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International Journalism Festival, il successo della kermesse perugina

L’International Journalism Festival quest’ anno è giunto alla VI° edizione ( hastang ufficiale per twitter #ijf12 ) riuscendo, dal suo primo esordio nel 2007, a trasformare tutti gli anni Perugia nella capitale mondiale del giornalismo.

Dal 25 al 29 aprile scorso, le vie della città gremivano di giornalisti in erba e professionisti di varie testate, che con telecamera alla mano erano pronti ad immortalare i big dell’informazione durante le loropanel discussion, keynote speech e svariati workshop.

Il festival anche questa volta ha registrato numeri incredibili e impensabili rispetto a quanto si poteva immaginare 6 anni fa, quando sul finire del 2006 ad Arianna Ciccone e Christopher Potter è venuta l’idea di realizzare un evento di tale portata: 200 eventi, oltre 500 speaker, più di 200 volontari, freelance e blogger che collaborano insieme. Questi i numeri del 2012.

Ma da dove nasce tutto questo successo?

Lo abbiamo chiesto al co-fondatore del festival Christopher Potter, che con un accento inglese ci ha raccontato la genesi di un successo annunciato.

Come è nata l’idea di un festival del giornalismo insieme ad Arianna Ciccone, e come siete riusciti a realizzarla?

“Arianna è una giornalista e dopo aver lavorato in diverse redazioni ha deciso di creare qualcosa di suo, perché il giornalismo è anche altro, ovvero partecipazione dal basso, citizen journalism e social network. Così ha messo in piedi un’agenzia di comunicazione, “Il Filo di Arianna” per continuare a lavorare nel campo della comunicazione e dell’ufficio stampa. Poi è arrivata l’idea del festival così quando me l’ha proposta ho detto “bella idea, ma irrealizzabile”. Invece siamo alla VI° edizione. Siamo cresciuti, è stato un passaggio organico. Abbiamo deciso di creare qualcosa in house. Il 2007 è stato l’inizio di questo successo”. 

Arianna Ciccone e Christopher Potter – Fondatori e Direttori IJF


Per quanto riguarda le risorse, come si è riusciti ad arrivare ad un successo internazionale partendo da Perugia?

“Le risorse sono innanzitutto gli sponsor, che possono essere pubblici, privati, istituzionali, enti locali, la Regione stessa. Noi facciamo delle proposte e loro decidono se aderire o meno. L’ingresso è libero per tutti gli eventi”. 

Panel Discussion – “Abolire l’Ordine?”

Questo anno più che mai la professione giornalistica è a rischio. Sta vivendo un momento di incertezza tra riforme e ipotetiche abolizioni. Cosa ne pensa? Cosa può apportare il festival ai giornalisti emergenti?

“La crisi non c’è solo nell’editoria, ma in tutti i settori e non solo in Italia. Offrire un’occasione per gli aspiranti giornalisti come quella data dal festival, grazie alla presenza delle grandi firme del giornalismo nazionale e internazionale, di docenti delle università e di chi lavora nel campo della comunicazione e dei social media, è un’esperienza molto più formativa che leggere un libro, perché fatta di contatto diretto con chi l’informazione la fa. Questo è un momento di trasformazione per il giornalismo, che diventa oggi partecipazione e celebrazione condivisa con tutti. Grazie alle nuove tecnologie, ai video, ai reportage, basta una videocamera per fare uno scoop, e con i social network è più facile divulgare e far conoscere al mondo”.

Quali sono secondo lei le peculiarità che differenziano il giornalismo italiano da quello inglese e americano?

“Il sistema giornalistico italiano è ingessato rispetto ai modelli inglesi e americani, che sono più meritocratici e aperti. In Italia è come negli altri settori dell’economia e della politica, sono chiusi. Oggi vedo che il giovane giornalista è in fermento. Sono bravi, intraprendenti, hanno voglia di fare e imparare. Secondo me c’è un grande futuro, c’è dinamismo positivo nel giornalismo e il festival è un’opportunità e un modo per rendere viva questa voglia di apprendere e di arrivare, collaborare e condividere con gli strumenti innovativi. Negli ultimi 2 anni il modo stesso di fare notizie ha subito una svolta con la rivoluzione dei social media. Le news vengono ora veicolate tramite facebook, twitter, e i giovani devono approfittare di questo momento per fare passi avanti. Negli ultimi 6 mesi su twitter comunicano tutte le maggiori testate giornalistiche e gli stessi direttori come Ezio Mauro, direttore de “la Repubblica “.

