Arriverà in libreria questo Novembre “Versace“, il libro scritto da Donatella Versace insieme a Maria Luisa Frisa, professoressa all’università IUAV di Venezia e nota curatrice di mostre internazionale e Stefano Tonchi, direttore di W Magazine per raccontare la storia di uno dei brand italiani del lusso più famosi al mondo attraverso un percorso per immagini intimo e personale.
Donatella Versace-Official Instagram
Il libro edito da Rizzoli (336 pagine, 250 fotografia a colori e in bianco e nero, 95 euro) illustra il cambiamento di identità e di interpretazione che Donatella Versace ha dato alla maison a seguito della tragica morte del fratello Gianni. E’ il 1997 e il mondo della moda è sconvolto. Divenuta nuovo direttore artistico, Donatella Versace ha catapultato l’azienda nel futuro.
”C’erano sempre scontri tra di noi, ma questo era un bene, sono convinta che le cose migliori nascono dai momenti di tensione: la realtà è che eravamo tutti e due proiettati sul futuro, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e spesso c’erano discussioni su come interpretarlo”.
Il libro fotografa il presente di Versace e il suo archivio storico, dagli scatti nel backstage alle passerelle fino a raccontare i segreti di Atelier Versace. Sono presenti inoltre contributi scritti da alcune delle voci più importanti del fashion system. Il libro raccoglie foto di Richard Avedon, Steven Meisel e Mario Testino e le immagini di supermodelle come Christy Turlington, Naomi Campbell e Linda Evangelista.
Donatella Versace-Official Instagram
”Credo di essere stata molto fortunata ad essere sua sorella – ha ripetuto molte volte Donatella parlando del fratello – mi ha lasciato una ricchezza interna insostituibile”.
Il libro intende spiegare la storia dell’evoluzione del brand e di come Donatella Versace sia riuscita a ringiovanire la maison storica con uno stile all’avanguardia.
Verrà realizzato un film su Gianni Versace e l’attore che interpreterà lo stilista italiano, ucciso il 15 luglio 1997 a Miami, è Antonio Banderas.
Gianni Versace
Ad annunciarlo è il regista danese Bille August: i due avevano già lavorato insieme per “La casa degli spiriti”.
La trama del film è un segreto, non si sa ancora come verrà raccontata la storia dello stilista: le cose certe sono l’inizio delle riprese che avverrà a dicembre e i luoghi in cui verrà girato ovvero Reggio Calabria, Miami e Milano.
Il brand di moda Versace con a capo Donatella Versace, sorella di Gianni, ha già espresso le distanze nei confronti della produzione e che il film dovrà essere visto come un’operazione di finzione.
Donatella Versace
Si tratta quindi nuovamente di una pellicola non autorizzata, come era successo per The House of Versace, del 2013 che racconta la vita proprio della stilista in carica della maison.
Banderas, per coprire al meglio i panni dello stilista, già nel 2015 aveva iniziato a frequentare dei corsi alla Central Saint Martin di Londra come fashion designer. Diventato stilista ha deciso di lanciare con il marchio danese Selected/Homme, due collezioni maschili. L’attore ha ammesso di essersi lasciato ispirare dai dettagli metallici della sua giacca griffata (guarda caso) Versace.
Antonio Banderas x Selected HommeAntonio Banderas x Selected Homme
Le parole di Antonio Banderas: “ Come attore, sono sempre stato interessato alla moda e all’idea di usare gli abiti per creare uno stile personale. Che sia davanti a una telecamera o su un palcoscenico, in un’ambientazione passata o contemporanea, gli abiti hanno un grande ruolo nella creazione di un’identità, ed è qualcosa che ho sempre notato chiaramente”.
Da sex symbol a uomo del mulino, così Antonio Banderas ha sconvolto l’idea che avevamo del minuscolo omino che ogni volta doveva inventare delle nuove merendine per farsi notare dalla sua amata Clementina. Lui, l’attore che ha fatto innamorare centinaia e centinaia di donne e che ha stregato hollywood negli anni ’80. Il bell’Antonio, ora, vuole diventare stilista. I rumors parlano di una probabile interpretazione nel film biografico che celebra il grande stilista italiano: Gianni Versace. Sarà forse per questo motivo che l’attore spagnolo, per entrare nella parte e calarsi nel personaggio,si è iscritto al Central Saint Martins of Art and Design, una delle scuole di moda più prestigiose al mondo.
