ma nelle passate edizioni i posti disponibili, vista la rarità della manifestazione, sono andati a ruba in pochissimo tempo. Dunque, meglio non farsi scappare l’occasione!

Per i veri appassionati dei marchi del lusso e per i consumatori più accaniti quest’occasione sembra essere, ancora una volta, importantissima per poter toccare con mano la manifattura artigianale di alto livello che contraddistingue da sempre i brand del gruppo LVMH e mostrare, inoltre, l’importanza delle economie europee in questo settore, mettendo in risalto la creatività e l’unicità che da sempre le contraddistingue.

Courtesy Louis Vuitton.
Courtesy Louis Vuitton.

Pharrell Williams diventa Co-owner del brand G-Star

Pharrell Williams G-Star
Pharrell Williams profilo Instagram

Se il termine COOL fosse una persona, questa sarebbe sicuramente Pharrell, non solo per il suo look e il suo senso dello stile, ma anche per la sua bontà e lealtà. Nessuno è immune al suo fascino” ha dichiarato lo scorso anno Diane Von Furstenberg, presidente del CFDA, consegnando il premio a Williams.

Il cantante di “Happy” e la moda sono effettivamente sempre andati a braccetto sin dal 2004, quando collabora per la prima volta con Reebook. Da allora solo successi, con Louis Vuitton per gioielli e occhiali, Moynat per accessori in pelle, una capsule collection con Moncler, gli stivali per Timberland, un profumo per Comme des Garçons e la fortunatissima patnership con Adidas. Il vincitore di tre Grammy Awards disegna anche le sue collezioni (Billionaire Boys Club) e il suo marchio Bionic Yarn si occupa di moda sostenibile.

Ed è proprio la moda sostenibile, tanto cara a Pharrell, che lo ha portato a collaborare per la prima volta con il marchio olandese G-star RAW nel 2014 per il progetto RAW for the Oceans, che trasforma la plastica riciclata dal mare in denim.

Pharrell Williams Adidas
Pharrell Williams profilo Instagram

Lo scorso 9 Febbraio lo stesso Pharrell, attraverso il suo profilo Instagram, annuncia di essere il nuovo co-owner del brand G-star, con una sua foto sopra una distesa di capi denim. “G-star è un’azienda indipendente e lungimirante. Credo che saranno il marchio denim del 21esimo secolo. Voglio essere parte della missione e collaborare alla creazione del futuro di G-Star” ha dichiarato Williams.

Pharrell Williams
Pharrell Williams profilo Instagram

Thecla Schaeffer, CMO di G-Star, ha espresso quanto l’azienda sia entusiasta e ottimista riguardo l’arrivo di Pharrell: “Lavorando con Pharrell Williams speriamo di continuare ad innovare, permettendogli di sconfinare oltre i nostri limiti dalla creazione di nuovi prodotti e nuove idee di sostenibilità fino a portare nuove esperienze al brand. Siamo felicissimi di accogliere Pharrell in G-Star, immaginando il futuro del denim insieme.”

Pharrell Williams Cara Delevingne
Pharrell Williams profilo Instagram

Il coach di “The Voice” ha aggiunto un altro tassello al grande mosaico della sua carriera artistica, dove musica e moda occupano il centro della scena. Si tratta senza dubbio di un personaggio unico, che porta innovazione e positività in ogni causa che sposa.

 

A Tale of Costumes. Louis Vuitton incontra la storia del costume

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Un filo conduttore lega le boutique Louis Vuitton: la storia del costume. Un duplice appuntamento avrà luogo presso l’Espace Vuitton di Venezia e lo Spazio Etoile di Vuitton a Roma fino al 31marzo. Due città che primeggiano per il loro splendore, per l’arte e la cultura che le contraddistingue si offrono come magica location nella quale moda e costume si incontrano. Un ritorno al passato viene presentato nell’Espace di Venezia, dove tra le meraviglie di casa Vuitton è custodita la mostra A Tale of Costumes. La storia è protagonista. Tre abiti di epoche diverse occupano uno stesso spazio e sembrano distruggere ogni barriera temporale per dar luogo ad una meravigliosa sinfonia alla quale ognuno armoniosamente prende parte. L’Andrienne (1770-1780), abito femminile di fine Settecento proviene direttamente dal Museo di Palazzo Mocenigo, recentemente riportato al suo antico sfarzo, dialoga con la sua versione moderna. Realizzato dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, sotto la supervisione del costumista Maurizio Millenotti, l’abito dà luogo ad una conversazione atemporale con il suo antecedente e con quello straordinariamente innovativo realizzato dall’artista cinese Movana Chen. Un abito realizzato a ferri e interamente costituito da fili di carta.

