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Fashion Revolution Day: l’etichetta etica

Al motto di Chi ha fatto i tuoi vestiti?,  centinaia di migliaia di persone nel mondo hanno indossato gli abiti al rovescio. Non si è trattato di un errore di massa, ma di un flash mob etico-virtuale. Una volta tanto anche le più accanite fashion victim, infatti, hanno guardato l’etichetta dei propri capi non per confrontarsi su chi ha il più costoso o il più griffato, ma per capire qual è etico e quale no. Perché anche la moda può e deve avere una morale. E’ il messaggio lanciato dal primo Fashion Revolution Day del 24 aprile scorso.

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Non si è trattato di una data casuale, ma dell’anniversario della tragedia che nel 2013 ha visto morire decine di operaie tessili in Bangladesh Per sensibilizzare le persone ad acquistare da aziende che seguano processi di lavorazione corretti, nel rispetto dei lavoratori e dell’ambiente, il mondo della moda ha deciso di attivarsi attraverso iniziative di questo tipo, che stanno riscuotendo grande successo.

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A promuovere l’evento in Italia è stata la famosa stilista Marina Spadafora insieme ad AltroMercato, per il quale disegna la collezione  Auteurs du Monde, che definisce orgogliosamente “antropologica”, proprio per il lavoro che lei stessa fa a stretto contatto con gli artigiani e i piccoli produttori delle filiere tessili che collaborano con lei: dall’Africa all’Asia all’America Latina.

Con Vandana Shiva

Per questo motivo la stylist, che si  impegna dal 2007 per una moda etica e sostenibile, riguardo al Fashion Revolution Day ha affermato con soddisfazione: “E’ andata bene, decisamente. Ci sono state così tante manifestazioni che penso che il desiderio di aumentare il livello di consapevolezza sul percorso produttivo ci sia. Ora molte più persone lo conoscono.”

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Quello che si deve sapere è appunto che le industrie della moda, grandi e piccole, devono seguire dei processi di lavorazione eco-friendly e avere delle certificazioni che attestino lo stato biologico dei tessuti e l’utilizzo di sostanze non nocive per l’ambiente.

Soffermarsi a guardare l’etichetta doveva servire proprio a domandarsi se sono state rispettate le regole previste, perché, aggiunge la Spadafora, “in momenti di crisi la gente se ne frega delle norme, ma la crisi non è solo economica, è anche di sistema, di diritti dei lavoratori ed ecologica. Le persone  devono rendersi conto che se si aggiusta il tiro su un aspetto, si aggiusta tutto.”

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La partecipazione è stata notevole anche grazie alla promozione che i  media hanno fatto all’evento. In particolare in Italia, sottolinea, “la gestione da parte di Pierluigi Traversa di AltroMercato è stata ottima. Io ho scritto un articolo per Vogue.it, mentre all’estero, dove è nata l’idea, tra Inghilterra e Olanda, sono state tante le celebrity coinvolte nel lancio. “

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E infatti  la partecipazione entusiastica e  numerosissima è dimostrata dalle tantissime immagini pubblicate sulla pagina Facebook del Fashion Revolution Day Italia: ragazze, ragazzi, grandi e piccoli, hanno voluto dare il proprio contribuito dimostrandosi attenti non solo alla moda, ma anche all’eco-moda.

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Tanto che si immagina ci saranno altre manifestazioni simili, di sicuro da parte della Spadafora, che ha già in previsione diverse conferenze sulla moda etica da tenere in Università italiane: “Dopo Arezzo andrò l’8 maggio a Rimini per parlare ancora di moda etica, e poi ci saranno altri incontri ancora in giro per l’Italia. Intanto ci sono varie iniziative sparse per il territorio. Il messaggio importante è che le persone devono essere più informate: informarsi su chi gestisce la produzione, se lo fa in modo etico, e promuovere proprio quelle aziende che dimostrano di essere virtuose. E’ il modo migliore per costruire consapevolezza e informazione”.

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FUCK!FAKE | Come riconoscere una borsa Louis Vuitton

Alcuni consigli su come riconoscere una borsa Louis Vuitton falsa:

Comprate sempre nei negozi o sul sito web ufficiale: se volete essere sicuri di quello che state comprando, recatevi in uno store Louis Vuitton. Potete trovare sul sito web ufficiale tutti i negozi dislocati sul pianeta. Da circa un anno poi è attiva sul sito la sezione di e-commerce, molto affidabile.

Le borse di Louis Vuitton inoltre sono realizzate con un unico pezzo in canvas. Se avete in mano una borsa con una cucitura che attraversa la parte superiore, è “taroccata”.

La L e la V non sono perfettamente sovrapposte, ma quasi incatenate, la L è leggermente più in basso della V.

I simboli LV sono simmetrici, centrali attorno ai disegni.

I manici e le rifiniture delle borse Louis Vuitton sono in vacchetta naturale. La pelle, quando si acquista una Monogram nuova, sarà quindi di colore  beige chiaro. Col tempo la vera pelle si ossida e scurisce. Se all’acquisto i manici e le rifiniture sono già scuri, è falsa. Come è falsa se col tempo la pelle non scurisce.