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Le foto pubblicate su instagram, ritraggono il divo intento ad abbracciare i manichini e scrive nella didascalia: “ Inizia la seconda settimana di studi alla Central St Martins. Intensa, eccitante, seria e divertente al tempo stesso”. In realtà, lo stesso Banderas ha dichiarato che studierà moda per non più di 5 anni, per poi definirsi stilista nel 2020. L’ attore ha spiegato il motivo della sua decisione: “Ho lavorato con i profumi per 19 anni, e questo è un universo che è molto vicino alla moda. Un paio d’anni fa ho avuto questa idea di tirare su una società e basarla sul disegno, sulla progettazione. Dovevo però sapere tutto, studiare. Stiamo lavorando sui modelli, sugli schizzi, sulle ricerche, su tutto. E’ molto artistico, in un certo senso“.
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In realtà il motivo per cui l’attore spagnolo si è iscritto alla scuola di moda londinese è perché voleva imparare le basi del mestiere per poi firmare la sua prima collezione. Il marchio che l’ha voluto come stilista è danese e si chiama Selected/homme. Il brand si rivolge ad un pubblico maschile con prezzi accessibili. Antonio Banderas è un attore dalle mille risorse. Recita, fa il doppiatore e il regista, produce film e impasta biscotti (almeno in una pubblicità). Ha anche un passato da modello, un’attività svolta all’età di 19 anni prima di imbattersi in Pedro Almodóvar, il suo mentore se vogliamo, e approdare al cinema.
House of Versace: the untold story of genius, murder and survival
“Un’opera di fiction”. Donatella Versace ha definito così il film dal titolo House of Versace al Women’s Wear Daily. Una storia romanzata, che poco ha a che fare con la realtà è, a detta della stilista, il lungometraggio diretto da Sarah Sugarman che racconta tutti gli avvenimenti, le fatiche e le aspettative di Donatella dopo la morte del fratello Gianni. Furono anni terribili e difficili quelli che seguirono all’assassinio di Gianni Versace avvenuto nel 1997, anni che condussero la sorella e musa dello stilista alla guida della Maison di famiglia. E la Sugarman li riporta sullo schermo senza l’utilizzo di troppi filtri.
Il film, tratto dal libro House of Versace: the untold story of genius, murder and survival della giornalista del Wall Street Journal,Deborah Ball, è andato in onda sul canale americano Lifetime, destando molto scalpore. La designer di origini calabresi, non approvando e anzi denunciandone la non veridicità, non ha fatto altro che attirare l’attenzione sui fatti che il film racconta in maniera piuttosto esplicita.
La Versace è interpretata da Gina Gershon che fino all’ultimo istante ha provato a rifiutare il ruolo di una donna spesso intesa quasi come una “caricatura”, come ha spiegato l’attrice durante un’intervista televisiva con Katie Couric. Ma la sceneggiatura, che guarda agli eventi con gli occhi della protagonista femminile, l’ha convinta a provarci.
Problemi personali si sovrappongono a drammi familiari, divergenze a fragilità umane. Tutto questo è House of Versace, un’opera di fiction, può darsi. O semplicemente la storia di una donna che ha lottato tanto e non senza difficoltà per tenere in piedi ciò che le era rimasto tra le mani.
Non una casa qualunque, ma quella dove abitò fino al giorno che ne segnò la fine per sempre, che segnò la fine di un’era.Il 17 settembre Casa Casuarina, imponente residenza dello stilista Gianni Versace a Miami, dove visse fino all’omicidio avvenuto per mano di Andrew Cunanan il 15 luglio di sedici anni fa, verrà messa all’asta dopo il fallimento dell’attuale proprietario Peter Loftin, che la comprò cinque anni fa per 2,9 milioni di dollari e la restaurò per la cifra complessiva di 33 milioni di dollari. La base d’asta per la vendita è di 25 milioni, ma si stima che verranno superati in meno di 30 minuti i 50 milioni di dollari.
