Il Natale è alle porte: gli spot televisivi sanno di cannella e panettone, gli alberi sono sempre più maestosi, folti e sgargianti. Gli studenti fuori sede tornano a casa assaporando dolcemente gli affetti lontani, i bambini aspettano con ansia di poter scartare i regali, gli adulti sembrano essere di buon umore, tutti promettono di essere più buoni. Un pensiero che accompagna un po’ tutti è quello dei regali da fare e perché no.. da ricevere. Ecco una selezione di regali per tutte le tasche:
Anello Pandora “Eleganza senza tempo” ispirato ai cimeli di famiglia sfoggia un design a corona. Decorato da una zirconia cubica taglio danubio. (89 euro)
Zaino Dior denim dipinto bianco e nero (2.500euro).
Cappotto rosso imbottito Desigual con stampa floreale. La vita regolabile, i polsini e il cappuccio di pelliccia sintetica sono l’arma vincente contro il freddo. (179,95 euro).
Trousse Pupa“Il principe ranocchio”: quest’anno Pupa ha deciso di far sognare con una favola.. C’era una volta un vivace ranocchio… in attesa del bacio della sua principessa! Nasce così un cofanetto make up che conquista per la sua simpatia. Al suo interno un make up completo per creare look adatti ad ogni occasione. Un viso radioso, uniforme e naturale, occhi magnetici e labbra perfette, idratate e tonalizzate. Un pratico specchio ideale per i ritocchi in ogni momento. (27,50 euro).
Guanti Fendi in nappa rossa e fur (530 euro).
Orologio Didofà nero con farfalle 3d nel quadrante (64 euro).
Cravatta Dolce&Gabbana pala 4c in seta nero/bordeaux (€145).
Orologio Wewood in legno “Leo” (170 euro circa).
Scarponcini Lacoste in pelle con rivestimento interno in ecopelliccia (circa 200 euro).
Invictus Paco Rabanne (circa 50euro): si tratta di una fragranza maschile sensuale, fresca che delinea una visione moderna della virilità. Un inaspettato scontro di universi, poteri, sensazioni e valori: una sferzata di pura freschezza nelle note di testa e sensualità estrema nelle note di fondo.
Una fiaba che dura da 90 anni quella di Fendi. Una poesia che la maison ha decantato scegliendo Roma, la sua città natale per celebrare il novantesimo anniversario dell’azienda. La collezione A/I dell’Haute Fourrure“Legends of Fairy Tales” ha sfilato lo scorso 7 Luglio sulle acque della Fontana di Trevi tornata al suo antico splendore grazie al supporto di Fendi che ne ha finanziato il restauro.
“Una sfilata a Roma presso la Fontana di Trevi è il modo migliore per celebrare i 90 anni di Fendi, un’occasione unica per esprimere le nostre radici, l’audace creatività e la più elevata artigianalità che da sempre ci contraddistinguono – ha dichiarato Pietro Beccari, Presidente e Amministratore delegato di Fendi. – La Fontana di Trevi è un luogo magico, che rappresenta perfettamente i valori di Fendi, la sua tradizione e la sua storia, con uno sguardo rivolto sempre al futuro”.
Fendi Official Instagram collezione A/I 2016
Le modelle hanno sfilato su una passerella trasparente di plexiglass dando l’impressione di camminare sull’acqua. Figure eteree ispirate alle fiabe nordiche in perfetta sintonia con la scenografia naturale della location. Gli abiti presentati vedono una rivisitazione della pelliccia, da sempre il core-buisiness della griffe, ora come ricamo sui lunghi abiti di organza, ora come mosaico sui cappotti. Ricami preziosi, motivi floreali, pizzi, inserti e margherite in visone, la collezione è un tripudio di dettagli. Si susseguono in passerella giochi di luci e colori che immergono gli invitati in una dimensione di incanto e magia.
Fendi Official Facebook -Kendall Jenner
“Sembra quasi di vivere all’interno di un sogno, di una favola. La Fontana di Trevi è per tutti noi una leggenda. E il nostro défilé una visione onirica” spiega Silvia Venturini Fendi, direttore artistico delle linee Uomo, Bambino e Accessori. Le creazioni disegnate dal genio creativo Karl Lagerfeld sono la testimonianza di una libertà artistica e un’artigianalità sempre dosate, di una costante passione per la qualità dei materiali e di una sperimentazione continua.
200 invitati hanno potuto festeggiare il compleanno dell’azienda fondata da Adele Casagrande ed Edoardo Fendi, 90 anni di successi straordinari che ebbero inizio nella storica boutique in via del Plebiscito. La storia di Fendi parla di lusso, arte e ricerca creativa. Nel corso degli anni la maison romana ha travalicato i confini nazionali stringendo numerose collaborazioni che hanno portato l’azienda a dar vita a collezioni uniche.
Nel parterre degli ospiti, tra gli altri, ci sono il ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini, le attrici Kate Hudson e Ornella Muti, Luca Cordero di Montezemolo, Bernard e Alexander Arnault, vertici del Gruppo LVHM, di cui Fendi è entrata a far parte nel 2001, il CEO di Fendi Pietro Beccari, e tre delle cinque sorelle Fendi, Carla, Anna e Alda.
Dopo la sfilata, una cena per 600 invitati sulla Terrazza del Pincio a Villa Borghese accompagnata dalla musica di Giorgio Moroder.
Fendi Official Facebook-Terrazza del Pincio
Per celebrare l’anniversario inoltre sono stati presentati un libro fotografico “East of the sun and West of the Moon” e una mostra “The Artisans of Dreams” a Palazzo della Civiltà Italiana, aperta al pubblico dal 9 Luglio al 29 Ottobre.
Altaroma, andata in scena dall’8 all’11 luglio 2016, si conferma anche questo anno il polo d’azione dei talenti emergenti e dei valori del Made in Italy, innalzando sempre di più il livello di attenzione internazionale sulle proprie iniziative. Luoghi remoti e trascurati riprendono vita e Altaroma come un filo prezioso si dipana per le strade della capitale legando memorie della tradizione al germogliare di una nuova creatività dove freschezza e innovazione si fondono con la storia. Riconfermato è lo spazio contemporaneo dell’Ex Dogana, headquarter della manifestazione e crocevia di tendenze.