Attenzione ai dettagli e alle rifiniture, curate nei minimi particolari dalla maison. I manici e le rifiniture sono in vacchetta naturale beige chiara all’acquisto, ma con i bordi in rosso e le cuciture in giallo.

Il canvas Monogram nasce nel 1896 sull’idea di George Vuitton proprio per evitare che i competitor potessero copiare i bauli di Louis Vuitton: paradossalmente, oggi è proprio il Monogram a essere più copiato. Spesso i contraffattori sono diventati davvero abilissimi nel disegnare il Monogram, mentre a volte si può riconoscere subito che si tratta di un falso.

L’etichetta all’interno delle borse, è in pelle e riporta la scritta incisa Louis Vuitton Paris Made in France. All’interno della fodera c’è sempre un codice di riconoscimento del prodotto .

Le parti metalliche delle borse Louis Vuitton sono in ottone dorato. Toccandole, sono abbastanza pesanti.

Diffidate da borse con prezzi e cartellini attaccati, spesso mostrati dagli imbonitori che vi vogliono rifilare il tarocco come garanzia di originalità. Una borsa originale non è coperta da plastica, nemmeno attorno ai manici e viene venduta dentro a un sacchetto di tela che riporta in nero il nome della maison.

Controllate i dettagli: il marchio LV è dipinto a mano, non stampato. Ed è impresso anche in ciondoli e chiusure.

I fiori e le stelle tipici delle stampa di Louis Vuitton hanno 4 punte, mentre in quelle taroccate spesso sono 5.

I manici non sono incollati tra loro ma cuciti, e la qualità conta, provate a staccare dei manici da una borsa LV è pressochè impossibile, mentre in quella contraffatta è piuttosto facile.

LOUIS VUITTON SPEEDY:

Le misure disponibili della Speedy sono 25-30-35-40 e corrispondono ai cm di larghezza della borsa.

Nella Speedy dimensione 30 il monogramma LV si ripete nel “corpo” della borsa 4 volte per ogni riga –orizzontalmente- per 8 colonne –verticalmente- considerando l’unico pezzo di tela. Ovviamente si vedono 3 righe sul davanti (ogni riga formata da 4 LV), 2 righe nella parte sotto e altre 3 righe nella parte dietro.

All’interno della Speedy 30 si trovano 2 cartellini, semplicemente appoggiati, senza nessun filo, non legati in nessun modo.
Uno è color crema di circa 3×6.5 cm, con scritto da entrambi i lati LOUIS VUITTON a capo piccolo MALLETIER A PARIS in piccolo, incorniciato in un rettangolino e in alto al centro. Sotto il rettangolo, da un lato del biglietto c’è scritto Coated fabric – Cowhide leather trim , dall’altro lato invece la stessa scritta ma in francese: Textile enduit – Garnitures cuir de vachette . Le scritte sono marrone scuro.
L’altro cartellino è più simile ad un’etichetta, ha anche un foro di lato, ma non ha fili di nessun tipo. E’ bianco, misura circa 8,5×4,5 cm. In alto a sinistra c’è scritto SPEEDY 30. Al centro c’è un codice a barre con a sinistra un disegno della borsa. Sopra e sotto il codice a barre c’è il codice alfanumerico che si legge anche sulla ricevuta (ma non è come quello all’interno della borsa!). E’ composto da una M e 5 numeri. Sopra è più grande, sotto invece è piccolo e in mezzo a due asterischi. In basso sulla sinistra c’è scritto MONOGRAM. Dietro è tutto bianco, senza nessuna scritta.

Le parti laterali hanno 2 LV uno accanto all’altro che si ripetono verticalmente per 3 colonne.

I manici in vacchetta naturale devono essere molto corti.  La Speedy, infatti, viene portata al gomito e non sulla spalla.

Le cuciture di colore giallo devono essere perfette e senza errori.

Gli ottoni  devono essere rettangolari, dorati ed opachi.

La linguetta laterale sinistra deve avere scritto:

1° riga: LOUIS VUITTON

2° riga : PARIS

3° riga: made in france

La linguetta laterale destra deve avere il buco per il lucchetto.

Entrambe le linguette devono essere in pelle di vacchetta naturale con un doppio profilo, cioè la pelle sul bordo ha una riga in rilievo.

Cerniera dorata. Zip con pezzo di vacchetta forata per lucchetto.

Lucchetto. Da una parte logo LV. Dall’altra Louis Vuitton made in france.

Tondini sotto i manci dorati con inciso LOUIS VUITTON.

Profili pelle color rosso scuro.

ATTENZIONE! La borsa Speedy è un bauletto e la base è più larga della parte superiore. I due monogrammi più in alto sono qui leggermente tagliati dal bordo. Si tratta di un taglio lieve che riguarda la parte sporgente della V.

PELLAMI:

Tela Monogram: classico LV marrone

Tela Damier Ebene: quadratini neri & marroni

Tela Damier Azur: quadratini bianchi e azzurri

Pelle Epi: pelle rigata con incisione LV sul fondo

Tela Monogram Multicolor: monogramma bianco o nero con simboli colorati

Questi sono solo alcuni dei tanti consigli su come riconoscere una borsa Louis Vuitton falsa.

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