Facile intuire perché: Casa Casuarina non fu solo la villa di uno dei più grandi stilisti degli anni Novanta, protagonista insieme al nemico-amico Giorgio Armani della moda internazionale, ad oggi è anche meta di continui pellegrinaggi da parte di turisti e curiosi, che accorrono, causa una curiosità morbosa, a vedere dove nel 1997 si accasciò Versace, dopo aver ricevuto dei colpi d’arma da fuoco da parte del suo serial killer. Dentro, è il trionfo del lusso e del superfluo: dieci camere da letto, undici bagni, innumerevoli altre stanze e una piscina lunga 17 metri pavimentata con un milione di tessere a mosaico in oro da 24 carati.
Intanto, è nell’aria la notizia che con tutta probabilità verrà realizzato un biopic sullo stilista calabrese: la casa di produzione Ares Film ha acquistato i diritti della biografia scritta da Tony Di Concia ed edita da Lindau, uscita lo scorso novembre. L’intenzione, anche se è presto per i dettagli, è quella di produrre una miniserie, in onda a più puntate, nella quale viene scrupolosamente ricostruita la scintillante, seppure troppo breve vita di Versace, raccontando la Milano di vent’anni fa, teatro indiscusso del prêt-à-porter e della rivalità tra i due Re della moda italiana: Armani e Versace. Primo ciak a novembre.
Per non dimenticare colui che ancora oggi è indimenticabile.
La moda, una passione da coltivare attraverso lo studio e la continua ricerca. Nella fiera delle vanità sono pochi e sempre più rari i designer che possono vantare un background culturale di tutto rispetto:Caterina Gatta rappresenta il lato colto della moda emergente italiana. Un curriculum da fare invidia e numerosi corsi e stage di livello internazionale all’attivo, supportati da prestigiose collaborazioni nel fashion system americano. Dal 2008, la designer romana, laureata con il massimo dei voti in Scienze della moda e del costume all’Università La Sapienza di Roma, crea il proprio fashion brand sviluppando il suo progetto creativo e stilistico del quale cura anche gli aspetti imprenditoriali e gestionali. La pre collezione, presentata nel luglio dello stesso anno durante la kermesse capitolina Alta Roma Alta Moda riscuote un grande successo dalla stampa italiana ed estera che spingerà la stilista a non arrendersi e a presentare presso la Soho House di New York, nel maggio 2009, la sua prima vera collezione riproposta a Palazzo Morando durante il “Vogue Talents Corner”, spazio dedicato alle giovani promesse della moda internazionale.
Courtesy of Caterina GattaCourtesy of Caterina Gatta
L’idea innovativa di Caterina Gatta ruota intorno all’utilizzo di stoffe vintage dei più importanti stilisti del panorama mondiale, da Gianni Versace a Yves Saint Laurent, da Christian Dior a Valentino, da Fausto Sarli a Pierre Cardin e Pino Lancetti, per realizzare creazioni contemporanee che continuano ad evocare, reinterpretandola, la tradizione sartoriale. La moda per Caterina Gatta nasce dal passato per proiettarsi con una nuova allure nel futuro. Le fantasie, le policromie, le stampe, una vena creativa tipicamente italiana in cui il passato è solo l’incipit di un’opera stilistica nuova e originale. La forza e l’ingegno di Caterina Gatta vivono nella continua ricerca dei tessuti che la giovane designer traduce, seguendone tutte le fasi, dall’ideazione alla realizzazione curandone anche l’immagine (è infatti appassionata di fotografia), in capolavori unici e contemporanei.
Courtesy of Caterina GattaCourtesy of Caterina Gatta
Le stampe vintage anni 80’ e 90’ sono il leitmotiv della collezione autunno-inverno 2013-2014, attraverso cui Caterina Gatta rilegge il messaggio estetico e stilistico di sette grandi del secolo scorso: Gianni Versace, Irene Galitzine, Mila Schön, Pino Lancetti, Jean LouisScherrer, Raffaella Curiel e Renato Balestra. Suggestioni folk e un mood che evoca le atmosfere messicane della pittrice ribelle “Frida Kahlo” con un accento su una stampa rarissima di Gianni Versace che reinterpreta le maschere della “lucha libre”, la lotta libera messicana. I look esaltano gli accostamenti ben strutturati in un contrasto estetico continuo in cui le imbottiture piene e sostenute si alternano a capi leggeri dal fascino romantico. Immancabili le gonne extra long o ridotte nella lunghezza, pantaloni alla caviglia finiti da plissé monocromo. Volant e maxi plissé a tinta unita ma anche print conferiscono omogeneità ad una collezione apparentemente eterogena nel suo orizzonte creativo. Texture ricercate sulle tonalità dell’oro, dell’arancio e del celeste esaltano gli abiti lamé con un impatto visivo a dir poco magico.