Who is On Next? Altaroma 2016
Le tre sezioni in cui è suddiviso l’evento, quali Fashion Hub, Atelier e In Town, trovano in questa edizione sinergici punti d’incontro per un grande obiettivo comune, l’apertura della kermesse verso tutta la città e il suo pubblico, per rendere così fruibile a tutti la creatività emergente. Design d’eccellenza, tecniche e tradizioni, che unite all’utilizzo delle recenti tecnologie delle nuove generazioni di creativi, interpreti della couture e del prêt-â-porter, descrivono un inedito percorso in cui Fashion Hub, Atelier e In Town sono le stazioni si partenza verso destinazioni tutte da esplorare.
Grande attesa per la dodicesima edizione di “Who Is On Next”, il progetto di fashion scouting dedicato ai giovani talenti emergenti della moda realizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia. Un laboratorio di creazioni Made in Italy proiettato sui grandi mercati internazionali e considerato a livello mondiale tra le piattaforme creative più autorevoli. Sono dodici i progetti selezionati finalisti di questa edizione. Per la categoria prêt-â-porter sono cinque i creativi quali Brognano, Edithmarcel, Melampo Milano, Miahatami, Parden’s, mentre per l’area accessori e gioielli abbiamo Akhal Tekè, Azzurra Gronchi, Damico Milano, Ioanna Solea, Lodovico Zordanazzo, Pugnetti Parma e Schield. Il brand Brognano, dall’impronta super femminile e romantica, è caratterizzato da lavorazioni di arricci e volants che ne definiscono un’identità ben precisa. L’amore per il day-wear maschile viene reinterpretato con tessuti ricercati e volumi femminili.
Dalla collaborazione tra Gianluca Ferracin e Andrea Masato nasce il brand Edithmarcel, che riflette la tematica del genere e grazie a volumi, forme e lunghezze creano abiti indistintamente indossabili sia da uomini che donne. Ogni collezione è un progetto in continua evoluzione. Architettura, fotografia, pratica sartoriale, imprenditoria e un telaio fissato intorno a parole come vestibilità, modello, corpo e leggerezza creano il marchio Melampo. Il marchio Miahatami porta con sé invece l’heritage di una cultura antichissima, preziosa e raffinata, quella persiana. Uno stile pensato nella logica del ben vestire che rivela nel suo DNA una spiccata multiculturalità e al contempo un’attenzione sartoriale che fa di ogni capo una sorta di progetto.
Parden’s, fondato da Daniele Giorgio, nasce con lo scopo di offrire un linguaggio visivo grazie ai tagli moderni alla sartorialità italiana, i principali mezzi attraverso cui il designer comunica il suo senso di eleganza. Per quanto riguarda gli accessori Akhal Tekè nasce dall’ispirazione di Benedetta Bolognesi e Gaia Ghetti. Una linea di flat shoes dal sapore unico contraddistingue il loro brand, il cui tema dominante è il ricamo. A debuttare per la stagione A/I 16-17 sono le slippers dallo spirito elegante e raffinato adatto ad una donna contemporanea e cosmopolita.
Akhal Tekè – Who is On Next?
Azzurra Gronchi entra in scena con le sue borse Made in Italy e di alta qualità. Grazie alla conceria di famiglia, importante realtà della tradizione toscana, ha potuto far pratica e allenare la sua creatività. Le esperienze lavorative da Dolce&Gabbana, Costume National e Ferragamo hanno dato forma alla sua genialità mentre la sua determinazione l’ha portata sino a qui.
Azzurra Gronchi – Who is On Next?
A contraddistinguere invece Damico Milano, il marchio di calzature donna creato da Francesco D’amico, è un sottile filo dorato posto sotto ogni suola delle scarpe. La forte esperienza nel mondo dell’abbigliamento si riflette nelle sue collezioni di calzature creando delle vere e proprie opere d’arte.
Damico MIlano – Who is On Next?
Nata a Cipro Ioanna Solea, forte delle esperienze acquisite nel campo della moda lavorando per Valentino e Piazza Sempione, decide di lanciare il proprio marchio di accessori IS. Lo spirito del lusso e la grande tecnica artigianale si fondono nelle sue creazioni dando così vita a pezzi moderni e sofisticati. Borse e collane ispirate al mondo della natura e caratterizzate da una perfetta combinazione tra sensualità e materie prime pregiate.
Le calzature di Lodovico Zordanazzo sono un vero e proprio inno alla femminilità e al colore. Dopo aver lavorato come consulente per marchi come Casadei, Victoria Beckham e Karl Lagerfeld, nel 2015 nasce il brand che porta il suo nome. Un prodotto interamente realizzato a mano in Italia da maestri calzaturieri, che adottano la massima cura per ogni dettaglio.
Lodovico Zordanazzo – Who is On Next?
Dinamicità creativa e profonda conoscenza delle tecniche dei maestri artigiani, pellettieri sopratutto, rappresentano i punti cardine di Pugnetti Parma. Per dare forma all’idea di borsa che ha in mente, Filippo Pugnetti non utilizza il computer ma si dedica completamente al cartamodello in ogni minimo dettaglio. Per quanto riguarda la categoria gioielli Schield è un marchio con sede a Firenze specializzato nella realizzazione di gioielli di lusso con una spiccata propensione per l’artigianalità italiana. Ciascun pezzo viene progettato, intagliato e decorato con un design d’avanguardia e materie prime preziose.
Pugnetti Parma – Who is On Next?
L’interesse per la couture e la tradizione in chiave contemporanea viene rivisitata dai nuovi talenti come Hussein Bazaza, vincitore della special edition Who is On Next? Dubai nell’edizione 2015, portando in scena in questa edizione di AltaRoma un’evoluzione in chiave haute couture della collezione prêt-â-porter FW 2016-17 presentata negli Emirati. Punti chiave della sua collezione sono gli archivi degli alchimisti, simboli geometrici ed equazioni. L’uso del pizzo, i ricami e le decorazioni creano un meraviglioso effetto dipinto sugli abiti. Stelle, farfalle ed unicorni si animano sulle stoffe. La palette va dal nero al bianco, dal grigio all’oro mentre rafia e pizzo sono i tessuti di abiti e gonne svasate.
