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Inside Za’atari. L’Arte racconta la realtà del campo profughi giordano

Il campo profughi di Za’atari in Giordania ha aperto nell’Agosto del 2012 ed ha accolto, ad oggi, fino a 130,000 rifugiati. Attualmente conta 80,000 persone di cui oltre la metà sono minorenni. Cosa significa per un adolescente lasciare il proprio paese, diventare un rifugiato e vivere in un campo con una vaga speranza di ritornare un giorno a casa propria? Può fare una differenza essere un maschio o una femmina? La fotografa documentarista Agnes Montanari ha incontrato Khaldiye, una ragazza di 17 anni, Yunis, un ragazzo di 18 anni e molti altri ancora, oltre tre anni fa, attraverso le classi di fotografia che lei teneva all’interno del campo.Quando li ha conosciuti, i ragazzi erano appena arrivati a Za’atari. Durante questi tre anni, ne ha condiviso gioie e disillusioni, ha parlato a lungo con loro della vita prima dell’arrivo al campo, dei loro problemi, delle loro aspettative, ma soprattutto ne ha testimoniato la trasformazione.

STUDENICA_ Ph Agnes Montanari
STUDENICA_ Ph Agnes Montanari

Lasciare la Siria ha significato il collasso delle famiglie e dell’organizzazione sociale che ne consegue, scatenando una serie di conseguenze differenti per i ragazzi e per le ragazze rispetto al cambiamento di ruolo, all’accesso all’istruzione. I valori sociali vengono messi in discussione e il desiderio di ritornare in Siria è stravolto. Inoltre, come sfondo alle storie personali di questi giovanissimi ragazzi e ragazze, c’è “il Campo”: la sua condizione al tempo stesso temporanea e permanente; la sua organizzazione, la sua dimensione, i suoi simboli, la vita di tutti i giorni al suo interno e le trasformazioni che sono avvenute nel corso degli anni.A riprova di questo, nel 2013 Za’atari è diventata la quarta citta in Giordania, per estensione e numerosità della popolazione: una città nata dal nulla. Se la paragoniamo ad altre città mediorientali nate dal nulla, come Dubai o Abu Dhabi, sembrano somigliarsi per la velocità di sviluppo, per le implicazioni sociali e le conseguenze economiche. Sembrano esempi complementari della città contemporanea e di modelli sociali, destinati probabilmente a moltiplicarsi negli anni a venire, verso un’organizzazione sociale internazionale, composta fondamentalmente da piramidi e capanne.

Inside Za'atari_ Illustrazione di Fabio Barilari
Inside Za’atari_ Illustrazione di Fabio Barilari

La mostra, in parte presenta una selezione di fotografie di Agnes Montanari e dei suoi studenti di Za’atari, ovvero i giovani e aspiranti fotografi, ragazzi e ragazze che ha conosciuto e che hanno seguito le sue lezioni. In altra parte, presenta le illustrazioni dell’architetto e artista Fabio Barilari, che collabora da tempo con Agnes Montanari sul progetto congiunto di documentare le storie di questi ragazzi rifugiati, attraverso la combinazione di illustrazioni e fotografie. Un tandem di competenze e tecniche artistiche per raccontare le loro storie.

 

Foto di Qais
Foto di Qais

Agnes Montanari

La mia carriera di fotografa documentarista e di media professional è cominciata con la mia prima mostra a Nuova Delhi (India), ‘The City of Djinns’ nel 2001. Da allora, ho sviluppato progetti documentaristici e di comunicazione in vari paesi quali la Serbia, la Georgia, il Bangladesh (‘Daughters are gold to their mothers’ che documentava il bordello di Daulotdia) e lo Yemen (‘Le Monde d’Aïcha’, graphic novel).  I miei viaggi e l’esperienza professionale mi hanno portato a focalizzare su temi sociali ed umanitari relativi a gruppi vulnerabili quali giovani rifugiati, dislocati, lavoratori del sesso, migranti e minoranze. Negli ultimi 3 anni, ho insegnato fotografia a gruppi di bambini e ragazzi vulnerabili (rifugiati Siriani nel campo di Za’atari e di Ammam in Giordania).

http://agnesmontanari.photoshelter.com/#!/index

 

 Inside Za'atari_Illustrazione di Fabio Barilari

Inside Za’atari_Illustrazione di Fabio Barilari

Fabio Barilari

Architetto e illustratore.

Come architetto mi sono specializzato nello studio e nella progettazione architettonica ed urbana.

Lo studio Fabio Barilari Architetti ha ottenuto riconoscimenti e pubblicazioni nazionali ed internazionali quali il 1 ° premio Inarch nel 2000 e nel 2010. Ho partecipato alla Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa del Mediterraneo (Roma, 1999), alla Biennale di Venezia (nel 2000 e 2012) e alla 13° Triennale Internazionale di Architettura a Sofia, in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Roma. Nel 2013, il progetto Picture House è stato selezionato per la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana – Triennale di Milano. Ho insegnato progettazione architettonica e disegno presso La Sapienza, e presso le sedi a Roma di Cornell University, Arcadia University ed Iowa State University.

Come illustratore ho collaborato con riviste di musica (Follow that Dream) e fumetto d’autore (ANIMAls). Dal 2013 collaboro con il Goethe-Institut in un progetto volto all’illustrazione delle principali città in Germania. Nello stesso anno ha presentato il progetto “Il Senso delle Cose” in una mostra personale al Chiostro del Bramante a Roma.

La ricerca sviluppata in questi differenti settori è stata presentata per la prima volta nel 2011 sulla rivista ABITARE diretta da Stefano Boeri. Ho esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia, Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Cina, Vietnam e Korea.

http://www.fabiobarilari.com/

http://fabio-barilari.blogspot.it/

 

Facebook – Inside Za’atari

Instagram – https://www.instagram.com/insidezaatari/?hl=en

Un Ringraziamento speciale a Fabiana De Rose, al Vitala Festival, al Teatro San Genesio e al Goethe-Institut per aver reso possibile questa mostra.

INGRESSO ALLA MOSTRA GRATUITO – La mostra rimarrà allestita dal 27 Maggio al 8 Giugno 2017 e sarà visitabile nelle ore pomeridiane, previo appuntamento o contestualmente ai prossimi eventi in programma presso il Teatro.

 

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