Courtesy of Caterina GattaCourtesy of Caterina Gatta
Se la moda italiana ha bisogno di cambiamento e di ricercare nel nuovo e ben fatto la sua originalità, Caterina Gatta è sicuramente la promessa del firmamento fashion che tutti stavamo aspettando. Non solo per l’ingegno con cui la designer realizza le sue collezioni o per l’anima vintage proiettata nel contemporaneo che si respira osservando i suoi look. Caterina Gatta è l’esempio per tutti coloro che ambiscono a lavorare nel meraviglioso mondo della moda che le idee e la forza di volontà, se supportate da un background culturale, possono portare in alto. Chapeau!
Contemporaneità e attenta ricerca delle forme sono i principi guida della filosofia estetica di Paula Cademartori, giovane designer italo-brasiliana, finalista nel luglio 2011 del più importante palcoscenico dedicato ai giovani creativi, “Who is on next?”, concorso di scouting promosso da AltaRoma in collaborazione con Vogue Italia. Trasferitasi dal Sudamerica in Italia nel 2005 e diplomatasi in Fashion Accessories con lode presso il prestigioso Istituto Marangoni di Milano, Paula Cademartori collabora come junior accessories designer con la maison Gianni Versace, curando anche il design della pelletteria per le collezioni di alta moda e ready to wear. Nel 2009 la stilista è tra i 140 selezionati nella lista Emerging Designers di Vogue Italia, progetto che la lancerà al concorso Who is on next?, fino a decretarne il successo con la collezione FW 2011-12 con i buyer e la stampa nazionale e internazionale. Il fashion brand è infatti presente in numerosi paesi esteri quali la Cina, il Giappone, la Svizzera dove la sensualità, la sofisticata struttura dello stile di Paula Cademartori sono considerate perla del Made in Italy. L’arte nelle sue diverse declinazioni, dalla pittura alla fotografia, è sempre presente nelle collezioni della designer, fonte di ispirazione che evoca il multiculturalismo di cui le sue collezioni sono espressione.
Paula Cademartori. Courtesy of Press Office
Lacollezione primavera estate 2012 con le inconfondibili borse Elizabeth, Sylvie, Petite Clara e Tatiana, è un inno all’equilibrio classic vintage e alle atmosfere hollywoodiane (trasgressive) anni 60’, senza dimenticare i volumi e lo sguardo attento all’universo unisex attraverso la doppia dimensione della clutch “Another” che affascina anche l’uomo che ama il bello, la praticità e il lusso. Contrasti cromatici, fino a quattro colori sullo stesso modello, dall’acid orange al soft gris, dal tabacco al posh black, esaltano lo spirito sexy della collezione con accostamenti sofisticati e glam. Abbinamenti illuminati dall’iridescenza del platino, dell’oro e dell’argento con inserti multi materici. Insoliti e di forte impatto i materiali: dal camoscio al coccodrillo, già protagonista della capsule Aristocracy. Per la sera, protagonista è il raso mentre il pitone è proposto, per le più sofisticate, in sfumature metalliche e brilliant. Una pioggia di borchie e preziosi cristalli e l’inconfondibile fibbia in nickel satinato o in black rutenio, simbolo del fashion brand, completano gli inusuali accostamenti della designer in una collezione dalle venature rock.
Paula Cademartori. Courtesy of Press Office
L’autunno inverno 2012-2013 trova la sua ispirazione nelle allegre atmosfere brasiliane, spensierate arie carioca eleggono la luce a protagonista indiscussa anche nei mesi più freddi. Accanto ai color block accesi, ecco gli effetti sparking delle laminature metalliche e dei dettagli gold e silver. Tonalità che ricordano fiori rari e piante della foresta amazzonica, petali e foglie di una natura incontaminata: è il mood dello straordinario ricamo “jungle flower”, creato a mano e declinato a seconda delle esigenze attraverso il lizard, il vitello, il camoscio. Ricerca e artigianalità si fondono nella maestria handmade: la nappa incontra la pelle satinata, il raso traforato si alterna alla vernice mentre morbidi intrecci di lana avvolgono l’architettura delle forme. Must della collezione la tote bag Beatrice che lascia spazio poi alla piccola di casa, Kate, clutch dalle varianti gioiello con applicazioni 3D. Manici intrecciati, tasche frontali e tracolle catena, impreziosite dall’immancabile fibbia PC, danno all’eleganza degli accessori firmati Paula Cademartori un fascino sofisticato che spazia tra lusso e policromie ricercate.