Altri due design provenienti dal progetto di fashion scouting hanno sfilato la loro creatività in modalità couture, Arnoldo][Battois ed Esme Vie. Il duo veneziano Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois creano suggestive visioni in cui i motivi floreali, come le iconiche peonie, richiamano l’Oriente e la sua cultura, sovrapponendosi a geometrie sporty-chic enfatizzate da luminose texture come il lucrex e il raso satiné. Motivi animalier e grafiche vetrate gotiche sono alcune delle stampe impresse su chiffon, mussola di lana e crêpe.
Arnoldo][Battois – ph. S.Dragone- G.Palma / L.Sorrentino – Press Office Altaroma -http://www.altaroma.it/press-area.asp?cmd=fotografie&calendario=no&id=695A contrapporsi al loro stile troviamo il brand Esme Vie, che combina l’eleganza intramontabile con un tocco decisamente moderno, che segue lo stile degli anni Novanta. I capi della collezione Zefiro sono delicati, ricercati nei materiali ed equilibrati nelle proporzioni. Un trionfo di toni neutri per i classici della sartoria femminile, mentre le trasparenze dei pastello nei deliziosi toni caramello restituiscono freschezza botticelliana ai capi. Ampie gonne dalle architetture ovoidali e bouquet di peonie che arricchiscono i tessuti di gazar di seta contraddistinguono questa collezione.
Testimonianza della vocazione rivolta al sostegno della creatività emergente e dell’apertura internazionale Altaroma ha ospitato Portugal Fashion, una sfilata collettiva di tre designer portoghesi Susana Bettencourt, Daniela Barros, Pé de Chumbo a dimostrare come la genialità portoghese si evolve verso nuove frontiere espressive e come Altaroma sia sempre attenta a captare gli stimoli di innovative abilità creative.
Monteneri – Marquise Bag – Courtesy of Press Office
A segnare il suo debutto in Altaroma con un evento dedicato è Monteneri, piattaforma ispirata al savoir-faire applicato alla moda e al design, che fonde il saper fare manuale della pelletteria con le nuove tecnologie industriali. Con la presentazione di “Centerfold: il saper fare messo a nudo” Monteneri svela le competenze tecniche dei suoi artigiani, un hub dove si favorisce l’alta manifattura. Oltre ad una collezione di borse ed accessori è stata presentata la Marquise Bag, ispirata alle sfaccettature di una pietra preziosa.
Rani Zakhem – Courtesy of Press Office
A calcare le passerelle di AltaRoma con le proprie collezioni sono state anche maison come Renato Balestra, che tra l’altro in occasione dell’evento “Artigiani del Futuro, Tecniche di Couture” ha donato un abito della collezione A/I 2008-09 che è entrato a far parte della collezione del Museo Boncompagni Ludovisi. Rani Zakhem appassionato di gioielli e gemme ha realizzato una collezione per l’A/I 2017 dove i suoi ricami e le sue lavorazioni ricostruiscono il fascino delle pietre. Un omaggio alla magnificenza delle terre russe e all’impero Indiano, tra le corti dei Romanov ed il palazzo del Maharané di Baroda. Ogni abito rappresenta un gioiello o una pietra preziosa, con bagliori accennati, colori accesi e forme sinuose, rubate alle parure più preziose. Abiti come gemme preziose si susseguono in passerella dove la carezza del velluto fa di ogni abito uno scrigno per la donna che lo indossa.
Rani Zakhem – Courtesy pf Press Office
Lo stilista olandese Addy van den Krommenacker lancia invece una speciale collezione dedicata al pittore Hieronymus Bosch ed in particolar modo ha voluto ricreare attraverso le sue creazioni il suo capolavoro, “Il trittico del giardino delle delizie”. La collezione è divisa in tre parti e lo stilista ha realizzato tre foulard a rappresentare ogni tema e gli abiti stessi sono ispirati a tre elementi del famoso trittico. Broccato, chiffon e organza sono accompagnati da gonne plissè soleil che sono un classico nelle collezioni di Addy.
Addy van der Krommenacker – Courtesy of Press Office
A far parte degli eventi In Town di AltaRoma troviamo Margutta Creative District, un progetto nato con l’intento di promuovere la creatività italiana ed internazionale, riportando via Margutta al centro del panorama delle arti contemporanee. Edizione dopo edizione, Margutta Creative District promuoverà il legame profondo tra le radici e la contemporaneità, tra la ricerca e l’innovazione.
Katharine Story – Sfilata Via Margutta – Courtesy of Press Office
L’Alta Moda sarà il filo conduttore di incontri, dialoghi e contaminazioni con vari settori, fra questi troviamo l’arte, il design, la fotografia il food e il wine. Uno degli appuntamenti attesi di questo evento è stato il defilè di moda. Via Margutta è diventata il set di una esclusiva sfilata, su una passerella di 100 metri è stato possibile ammirare le collezioni moda di Katharine Story, dell’Accademia di Moda Sitam di Lecce, di Chiara Baschieri e per la Sezione “Jewelry” le creazioni di Gaia Caramazza e Marina Corazziari.
Marina Corazziari Jewels – Courtesy of Press Office
Grazie a Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno è stato possibile ammirare la mostra che ha celebrato l’acqua attraverso la creatività. “In acqua. H₂O molecole di creatività” realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, è stata ospitata presso l’Aula Ottagona – Ex Planetario del complesso monumentale delle Terme di Diocleziano.
Enrica Borghi e la sua “Regina dei rifiuti” in Acqua – Courtesy of Press Office
La mostra narra come questo fondamentale elemento naturale, l’acqua, sia così determinante per la nostra vita e dell’intero pianeta e abbia ispirato l’arte, la fotografia e la moda. Alcuni artisti si sono ispirati con le loro creazioni ad essa come Enrica Borghi e la sua “Regina dei rifiuti”, Federico Paris con la “Sorgente”, Ilaria Sadun con “Gocce”. Guillermo Mariotto per Gattinoni mette in mostra l’abito scultura “Foco a ‘mare”, vero manifesto couture contro la tragedia umana degli emigranti.