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A Roma, protagonista è il cinema. Presenti nello Spazio Etoile di Vuitton nella Capitale sono tutti quegli abiti che hanno fatto la storia del cinema, indossati dalle attrici più celebri e cuciti interamente a mano nella storica Sartoria Tirelli. Da quello di Salma Heyek che ha indossato ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, realizzato dal costumista Massimo Cantini Parrini, a quello firmato dalla costumista premio Oscar Gabriella Pescucci, per il film I Borgia. Presente è anche l’abito creato per Romy Schneider in Ludwig, di Luchino Visconti, da Piero Tosi e quello indossato da Valeria Golino in Amata immortale opera di Maurizio Millenotti. L’abito indossato da Paloma Faith ne La giovinezza di Paolo Sorrentino e infine quello indossato da Margherita Buy in Magnifica presenza di Ferzan Özpetek. Ad animare lo Spazio Etoile anche il programma cinematografico, curato da Laura Delli Colli che vedrà questi meravigliosi abiti protagonisti di un docu-film, realizzato con il contributo della Sartoria Tirelli. Un documentario che omaggia la Storia del Costume sartoriale nel cinema e la straordinaria competenza dei costumisti che ne innalzano il valore: da Piero Tosi, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti e ancora Massimo Cantini Parrini, Carlo Poggioli e Alessandro Lai. Una mostra che mette in comunicazione passato e presente, storia e cinema, finzione e realtà. Un appuntamento imperdibile sul costume come mezzo di espressione nella società del passato, nell’arte contemporanea e nel mondo cinematografico che coinvolge due templi straordinari del lusso e della moda internazionale.

Louis Vuitton. Una mostra a Roma tra passato, presente e futuro

LVI sogni che si congiungono con la realtà. I pensieri che diventano parole. E le parole che diventano discorsi. Quando si parla di moda il linguaggio è universale. Dopo essere stata esposta a Los Angeles approda nella Capitale Louis Vuitton. Series 2- Passato, presente e futuro.  La mostra sarà ospitata dal 22 maggio a Roma, a Palazzo Ruspoli e sarà possibile visitarla fino al 7 luglio. Si tratta di un viaggio introspettivo che mostra l’idea, l’ispirazione e il lavoro alla base della collezione P/E 2015 di Louis Vuitton. L’estro e il talento di Nicolas Ghesquière si possono ripercorrere lungo tutta l’esposizione. È proprio lui, infatti, il direttore creativo della Maison francese da tre stagioni.

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Video, ologrammi, avatar e oggetti icona sono il fulcro attorno cui ruota tutto il concept della mostra. Ogni sala è uno scrigno che racchiude ciò che sta dietro i tessuti, i disegni e i vestiti stessi. Louis Vuitton ha alle spalle 160 anni di storia. E Ghesquière non tradisce la tradizione, ma la reinterpreta con elementi dinamici e moderni. Si può vedere anche il backstage delle sfilate. I moodboard da cui parte l’ispirazione, gli outfit, le modelle. Si ripercorrono le tappe che hanno segnato la griffe, attraverso i pezzi iconici. Il baule e il viaggio che diventa metafora di vita. Il legame indissolubile tra presente e passato. Tra tradizione e novità. Ampi respiri di moda, echi di voci diverse e sapori antichi che si uniscono all’unisono. Perché quando le emozioni si manifestano all’esterno non lo fanno mai in silenzio, diventano fuochi d’artificio, creatività esplosiva. E non lo fanno mai allo stesso modo. Ogni istante è unico e la mostra ci ricorda che possiamo rivivere quell’attimo che resterà immortale. Gli occhi e il cuore si connettono in un sodalizio indissolubile.

Louis Vuitton

Collezioni Cruise 2016, la magia di Chanel e Louis Vuitton

L’annuncio ufficiale di date e location, per le nuove collezioni Cruise 2016, aveva messo in subbuglio il mondo del fashion con il tanto atteso inizio alle danze di Karl Lagerfeld nella giornata del 4 maggio. Per l’occasione, il fashion designer ha scelto di far sfilare la nuova capsule collection di Chanel direttamente a Seoul, all’interno del Dongdaemun Design Plaza progettato da Zaha Hadid. Un incontro fra mondo occidentale e orientale espresso in un mix perfetto fra modernità e tradizione. Il direttore creativo della maison francese ha presentato ben 95 proposte, disponibili a partire da novembre, che non lasciano spazio alla classicità ispirandosi al mondo colorato dei cartoon giapponesi. Le modelle, quasi tutte truccate secondo il minnie style, hanno fatto rivivere in passerella la magia dei tessuti popolari coreani e dell’artigiano locale mettendo in risalto al tempo stesso tessuti iper tecnologici, moderni e funzionali. La K-Pop collection di Lagerfeld, come ha dichiarato lui stesso è stata: “l’esplorazione di un universo estetico proiettato al futuro” e tutto questo è stato infatti sottolineato sia dai materiali selezionati che dalle tonalità presentate come l’avorio, il verde menta, il blu cielo e un insieme multicolor riproposto su una serie di abiti dalle lunghezze midi e maxi. A completare la collezione gli intramontabili completi in tweed, abiti di chemisier, gonne e giacche a trapezio e pantaloni dalla linea dritta e confortevole. Gli accessori scelti da Lagerfeld, infine, sono un tocco di gusto che regala quel bon ton in più grazie a spille lavorate, perle e catene.