Paula Cademartori. Courtesy of Press Office
Per la primavera estate 2013 Paula Cademartori si ispira alla luce e al colore delle Isole Cayman, una gioia di vivere che pervade tutta la collezione dalle sfumature fifties che, per i suoi cromatismi, richiama gli scenari da sogno del mare delle Antille. Il sofisticato mélange materico, l’equilibrio delle forme e delle proporzioni è sapientemente riproposto nelle silhouette day&night come Kate, Tatiana e Anna. Le tonalità del vin tinto si alternano al blu cielo e al rosso fragola fino ai colori del solleone di agosto, arancio sbiadito, acquamarina, avena, beige. Paula Codemartori non dimentica il vintage per la prossima stagione e le geometriche linee verticali e orizzontali impreziosite dai colori scintillanti da red carpet. Donne contemporanee che amano accessori glitterati, materiali ricercati come il vitello specchio e la nappa che lascia spazio all’inedita texture stuoia. Immancabile, l’inconfondibile fibbia in metallo che contraddistingue lo stile del brand. Una storia artigiana, quella di Paula Cademartori che strizza l’occhio alla praticità e alla multifunzionalità degli accessori.
Paula Cademartori. Courtesy of Press Office
Il decò anni 20’-30’ e l’estetica delle Beaux Arts in un viaggio iper-visuale caratterizzano invece lacollezione autunno inverno 2013-14. Dettagli, forme ironiche, ispirazioni fantasy con collage decò che evocano il maquillage liberty nelle forme e nelle geometrie modulari. La palette di colori varaia dal posh black al Rockfeller grey fino al blu notte e al color mostarda, ciliegia e verde. La minuziosa artigianalità tutta italiana di Paula Codemartori è impreziosita dalle applicazioni bijoux e dal valore intrinseco di pellami selezionati dagli effetti setosi, laminati, lucidi e opachi. Patchwork multicolor di rombi scultorei e raffinati ricami flower sono applicati sulla nappa laminata. L’effetto vintage del vitello è invece esaltato dalle bordatu di canguro laminato nero. Per la linea Aristocracy, il coccodrillo è il must di stagione. Il fascino optical dei pois bianchi e neri conferisce un’immagine avveniristica e chic ad una collezione fatta di elegantismi e brillantezze esaltate sul pitone flamé oro e argento e dalle sfumature di vernice fluo.
Paula Cademartori. Courtesy of Press Office
Paula Cademartori con il suo rigore estetico, la classe e l’eleganza delle forme, è ambasciatrice ideale del design Made in Italy nel nostro paese e all’estero. Accessori che raccontano una storia, un’anima, uno stile in continua trasformazione ma assolutamente sempre riconoscibile. Una perla dell’artigianalità rigorosamente italiana che riesce a spaziare tra joie de vivre e ironica sensualità, con uno sguardo attento alla praticità dal tocco ultrachic dei suoi accessori.
Siciliano doc, Maurizio Pecoraro scopre la passione per la moda già da bambino. Lavora infatti in un atelier della Trinacria sperimentando e riproducendo sapientemente le più originali tecniche sartoriali e imparando sul campo l’ABC della più innovativa modellistica. Il talento creativo del designer però ha subito una profonda evoluzione nel corso del tempo e, da buyer per una catena di negozi d’oltralpe, Maurizio Pecoraro decide di continuare a studiare moda in uno dei più prestigiosi Istituti di Milano, l’Istituto Marangoni. Dopo una breve parentesi alla corte parigina e l’esperienza presso la casa di moda Thierry Mugler, Maurizio Pecoraro decide di ritornare in Italia per collaborare, solo per un anno, nella squadra creativa di Gianni Versace.