Guillermo Mariotto per Gattinoni – l’abito scultura “Foco a ‘mare” – Courtesy of Press Office.
E’ al The Church Palace Hotel che ha sfilato Sabrina Persechino con la sua MonoTona A/I 16-17 in funzione crescente e decrescente. Come in un insieme matematico che ha come base l’immancabile nero, Sabrina Persechino crea una collezione che rappresenta una funzione monotòna decrescente sottraendo il nero per arrivare al bianco attraverso texture di grigio.
Sabrina Persechino MonoTona A/I 16-17 – Curtesy of Press Office
Uno stile dalle linee semplici, volumi regolari e monolitici che si ispirano ai principi dell’architettura minimalista. “Less is more” dicevaMies van der Rohe, l’essenzialità diventa qualità e questa collezione la rappresenta a pieno. La semplicità compositiva non è solo questione estetica, quanto percettiva: cachemire, faille, tasmanie, pelle lamé non potevano mancare tanto quanto un riferimento alla cultura giapponese con lievi accenni alle maniche dei kimoni orientali.
Sabrina Persechino MonoTona A/I 16-17 – Courtesy of Press Office
In occasione della celebrazione dei 90 anni di Fendi, la Maison romana organizza al primo piano di Palazzo della Civiltà Italiana, l’esposizione Fendi Roma – The Artisans of Dreams – che rimarrà aperta fino al 29 ottobre 2016. Una mostra ideata per celebrare la creatività e l’eccellenza nella pellicceria sin dal 1926.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – Sala Obsession una giungla psichedelica con 300 Bag Bugs
La mostra, suddivisa per sale, Prelude, Roma, Labyrinth, Obsession, Craftsmanship, Experience, Essentials, Dream, e Library, esalta il valore artistico e artigianale di Fendi, da sempre sinonimo di eccellenza, innovazione e savoir-faire dove sperimentazione e creatività vengono interpretate e presentate attraverso un viaggio affascinante e poetico in questi nove universi differenti.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – L’artigiano intaglia la pelle – Sala Craftsmanship
Altaroma non poteva poi non ospitare la passerella internazionale più cool e attesa del calendario. Anche questo anno World of Fashion, regala al pubblico internazionale di esperti e appassionati di moda il grande spettacolo della “moda del mondo”.
Fendi Roma – The Artisans of Dream – Sala Essentials
Nei saloni dell’Hotel Westin Excelsior di Roma si è tenuta la sfilata degli stilisti più promettenti del panorama mondiale. Crocevia di un incontro il World of Fashion – commenta il direttore Nino Graziano Luca – “lancia un messaggio di speranza: il dialogo tra le culture è possibile se si usano linguaggi della moda e più in generale delle arti. Una filosofia confermata dal backstage alla scena, dalla perfetta interazione tra gli stilisti all’atmosfera in platea, contraddistinta anche in questa edizione dalla collaborazione con il progetto etico di African Fashion Gate”.
Fendi Roma – The Artisans of Dreams – Library – Il libro di Fendi
A sfilare le collezioni di uno dei più grandi talenti dell’Alta Moda Italiana, Carlo Alberto Terranova con il suo brand New Land Couture, la colombiana Lisbeth Camargo, il marchio italiano Cerrone, che ha proposto abiti di haute couture mixati ad eleganti bolerini, il tunisino Fawzy Nawar che dedicherà un omaggio all’Africa.
World of Fashion – Carlo Alberto Terranova Collection – Courtesy of Press Office
Mentre l’artista della moda Giuliana Guidotti proporrà una linea di abiti da grande soirée. Il Limited Edition vedrà protagoniste le creazioni orafe “Percorsi di una storia preziosa – L’evoluzione del gioiello dall’antica Magna Grecia ai nostri giorni” di Michele Affidato, le scarpe del Brand Roi Riviere; le borse pezzo unico Princess Munira by Giulia Agrosì create in varie parti del mondo.
World of Fashion – Giuliana Guidotti – Courtesy of Press Office
“Una passerella esclusiva – conclude il suo ideatore – dove i due concept di “world” e di “fashion” si guardano allo specchio, si mescolano e si fondono regalando al pubblico internazionale di esperti e di appassionati lo spettacolo universale della “moda del mondo”.
Molte donne le cambiano tutti i giorni, altre preferiscono sempre le stesse e alcune addirittura non le usano per paura di sciuparle. Infondo nessuna signora può farne davvero a meno, nessuna rinuncia alla borsa! Guai a definirle semplici accessori da abbinare en pendant con le scarpe. E’ un oggetto indispensabile, contiene ciò che di più privato si vuole portare con sé e rappresenta uno dei dettagli più importanti del total look. Gli uomini non ne capiscono. Le distinguono solo per le dimensioni, ignorando che analizzandole si può dedurre il carattere di una donna e dal contenuto se è creativa o più pratica. Non immaginano neanche quanto può essere difficile acquistarne una.
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Scegliere una borsa è come scegliere una compagna: è una cosa seria! Va guardata, provata più volte e immaginata nelle più svariate situazioni: anche sopra un tavolino di un bar deve essere perfetta. Ogni borsa ha un suo carattere e quando una donna trova quella più compatibile e affine al proprio, scocca l’amore. Amore sempre esistito. Dai bauli alle cappelliere, questi alleati del gentil sesso, sono stati i compagni di viaggio perfetti, chic e funzionali. Nonostante siano cambiate epoche e mode, la borsa resta lì, pronta a essere stretta, mostrata e ostentata come fosse un diamante. E’ questo il caso delle it-bag. Borse che hanno subìto il trascorrere del tempo senza mai perdere il proprio valore, essendo considerate ancora oggi come dei must have. La prima sicuramente è la Birkin, creata da Hermes per Jane Birkin accontentando la sua richiesta di una borsa da viaggio comoda ma elegante. Il valore attuale supera i 6000 euro e le liste d’attesa sono lunghe anni.