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Collezione Cruise Chanel 2016 © Instagram

Solamente due giorni più tardi, il 6 maggio, è stato il turno di Nicolas Ghesquière che come location per la nuova collezione Cruise 2016 di Louis Vuitton ha scelto una delle panoramiche più belle ed emozionanti di Palm Springs. Affascinante e suggestiva, la Bob and Dolores Hope Estate si è dimostrata fin da subito perfetta per accogliere una capsule collection pronta a stupire soprattutto data l’ispirazione principale che ha mosso il genio creativo del fashion designer a capo della maison francese. Ghesquière ha infatti dichiarato che il fil rouge di tutta la linea è stata la contrapposizione, o meglio il paradosso come dice lui stesso, tra le linee rigide e brutali caratteristiche dell’architettura e l’eleganza raffinata degli interni. “L’idea di mixare una certa rigidezza alla dolcezza delle forme” è stato un richiamo praticamente irresistibile per il direttore creativo di Louis Vuitton.
Durante la sfilata a Palm Springs ha dominato incontrastata una palette cromatica fatta di nuance tenui e delicate come il bianco, il blue navy, l’oliva e l’arancione. La pelle, come materiale, è stata reinterpretata in più forme dagli accessori come le cinture alla vita, borse da giorno e scarpe sportive fino agli abiti leggeri e impalpabili. Come unico contrasto l’effetto coco dal finish lucido per garantire un aspetto contemporaneo e ribelle alla donna Louis Vuitton. Dagli abiti agli ensemble la parola chiave è morbidezza. Che si ritrovi negli ampi abiti lunghi o nei top con inserti cut out passando infine per le maxi gonne e i capispalla la silhouette femminile è rispettata nella sua raffinatezza e magnificenza.

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Collezione Cruise Louis Vuitton 2016 © Ph. Alessandro Garofalo / Indigitalimages.com

Alberto Sordi: ecco l’omaggio della Maison Louis Vuitton

tenditrendy-louis_vuitton_presenta_alberto_sordi_il_mito_allo_spazio_etoile_a_roma-10208929323_44af94ac2d_cSe in Italia, parlando di cinema, ne si nomina appena il nome, senza il cognome, subito si capisce di chi si sta parlando. Perché lui era l’Albertone nazionale, Alberto Sordi, uno dei più grandi attori nella storia del cinema italiano e internazionale, un monumento, un mito.

A dieci anni dalla sua scomparsa, sono in tanti a volergli rendere omaggio. Tra questi c’è anche Louis Vuitton, il marchio di lusso francese, che presso la Maison Louis Vuitton di Roma proietterà fino al 10 gennaio 2014 una serie di cortometraggi e spezzoni tratti da alcuni dei film più belli interpretati dall’attore e significativi per la storia della commedia italiana.

Nello spazio Etoile, collocato al secondo piano della Maison, dove si trova anche una libreria dedicata al cinema e ai suoi miti, oltre alle creazioni in pelle e non della griffe francese, si potrà assistere alla proiezione di corti d’autore, programmati di modo da coprire questi tre mesi secondo tematiche ben precise.

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150 film da attore, 18 da regista: questa è stata la carriera di uno dei personaggi più importanti della storia italiana. Da alcuni di questi sono stati tratti i cinque episodi protagonisti dell’omaggio: “I miei cari”, dal film “La mia signora” di Mauro Bolognini; “La Famiglia” di Nanny Loy, da “Made in Italy”; “Cinema a luci rosse”, da “Il Comune senso del pudore”; “L’ascensore”, da “Quelle strane occasioni” e “First Aid” da “I nuovi mostri”.

Una visione inedita dell’istrionico artista e un modo originale per non dimenticarlo. Anche se crediamo sarebbe comunque impossibile.