Il percorso professionale di Maurizio Pecoraro si raffina e inizia a evolversi verso una propria identità stilistica che fa tesoro delle pregresse esperienze formative. Da freelance e consulente di moda per alcune delle più prestigiose maison parigine, eredita dal mentore Gianni Versace, alla fine degli anni Ottanta, la direzione creativa del ready to wear di Alma che lo condurrà successivamente a rafforzare il proprio know how stilistico iniziando a ideare e creare le collezioni di case di moda italiane del calibro di Antonio Fusco, Les Copains e Valentino. La collaborazione con la casa di moda del Maestro della moda italiana susciterà in Maurizio Pecoraro una propensione, quasi innata, per i ricami, i preziosismi, i dettagli couture.
Maurizio Pecoraro, SS 2012
Un gusto unico e raffinato per le preziose decorazioni e i ricami dal fascino inusuale. Il debutto della label Maurizio Pecoraro nel prêt à porter è del 1998, circa dieci anni dopo la collaborazione con Gianni Versace. La donna che veste Maurizio Pecoraro è una silfide metropolitana, sempre al passo con i tempi e l’evolversi della contemporaneità. Ama le sfide, il lusso, è una diva retrò dall’aspetto androgino alla Marlene Dietrich, sensuale e mai volgare, che ama il lusso dal tocco glam, strizzando un occhio ai dettagli ipermoderni. Idee creative sempre nuove e ricercate nascono da molteplici fonti di ispirazione: dai costumi dei nativi del Nuovo Continente ai meravigliosi anni Sessanta, dal tocco folk alle divine degli anni Trenta passando per l’anima gitana.
Maurizio Pecoraro, SS 2011
Le collezioni Maurizio Pecoraro Spring Summer 2011 e 2012, ad esempio, combinano capi dai tessuti leggerissimi, quasi impalpabili che sfiorano il corpo come fossero avvolti in una morbida carezza. Sensazioni tattili tradotte in comodità per la donna che le indossa. Linee semplici dai colori pastello, energici e vitali che mescolano perfettamente, in una magica alchimia sartoriale, la femminilità della donna di oggi alla ricercatezza dei più sofisticati particolari. Dark ladies calcano le passerelle per l’Autunno Inverno 2012-2013: blu elettrico, bordeaux e l’immancabile total black per trench e dettagli in pelliccia, su tailleur dalle linee pulite in cui il pantalone e la gonna in leather sono il must della stagione.
“A quindici anni dalla sua morte cosa ricordo di Gianni Versace? La sua incredibile esuberanza, un senso di felicità in cui mischiava ogni cosa – idee, tendenze, ricordi, arte – con una sorta di vitalità ma anche nonchalance. Gianni era un grandissimo creatore ed il passare degli anni non fa che sottolineare quello che era il suo talento.”
Le parole del collega e antagonista di sempre Giorgio Armani descrivono con sintetica efficacia l’estrosa personalità di uno degli ultimi geni creativi e provocatori della moda italiana, il cui ricordo è ancora vivo nel cuore di molti: Gianni Versace, assassinato a soli 51 anni nella sua villa di Miami da un tossicodipendente nel lontano luglio 1997.
Ed è proprio Armani che firma la prefazione alla nuova biografia di Versace appena ripubblicata da Lindau Edizioni ed in libreria dal 22 Novembre, scritta dal giovane giornalista pugliese Tony Di Corcia, il cui lavoro originario viene pubblicato per la prima volta nel 2010, mentre l’edizione del 2012 si avvale di una vera e propria chicca, ovvero proprio l’aggiunta della prefazione di Re Giorgio, che negli effervescenti anni 80 diventa l’eterno rivale di Gianni sia sulle passerelle che nei salotti della Milano bene.
Il volume ripercorre con stile veloce ed asciutto – tipico del giornalista di professione qual è Di Corcia – le tappe della vita di un uomo che parte dal difficile e profondo Sud di Reggio Calabria e riesce – complici il suo innato talento creativo e il carattere curioso, caparbio e immancabilmente entusiasta – ad approdare nel dorato mondo del fashion system internazionale fino diventarne una stella di prima grandezza, un autentico e perfetto ambasciatore dello stile Made in Italy nel mondo.