Baguette Fendi
Più reperibile, ma ugualmente costosa, laChanel 2.55 ricordando la sua infanzia. Una delle prime borse portabili a tracolla, in pelle trapuntata perfetta sia con un tubino nero che con tailleurs in jersey. Lo Speedy di Louis Vuitton indossato da Audrey Hepburn, resta l’oggetto del desiderio della maggior parte delle teenager. La BaguetteFendi è diventata il simbolo di una maison, che la ripropone in ogni collezione, rielaborandola in materiali diversi. Ad ogni donna la sua borsa. Preziosa o presa in saldo, vintage o recentissima, la cosa che più conta è che riesca ad esprimere qualcosa di chi la indossa: il carattere, il suo alter ego e qualcosa anche di immaginabile.
Dopo il successo delle due passate edizioni, torna per la terza volta l’iniziativa del gruppo di lusso LVMH nota come “Les Journées Particulières” : per tre giorni, dal 20 al 22 maggio 2016 sarà possibile scoprire i segreti e curiosare lì dove le creazioni di alcuni brand celebri vengono ideate e realizzate. Le più importanti maison del gruppo Moët Hennessy – Louis Vuitton, infatti, apriranno le porte ai loro estimatori. Luoghi solitamente chiusi al pubblico, spesso custoditi in palazzi storici di rara bellezza, faranno da sfondo a workshop ed omaggi al savoir-faire artigianale che si cela dietro le collezioni mostrate in passerella e nei negozi. Sono 51 per l’esattezza i luoghi aperti al pubblico tra Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Svizzera e Polonia, divisi tra moda e pelletteria, profumi e cosmetici, orologi e gioielli e vini e alcolici.
House of Dior. Courtesy LVMH.
Ad esempio, sarà possibile entrare nella nuova sede di Fendi nel Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, nel lanificio di Loro Piana a Roccapietra (Vercelli), oppure ancora nell’atelier di Louis Vuitton a Fiesso D’Artico (Venezia). Sarà, inoltre, possibile guardare e toccare con mano pezzi d’artigianato unici nella famosa boutique di Bulgari in Via Condotti. Durante Les Journées Particulières 2016, Emilio Pucci a Castelfiorentino e Acqua di Parma in Piazza di Spagna a Roma, organizzeranno alcuni workshop per mostrare come vengono realizzati alcuni tra i prodotti più celebri dei brand del lusso. La realtà del marchio Pucci, ad esempio, sarà raccontata dai protagonisti che quotidianamente vi lavorano, come modelliste, sarte e stilisti di stampe anche grazie alla mostra “Elements”, a cura di Maria Luisa Frisa, ideata per poter tratteggiare e raccontare , tra tradizione e contemporaneità, i codici di stile del brand fiorentino.
Volando a Parigi, sarà possibile visitare i Salons di Christian Dior in Avenue Montaigne, i Salons Chaumet passando per l’atelier di calzature Berluti in zona Champs-Elysées e, per la prima volta, il sito di produzione del marchio Guerlain a Chartres, dove sarà possibile seguire la realizzazione di alcuni tra i cosmetici più apprezzati nel mondo. Louis Vuitton, aprirà inoltre i laboratori di Asnières e quelli a Sainte-Florence in Vandea, mentre Moët & Chandon accoglierà nel suo laboratorio di ricerca a Épernay gli amanti delle bollicine. Ancora, a Madrid Loewe farà entrare i fashion addicted nel suo atelier di moda situato sulla centralissima Gran Via, mentre Hublot aprirà le lussuosissime porte della suo laboratorio svizzero di orologeria, a Nyon.
Courtesy Berluti/LVMH.
L’edizione 2016 sulla carta si prepara a battere i record degli anni passati anche in virtù dell’estensione da due a tre giornate de “Les Journées Particulières”: l’iniziativa nel 2011 aveva raccolto 100 mila adesioni, nel 2013 il numero di partecipanti era salito a 120 mila.
Per consultare il calendario ufficiale dell’evento firmato LVMH basta andare sul sito interamente dedicato a queste “giornate particolari”, dove sarà possibile consultare il programma completo e assicurarsi il proprio posto prenotando la visita che più ci interessa (c’è infatti un massimo di due visite a persona, per poter consentire al maggior numero di estimatori di partecipare agli eventi). Le iscrizioni vere e proprie apriranno il 21 Aprile, ma nelle passate edizioni i posti disponibili, vista la rarità della manifestazione, sono andati a ruba in pochissimo tempo. Dunque, meglio non farsi scappare l’occasione!
Per i veri appassionati dei marchi del lusso e per i consumatori più accaniti quest’occasione sembra essere, ancora una volta, importantissima per poter toccare con mano la manifattura artigianale di alto livello che contraddistingue da sempre i brand del gruppo LVMH e mostrare, inoltre, l’importanza delle economie europee in questo settore, mettendo in risalto la creatività e l’unicità che da sempre le contraddistingue.
L’anno appena terminato è stato costellato da notizie e avvenimenti importanti per il mondo della moda: ripercorriamoli insieme.
Chi viene e chi va.
Dopo il chiacchierato addio di Frida Giannini, il 21 gennaio Gucci ha comunicato il nome del nuovo direttore artistico, Alessandro Michele. La scelta di uno stilista giovane e poco conosciuto è stata vincente per il brand del gruppo Kering: Michele ha turbato e poi conquistato i cuori delle fashioniste con collezioni genderless e un romanticismo d’antan. Ma altri giri di poltrona hanno scosso il fashion system nei mesi successivi. Dopo soli tre anni la liason tra Alexander Wang e Balenciaga è terminata nella struggente sfilata dello scorso ottobre. Il giovane statunitense ha dichiarato di volersi dedicare a tempo pieno alla propria griffe, ma c’è chi giura che la maison francese lo abbia cacciato a causa del calo di vendite. Gli ultimi mesi dell’anno non hanno risparmiato scossoni ai piani alti della moda francese. Mentre Raf Simons annunciava di voler lasciare la direzione di Dior, la maison Lanvin estrometteva Alber Elbaz dopo 14 anni di onorata carriera. Entrambi gli stilisti hanno risentito della pressione di dover disegnare circa 10 collezioni l’anno, tra sfilate, cruise collections, capsule e seconde linee.