Coca Cola light cambia… vestito!

coca-cola-light-marc-jacobs-pause-30-ansMarc Jacobs ne ha combinata un’altra. L’ultima in ordine di tempo è l’aver lasciato la direzione creativa di Louis Vuitton, dopo 16 anni di sodalizio, per dedicarsi forse soltanto alla maison che porta il suo nome. Ma non è a questo che ci riferiamo, bensì alle lattine di Coca Cola light vestite a festa che da qualche giorno trovate sugli scaffali. Una limited edition disegnata dallo stesso Jacobs, direttore creativo della bevanda più bevuta nel mondo.

Una collaborazione trasversale, ma non nuova per il marchio, che in passato ha già visto numerosi designer e stilisti creare edizioni speciali della bibita all’interno dell’iniziativa “Tribute to fashion”, lanciata in occasione delle fashion week milanesi. Questa volta è toccato al designer americano rinnovare l’outfit rouge e renderlo più accattivante: Jacobs ha preso ispirazione dalle tre decadi in cui la bevanda ha spopolato, collegando ad essa anche l’evoluzione della moda femminile. “I Heart 80s”, “I Heart 90s” e “I Heart 00s”: così si chiamano le tre creazioni, per la prima volta distribuite anche in Italia, decorate con alcune delle stampe più utilizzate dallo stilista, come i fiocchi, le rondini e i famosi posi rossi, ultima ossessione di Jacobs.

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Non solo: per lanciare la limited edition e coinvolgere i consumatori, è stato lanciato anche un concorso, che permette di vincere una Tote bag firmata Marc by Marc Jacobs al giorno, fino al 31 dicembre.

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Special Beauty Collection: Marc Jacobs firma la sua linea di make-up insieme a Sephora

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Oramai è un trend per gli stilisti delle grandi maison firmare una collezione beauty. Marc Jacobs, fashion designer americano direttore creativo di Louis Vuitton nonché stilista per Marc Jacobs e Marc by Marc Jacobs, è uno dei creatori di moda più apprezzato del momento, che non si è limitato solo a nuove collezioni di abbigliamento, ma si è lanciato anche nell’ambito della profumeria con una personale linea di fragranze. Dopo il grande successo riscosso lo stilista è andato oltre, guardando curioso i cosmetici, per fare suo anche questo colorato mondo. Dalle idee si è passati ai fatti, ed ecco arrivare la sua prima vera make-up capsule collection. Si perché Jacobs non è neofita del fascinoso tempio del make-up, già nel 2006 aveva collaborato con Nars, un brand specializzato in smalti con il quale ne aveva creato una sua linea.

La nuova capsule collection, dedicata ai cosmetici, vede la collaborazione della maison Marc Jacobs con uno dei maggiori colossi venditore di prodotti di bellezza, Sephora, per una collezione eccezionale composta da 122 prodotti: correttori, smalti, rossetti, mascara, fondotinta ed ombretti dalle mille sfumature. 

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La collezione, che comprende tutto il necessario per potersi truccare con grande stile glamour, è divisa in quattro categorie, la “Smart Complexion” con fondotinta e polveri, “Blacquer” con eyeliner e mascara, “Hi-Per Color”,  che comprende prodotti per labbra e ombretti, ed infine la categoria “Boy Tested, Girl Approved” la sezione pour homme dove si trova un balsamo labbra, un correttore e un gel per sopracciglia.

Sephora, che da sempre si distingue per i suoi prodotti e per le sue iniziative, ora si avvale della collaborazione di una delle menti creative più in voga ed intraprendenti del mondo della moda. Marc Jacobs ha pensato proprio a tutto per la sua nuova creazione, curando personalmente anche il packaging ideandone le confezioni. La nuova linea di cosmetici è già acquistabile negli store d’oltre oceano, Usa e Canada, e ovviamente online, mentre per  l’Europa dovremmo aspettare il nuovo anno per trovarli direttamente in profumeria. Un assaggio delle nuove palette colorate, dalle quali sono stati banditi i color nude, considerati noiosi, sono state “indossate” come un perfetto outfit da Sofia Coppola al Met Gala, dall’artista Rachel Feinstein e da Kim Gordon dei Sonic Youth.

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Jacobs, lanciatosi con entusiasmo nel progetto, vede nel mondo del make-up e delle fragranze un’opportunità. L’idea di poter scegliere il colore per le labbra, o un eyeliner è una vera e propria gioia. In un’intervista recentemente rilasciata dal fashion designer egli dichiara che tra il consueto mestiere di creare abiti e la realizzazione di una linea di cosmesi non c’è differenza, anzi le due attività sono fortemente collegate. “Il rituale di vestirsi e fare ogni giorno queste cose è un qualcosa che piace molto alle persone, ed è tutto ciò che le donne amano come le borse, le scarpe, i profumi, i vestiti, il trucco: tutto questo per me è moda”.  

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