Quali sono le novità del festival 2012?

“E’ stato potenziato il numero dei workshop, che sono 49, gratuiti come tutti gli altri eventi. Sono ad alto livello e con importanti docenti come ad esempio i vincitori del premio Pulitzer, i due esperti di data journalism Sarah Cohen della Duke University e Steve Doig della Walter Cronkite J-School. Nei workshop c’è un forte lavoro di condivisione e questo è un segno di integrazione e collaborazione”

finisce col dire Christopher Potter, sottolineando l’importanza del partecipare a questi meeting con gli addetti ai lavori provenienti dai quattro angoli del mondo, che trasmettono con trasparenza le loro conoscenze, capacità ed esperienze, e del vivere di persona certe realtà per farle proprie ed avere uno sprint in più dato dalla comunità.

Nell’era del Web 2.0 dove gli smarthphone sono sempre più evoluti, i tablet così tascabili da entrare in un jeans, il festival ha sposato la magia creata dai social network e social media ed è la comunità di questi che lo sostiene,  lo arricchisce di contenuti e progetti, diventando esso stesso una grande piattaforma digitale con un imponente flusso di idee ed esperienze da trasmettere.

Ora la cronaca si affronta in pixel, il web è diventato non solo multimedia, ma è coinvolgimento della comunità, associazione e creatività. Il giornalismo ora è online, e un giornalista di nuova generazione deve essere assolutamente crossmediale.

 

Panel Discussion – You, the Mobile Journalist

 

“You, the Mobile Journalist” è il contest della panel discussion, dove sono intervenuti personaggi rilevanti del mondo dell’informazione e della tecnologia, e il leit-motiv della nuova generazione di giornalisti. I cellulari con l’internet mobile hanno moltiplicato la possibilità di fare informazione, trasformando la realtà in un territorio d’indagine molto più vasto e accessibile.

Web mobile, telefonini sempre più connessi e le nuove prospettive del newsmaking, hanno cambiato letteralmente il mestiere del giornalista. “Questa è una grande chance – dice Luigi Contu, direttore ANSA il giornalismo si può solo arricchire da un processo del genere”

“La notizia si sta espandendo nell’era del “me-media” e il mondo è sempre più connesso” sostiene Lee Raine, direttore IALP Pew Research Center, che analizza all’interno di un workshop come le persone usano internet, smartphone e i social media per avere notizie, crearle e diffonderle.

Novità esclusiva del festival è stata la Twitterview a “Rete unificata” al direttore de “la Repubblica” Ezio Mauro in diretta su repubblica.it, sul sito del Festival e sulle 590 web tv del network altratv.tv.

 

Twitterview al direttore de “la Repubblica” Ezio Mauro

 

L’incontro, con punto focale sull’ attualità, politica e informazione, è stato condotto dalla fondatrice del festival Arianna Ciccone, e le domande venivano anche da Twitter dove una battaglia a colpi di hashtag è partita dall’inizio del dibattito per assicurarsi un incontro virtuale con una firma della carta stampata e del web.

In assoluto la prima volta, che un’intervista a un direttore di un grande giornale, va online in modo così condiviso.

A chiudere la manifestazione perugina è statoMichele Santoro, quasi il personaggio più atteso dell’evento sui media, che ha dato un doppio appuntamento al festival, uno con la stampa e l’altro con il pubblico.

Nell’incontro con la stampa insieme a Carlo Freccero, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della RAI, come direttore generale e presidente.

Michele Santoro

Un’altra idea di TV, senza censure e di alto spessore culturale, che sia trasparente e sopratutto partecipativa, in cui il dibattito sia aperto e lontano dalle perverse logiche del favoritismo e dalle influenze esterne.

Questa è la TV, ma sopratutto la RAI che Santoro vorrebbe e che racconta tra gli applausi del pubblico che lo segue e approva la lezione sulla libertà, fatta al suo secondo incontro su “Che cos’è il servizio pubblico”.

Il prossimo appuntamento è con la VII° edizione dell’ International Journalism Festival, sempre a Perugia dal 24 al 28 aprile 2013.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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