Alessandro Michele Photo courtesy Gucci.com
Anniversari illustri.
A dominare la scena milanese del 2015 è stato Giorgio Armani, che ha festeggiato i 40 anni del suo impero. Una sfilata-evento, una serie di party patinati, la nomina a special ambassador per Expo 2015 e infine l’apertura di Armani/Silos, un museo che raccoglie 600 abiti e 200 accessori tra i pezzi più iconici delle sue collezioni. «La moda, che sembra vivere in un eterno presente, ha necessità di riflettere su se stessa e sulle proprie radici proprio per proiettarsi nel futuro – ha dichiarato durante l’inaugurazione – Ricordarci come siamo stati ci aiuta a capire come potremo essere». Karl Lagerfeld e Fendi hanno festeggiato 60 anni di amore incondizionato con una nuova sede (presso il Palazzo della Civiltà a Roma), un libro che ripercorre le tappe principali di questi decenni e il debutto nell’alta moda con la prima collezione haute furrure. Anche i gemelli canadesi Dean e Dan Canten hanno voluto festeggiare in Italia i 20 anni del loro marchio DSquared2, in una sfilata colossale che ha aperto Milano Moda Uomo a gennaio.
Il libro “Fendi by Karl Lagerfeld” Photo courtesy Fendi.com
Il valzer degli addii.
Il 2015 è stato segnato da due momenti bui nel mondo della moda italiana: l’addio a due grandi stilisti, Elio Fiorucci e Mariuccia Mandelli. Fiorucci, spentosi a luglio a 80 anni appena compiuti, è stato un grande rivoluzionario del made in Italy. Con lo sguardo sempre rivolto ai giovani e allo streetwear, ha introdotto il camouflage nell’abbigliamento casual, ha creato il primo concept store con un’atmosfera giocosa e pop e ha rivoluzionato il concetto stesso di fashion con la sua love therapy. Mariuccia Mandelli, meglio conosciuta come Krizia, ci ha salutati lo scorso 7 dicembre alla veneranda età di 90 anni. Sempre irriverente eppure profonda, la sua moda raccontava di mondi onirici e animali fantastici, di tagli audaci e linee moderne.
«Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori». Queste parole, scolpite sulla sommità del Palazzo della Civiltà a Roma, rappresentano lo spirito italiano e quello di Fendi, la maison che da 90 anni rappresenta il made in Italy nel mondo.
Photo Courtesy Fendi.com
La forza del marchio sta nell’equilibrio tra innovazione e tradizione e in un fortissimo legame con la città eterna, dove poche settimane fa è stato inaugurato il nuovo headquarter. Nel luglio 2013 Bernard Arnault, alla guida del gruppo Lvmh proprietario di Fendi, ha reso noto un accordo con Eur Spa per la gestione del Palazzo della Civiltà. Detto anche “il colosseo quadrato”, l’edificio d’impronta fascista è stato costruito negli anni ’30 in previsione dell’Esposizione Universale del 1942 (poi annullata a causa della guerra). Da allora domina il quartiere dell’Eur, con i suoi archi e le sue 28 statue che rappresentano le arti del popolo italiano. L’artigianato e la filosofia, la stampa e il commercio, la medicina, la creatività.
Non solo moda, quindi, nel nuovo quartier generale di Fendi: al piano terra un grande spazio espositivo ospiterà mostre e performance. La prima è stata inaugurata lo scorso 23 ottobre, si intitola Una Nuova Roma. L’Eur e il Palazzo della Civiltà Italianaed è realizzata in collaborazione con l’Assessorato della Cultura e dello Sport di Roma – Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Protagonista è proprio il Palazzo della Civiltà, luogo al contempo storico e magico. In esposizione gratuita fino al 17 marzo 2016, disegni, schizzi e studi dei grandi architetti del Novecento, oggetti di design, opere d’arte, fotografie di Karl Lagerfeld e di colleghi illustri come Gabriele Basilico, Fabrizio Ferri, Franco Fontana, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice. Insieme alla proiezione di spezzoni tratti da pellicole di Roberto Rossellini, Federico Fellini,Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni dedicati al Palazzo, al quartiere Eur e alla città eterna.
A oltre settant’anni dalla sua creazione, il palazzo ritorna a vivere. Karl Lagerfeld, Silvia Venturini Fendi, Marco De Vincenzo e altri 60 designer raccoglieranno le idee – e le trasformeranno in bozzetti, e poi in sogni indossabili – al sesto piano dell’edificio.
Photo Courtesy Fendi.com
Un anno d’oro per Fendi, che ha regalato a Roma anche il restauro della Fontana di Trevi, riaperta il 3 novembre dopo 17 mesi di lavoro. È stato anche l’anno del debutto nell’alta moda con la prima collezione haute furrure, e della pubblicazione del volume FENDI by Karl Lagerfeld per celebrare i cinquant’anni d’amore tra il Kaiser della moda e la maison italiana. Sempre alla ricerca di materiali preziosi ma innovativi, di volumi esagerati o asciutti, di morbidezza, disinvoltura e vestibilità. All’insegna della doppia F: Fun Fur!
La vita, per gli uomini, sta diventando davvero complicata. Sono lontani i tempi in cui la moda era soltanto una cosa da femmine. Stagione dopo stagione, i guardaroba dei maschietti si sono arricchiti progressivamente di colori e accessori, complicando molto la scelta dei capi.
Nelle sfilate delle collezioni di moda maschile A/I 2015-2016, i diversi brand si sono divertiti a ricoprire i loro modelli con strati e strati di indumenti: camicie, blazer, montgomery, parka foderati in pelliccia, cappotti con colletto in pelliccia, giubbotti con interno in pelliccia e… pellicce. Gli stilisti si sono sbizzarriti con colori, fantasie e tessuti. Righe, camouflage, disegni floreali, immagini di animali, geometrie tartan e fantasie più astratte shakerati in un cocktail fresco e frizzante. E poi pelle, nylon, denim, jersey, il tutto mixato nelle più illogiche combinazioni.