E’ da bambino che Gianni scopre la sua vocazione per la moda, fin da quando gattona nel laboratorio sartoriale di famiglia.
Da qui alla notorietà il passo poi diviene incredibilmente breve, in quanto da Reggio Calabria l’aspirante creativo approda addirittura alle passerelle parigine, passando però prima per Firenze e Milano.
Ingrediente principale di questo viaggio nel mondo dell’uomo e del personaggio Versace sono soprattutto le testimonianze orali – e dunque le voci – di tutti coloro che hanno conosciuto lo stilista, in una sorta di collage intimista fatto di memorie, ricordi e sensazioni ancora vive: dalle imprenditrici Marisa Zanetti e Donatella Girombelli, che per prime credono e puntano sul suo talento alle giornaliste di costume che lo hanno “studiato” da vicino come Natalia Aspesi, Gisella Borioli, Adriana Mulassano e non ultima Giusi Ferrè, che ne prende le parti di fronte alle accuse mosse allo stilista negli anni fulgidi della sua carriera, colpevole di proporre un concetto di moda “rasente al volgare”. E subito la Ferrè interviene obiettando fermamente che “Gianni è uno stilista dal cuore elegante, e l’eleganza in sé non è mai volgare”.
E poi alcune delle artiste che hanno indossato i suoi abiti sulla scena, come l’etoile Luciana Savignano, che è stata la prima ballerina che ha indossato i suoi costumi disegnati per il teatro, fino ad arrivare a personaggi dello spettacolo come Patty Pravo ed Alba Parietti.
A fungere da perfetto contorno le splendide fotografie tratte dall’archivio privato della famiglia Versace, oltre alle illustrazioni di Manuela Brambatti: una serie di bozzetti originali con cui l’artista ha voluto rendere omaggio agli abiti e ai costumi più iconici disegnati da Gianni.
Ma tra le pieghe del suo vissuto, costellato di successi e glamour allo stato puro, escono allo scoperto anche aspetti meno noti e contrasti: la sua passione per la lettura, l’arte e il teatro, per il quale disegnò molti costumi di scena, in particolare per il teatro AllaScala di Milano e per i balletti di Maurice Bejàrt.
E inoltre le invidie ed i piccoli pettegolezzi relativi al designer, quelli di chi in un’epoca in cui iniziava a delinearsi la figura di una donna androgina ed emancipata, vedeva negli abiti iperfemminili griffati Versace un prodotto meno raffinato di quelli del rivale Giorgio Armani, e in lui nient’altro che un ragazzo del Sud arrivista ostinato a far carriera a tutti i costi.
Ma a fare di Versace lo stilista e il personaggio speciale che era, hanno contribuito in misura determinante i suoi affetti più cari, come la madre Franca e la famosa sorella Donatella, da sempre vera e propria musa ispiratrice e ideale prosecutrice dello stile dell’Impero della medusa.
Tubino di pelle nero, geometrismi di borchie dorate, glamour e rock ‘n’ roll. Donatella Versace chiude la propria sfilata a Milano Moda Uomo indossando un abito della nuova capsule collection “Versace per H&M”
Dopo Karl Lagerfeld, Roberto Cavalli, Stella McCartney, Jimmy Choo e Lanvin, anche la designer italiana cede alle tentazioni del fast fashion.
Disponibile in 300 negozi a partire dal 17 novembre, la collezione sarà composta da 20 vestiti uomo e 40 donna, accessori ed arredamento che ripercorreranno la storia artistica della maison, dando molto spazio alle creazioni di Gianni Versace. A differenza dei predecessori, Donatella Versace creerà per la prima volta una pre-collezione primaverile disponibile online dal 19 gennaio 2012
“Versace è uno dei marchi più importanti degli ultimi tempi – ha affermato Margareta Van den Bosch, Creative Advisor di H&M- “ La collezione per H&M sarà glamour e teatrale e rispecchierà perfettamente il brand. Donatella Versace condividerà con H&M una serie di creazioni uniche, tratte dagli archivi della maison. Si tratta di una collezione celebrativa, perfetta per i party”.
Passato e futuro. Questo sembra essere il nuovo concept della maison italiana. Nuovo pubblico, nuove strategie di marketing, ma una linea creativa sempre più vicina alle origini e alla tradizione.
Lady Gaga, H&M…chi sarà il prossimo?
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