Insomma, si è palesata una nuova visione dell’universo moda maschile. I tradizionalisti, però, possono sempre contare su due intramontabili alleati: il papillon e la cravatta. Veri e propri evergreen dell’eleganza maschile, vengono valorizzati e reinterpretati da vari brand. Proprio dalle sfilate, rubiamo qualche consiglio.
I papillon a farfalla sono tra gli accessori principali di Dior Homme. Rigorosamente neri, sono accostati al black tie, come vuole il galateo, sebbene lo stilista minimizzi la serietà dell’outfit inserendo delle spille colorate. Il papillon nero è perfetto per lo smoking e obbligatorio quando si indossano le bretelle o una camicia con colletto alto e alette. Per un look più giovanile e meno impegnativo, esistono versioni colorate o con fantasie. Junya Watanabe, ad esempio, punta sui pois, proponendo una versione meno classica dell’accessorio. In realtà, non rinuncia del tutto a quello classico nero, ma lo abbina a giacche più casual, in completi spaiati. I papillon a tinta unita sono una scelta sicura e sono adatti sia a camicie monocolore, sia a camicie con fantasie. Viceversa, su camicie a tinta unita, si può optare per un papillon con illustrazioni, righe o pois. L’accostamento di due fantasie è riservato ai più eccentrici.
Per quanto riguarda la cravatta, i fashion designers la ripropongono nelle versioni più disparate. Brioni e Hardy Amies la vogliono più classica, stretta e nera, sotto un maglioncino o alla giacca. Darks la fa mimetizzare sulla camicia optando per un tono su tono. Più particolari le cravatte di Dolce & Gabbana, a fantasie bianche e nere, e quelle di John Richmond con forme geometriche super colorate. Julien David annoda la cravatta disordinatamente, accostandola a look più trasandati. Cravatte nere e strette sono quelle proposte da Dior Homme, che però, se per i papillon si mostra più tradizionale, con la cravatta si diverte, inserendola nell’abbigliamento sportivo, insieme a camicie in denim, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica. Irriverente Tom Browne, che ama sì la cravatta classica con camicia bianca e giacca, ma fa indossare agli uomini le gonne.
Gli uomini che non hanno ancora imparato a districarsi tra i nodi dei vari cravattini, possono tirare un sospiro di sollievo: super protagoniste dell’inverno 2016 saranno infatti le maxi sciarpe (come quelle di Fendi o Salvatore Ferragamo) e i foulard dandy style (visti da Gucci) affusolati attorno al collo.
La moda si fa sempre più sociale partecipata. Infatti gli stilisti non sembrano più limitarsi alla presentazione delle collezioni attraverso passerelle reali e virtuali, ma sembrano voler coinvolgere direttamente il pubblico attraverso il 2.0.
La creatività virale sta prendendo piede attraverso App e digitalcontest che danno la possibilità agli amanti del fashion di realizzare o almeno vedere virtualmente realizzato il capo o l’accessorio dei propri sogni.
In particolare ci hanno pensato la maison Fendi e il brand Ynot? rivolgendosi a un pubblico decisamente giovane che attraverso la tecnologia voglia disegnare la propria borsa.
Quella che Fendi ha creato, infatti, è una myBAGUETTE, una App scaricabile da iTunes e Google Play che permette di creare direttamente con smartphone e tablet la borsetta. Utilizzando tutti gli strumenti da disegno virtuale, come pennelli, filtri, mix di colori e ogni tipo di effetti speciali, dal vintage al seppia al caleidoscopico, e avendo anche la possibilità di aggiungere foto personali, chiunque può provare a realizzare un modello unico. Un breve tutorial spiega come.
Dal modello bianco di base è così possibile sbizzarrirsi e personalizzare la baguette nel modo più estroso o raffinato inserendola nella propria Gallery e condividendola nella Fendi Baguette Community e nei social network. E’ possibile ispirarsi anche alle borse realizzate da grandi stilisti internazionali le cui baguette si trovano nella sezione Art Gallery:Tom Sachs, Michelangelo Pistoletto, Richard Prince, Lucy and Jorge Orta, Hiroshi Senju e Francesco Vezzoli. Infine ogni mese sarà scelta da Silvia Venturini Fendi la borsa del mese.
Quello che invece propone Ynot? è un concorso, tutto virtuale, User Generated Design, che permette agli amanti del brand di vedere concretamente realizzata la borsa con l’immagine proposta.
Le categorie in gara sono quattro: fotografia, collage, tecnica mista e disegno/pittura. Gli utenti hanno tempo fino al 20 luglio per esprimeranno il proprio voto per ognuna di queste: saranno 10 le immagini selezionate e un’apposita giuria decreterà i quattro vincitori, che potranno volare a New York. I partecipanti al contest, La borsa YNot? che vorrei! sono stati 6679 con 541 creazioni.
La scelta di puntare su un concorso completamente social è spiegata dal CEO Giorgio Gioshi, “Negli ultimi anni il nostro settore ha cambiato volto, passando dalle esclusive maison e dai prestigiosi atelier agli affollatissimi Social Media. Al tempo stesso anche il mercato si è trasformato, e con esso sono mutate le esigenze dei consumatori, sempre più attenti al brand e consapevoli dei propri gusti. Il progetto che stiamo portando avanti è la sintesi di una nuova vision aziendale, che coinvolge direttamente e attivamente gli utenti nell’evoluzione della nostra brand identity. I fan digitali sono il nostro nuovo pubblico, è a loro che un marchio moderno deve rivolgersi”.
Imponenti come non mai gli abiti scultura di Cappucci, il caleidoscopio rigato di Missoni, i jeans di Fiorucci e i modelli a sorpresa di Moschino, si ergono nelle sale espositive del celebre museo di Londra, il Victoria and Albert Museum, per festeggiare i 70 anni della Moda Italiana. E’ qui che torna di scena il made in Italy con “The Glamour of Italian Fashion 1945-2014″, una mostra evento che ha aperto i battenti lo scorso 5 aprile e sarà visitabile fino al 27 luglio 2014.
E’ un viaggio nel mondo della moda italiana, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, quello presentato nelle sale del più prestigioso museo d’arte e design del mondo, un percorso nel passato recente dell’Italia visto e proposto nella veste storica di uno dei settori più celebrati del Bel Paese, la moda, che attraverso personaggi, maison e momenti importanti hanno reso grande lo stile e la qualità italiana nel mondo. “La moda è cruciale per l’Italia e l’Italia è cruciale per la moda” – commenta Tom Ford durante l’inaugurazione della mostra. Un’appassionante esplorazione attraverso i meandri della storia, patrimonio d’arte fatto di genio e abilità artigiana, creatività e destrezza commerciale, la rassegna racconta come l’Italia sia riuscita a passare dagli austeri abitini di “garanzia italiana” del periodo fascista all’eccellenza attuale, famosa e sopratutto richiesta in tutto il mondo.
Abiti di Jole Veneziani 1956
Centoventi sono i pezzi in mostra che, come spiega la curatrice Sonnet Stanfill, non vogliono rappresentare un’enciclopedia della moda italiana, bensì un compendio in cui a emergere devono essere i punti chiave che contraddistinguono il Made in Italy, ossia l’altissima qualità sartoriale, l’eccellenza della manifattura e dei materiali e la tradizione di molte case di moda estese in tutte le regioni del Bel Paese. “Abbiamo tentato di riproporrre al pubblico le tappe di un percorso che hanno reso la moda italiana unica nel suo stile e nei suoi prodotti – commenta la Stanfill – e l’abbiamo fatto dividendo l’installazione in due parti. La prima parte è dedicata agli anni dell’Alta Moda, mentre la seconda che arriva fino ai giorni nostri, è riservata al ready to wear, all’industria in larga scala che ha conquistato anche i mercati più difficili”.
L’installazionerealizzata dal museo londinese è una ricostruzione minuziosa resa possibile da un lungo lavoro iniziato dallo studio degli archivi storici delle aziende di moda, dalla preziosa collaborazione di Bulgari e dal contributo di numerose collezioni private ,che per l’occasione hanno prestato alcuni dei loro pezzi più belli. Tessuti e creazioni favolose sono così a portata di visitatore, offrendogli la possibilità di conoscere per la prima volta anche alcuni grandi protagonisti del mondo della moda italiana, noti fino ad ora solo ad esperti del settore. Come l’illustre Giovanni Battista Giorgini, che negli anni Cinquanta lanciò i prodotti italiani sul mercato internazionale. Dopo il 1945 le industrie manifatturiere grazie al Piano Marshall, ripresero a lavorare favorendo l’inizio del ritorno al lusso che necessitava però di una nuova spinta rivoluzionaria. A fornirla è stato proprio l’imprenditore Giorgini, che nel 1951 inaugurò a Firenze il primo salone internazionale della moda. Successo che si ripeté quando l’imprenditore organizzò lo show nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove sfilarono i migliori stilisti dell’epoca sotto l’occhio attento di centinaia di buyers.
Elizabeth Taylor indossa i gioielli di Bulgari, Photo courtesy press office V&A
Al Victorian and Albert Museum potranno essere ammirate proprio le creazioni di quelle prime sfilate, dai pizzi elaborati degli abiti da sera delle sorelle Fontana, ai delicati abiti da cocktail con stola di Emilio Pucci con le loro ampie gonne che sbocciano come fiori fino ad arrivare ad alcuni splendidi abiti della stilista Simonetta, molto amata dal pubblico americano. E saranno proprio questi ultimi grazie ai desideri delle star di Hollywood, a fare da volano internazionale della moda italiana. Infatti dalla Dolce Vita di Fellini, con gli splendidi abiti indossati da Anita Ekberg, realizzati dalle sorelle Fontana, a quelli di Ava Gardner ed Elizabeth Taylor, le attrici diventano le principali ambasciatrici nel mondo dello stile italiano. Proprio di quest’ultima sono esposti i gioielli di Bulgari, comprati per l’attrice da Richard Burton.
Dagli albori del Made in Italy si arriva al boom degli anni Ottanta di Giorgio Armani, Fendi, Gianfranco Ferré, Gucci, Missoni, Prada, Pucci, Versace e Dolce e Gabbana fino ad arrivare agli stilisti dei nostri giorni come Gianbattista Valli, al duo Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli alla guida della maison Valentino, a Fausto Puglisi e Stella Jean. La mostra è arricchita da immagini e testimonianze di numerose celebrità tra cui Audrey Hepburn, inoltre attraverso filmati e interviste ai protagonisti del mondo della moda, viene documentata l’eccellenza dei diversi settori del Made in Italy, dal pregiato tessile alla maestria sartoriale, dalle nuove tendenze alle moderne strategie di comunicazione.
Editor-in-chief of the British edition of Vogue Alexandra Shulman, Italian designer Valentino; editor of Vogue Italia Franca Sozzani and long-time partner of Valentino, Giancarlo Giammetti at The Red Carpet of “The Glamour of Italian Fashion”. Photo credit should read CARL COURT/AFP/Getty Images
La mostra ha l’ambizioso obiettivo di raccontare attraverso disegni, abiti e celebrità la storia dell’eleganza e dell’eccellenza tutta Made in Italy e di quanto essa sia stata influente dal secondo dopoguerra in poi, fino a diventare vessillo della capacità imprenditoriale e dello stile in tutto il mondo. Un evento questo, che oltre a mettere in risalto la creatività pone le basi per una riflessione sul futuro. “La moda è tutto il mondo, noi siamo italiani” commenta Stefano Gabbana. In un districarsi di valori e sentimenti nazionali è il paesaggio della creatività che si vuole mettere in risalto, quella mappa digitale che sottolinea la rete di tessutai, di laboratori e filiere industriali distribuite su tutto il territorio.
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