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Barbie Global Beauty: una collezione unica

Quando la moda chiama, Barbie risponde! Questa volta la famosa bambola icona di stile è diventata la protagonista di una collezione, Global Beauty, nata dalla collaborazione tra Vogue Talents e Mattel.

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Barbie, dalla sua nascita fino ad adesso, ha cambiato 24 acconciature, 7 tonalità di carnagione e 22 colori di occhi, ma non ha di certo perso il suo fascino riconosciuto a livello internazionale.

 

Per questa ragione, venti stilisti di fama mondiale hanno creato nuovi outfit per queste nuove venti Barbie, una vera gioia per i collezionisti e non. Versioni completamente reinventate e presentate in chiave moderna: dalla bucolic-girl alla business woman passando per la Street girl.doll 2

 

Tra gli stilisti che si sono cimentati in questa impresa ci sono:Simone Rocha, Aquilano Rimondi, Stella Jean, MSGM, Paula Cademartori, Au jour le jour, Gabriele Colangelo, Marco de Vincenzo, Paul Andrew e Max Kibardin. Accanto ai grandi nomi del fashion, compaiono quelli dei giovani designer emergenti come: Coliac, Arthur Arbesser, Giancarlo Petriglia, COMEFORBREAKFAST, Tak.Ori, Leitmotiv, COITE, DazyShely, AngelosBratis e Piccione.Piccione.

 

Look fantasioso e styling di tutto rispetto, sono gli elementi chiave di questa collezione Barbie Global Beauty disponibile on line sulla piattaforma YOOX. I ricavati delle vendita saranno devoluti in beneficienza a supporto del FAI(Fondo Ambiente Italiano) per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 24 Agosto 2016.doll 3

Non (solo) un gioco da ragazze. Sono le Barbie opere d’arte di Magia2000

Photo courtesy magia2000.com
Carrie Bradshaw – Photo courtesy magia2000.com

Pomeriggio invernale, compiti finiti e una marea di bambole e di vestiti sparsi per casa. La scena vi è familiare? Sicuramente sì. Barbie è il primo gioco per ragazze di tutto il mondo. La si veste e sveste, si inventano storie, amori e amicizie che la vedono protagonista. Gioco per ragazze sì, ma anche per adulti! Ne sanno qualcosa  il designer Mario Paglino e il grafico Gianni Grossi, che a Milano realizzano bambole da sogno in edizione limitata. Il loro brand Magia2000 (il nome è una crasi di MArio e GIAnni) nasce nel 1999, quando i due acquistano una rivista con una Barbie doll in regalo. Il gioco della vita trasforma le bambole in una passione, poi in una collezione, infine in uno strumento di espressione artistica. Le loro bambole one of a kind diventano oggetti di culto e in breve i due ottengono un grandissimo successo. Il gusto estetico, l’ispirazione dalla moda italiana ed europea e le riproduzioni di artiste italiane ed internazionali: questi gli ingredienti di Magia2000. «Barbie è una sorta di modello per noi – hanno dichiarato in un’intervista – è la tela sulla quale traduciamo le nostre ispirazioni in fatto di moda e creiamo la nostra couture in miniatura». Nel 2003 i due realizzano la prima bambola ufficiale di Brigitte Bardot,  e da lì ad essere notati da Mattel USA il passo è breve. Nel 2006 diventano i primi designer stranieri a realizzare una bambola in collaborazione con il celebre marchio di giocattoli. Da allora, Mario e Gianni riproducono star, celebrità, personaggi famosi del presente e del passato.

Photo courtesy magia2000.com
Cher – Photo courtesy magia2000.com

Tra le bambole realizzate dal duo in questi anni, miti del cinema come Grace Kelly, Sophia Loren, Cate Blanchett, Audrey Hepburn; personaggi del piccolo schermo come Maria de Filippi, Michelle Hunziker, Alessia Marcuzzi, regine della musica come Madonna, AnastaciaRihanna, Lady Gaga, Beyonce, Kylie Minogue, Laura Pausini, Emma Marrone. A Giorgia e Cher hanno dedicato una serie di bambole che le ritraggono in diversi momenti della loro carriera, e lo stesso trattamento è stato riservato a Simona Ventura e alle sue numerose apparizioni in tv. Dal 19 al 24 novembre di quest’anno alcune bambole di Paglino e Grossi sono state esposte a Torino, durante l’evento ICONIC – Portraits and Artwork inspired by the Queen of Pop dedicato a  Madonna. Numerose anche le collaborazioni con brand e maison del fashion system, tra cui Roberto Cavalli, Chiara Boni, Dolce e Gabbana, Tezenis. Anche Carrie Bradshaw, iconica protagonista di Sex and the City, è stata omaggiata da una serie di fashion doll in look stravaganti e stilosi. I due partecipano ad eventi e convention di collezionisti portando in tutto il mondo un’artigianalità e un gusto tutti italiani, applicati ad un’icona internazionale senza tempo come Barbie.

Photo courtesy magia2000.com
Madonna – Photo courtesy magia2000.com

Curiose di ammirare le bambole in edizione limitata di Magia2000? Fino a marzo le trovate alla mostra Barbie, The Icon al MUDEC – Museo delle Culture di Milano. In esposizione bambole iconiche e pezzi unici che ripercorrono i 56 anni di vita di Barbie, la bambola più amata dalle bambine di tutto il mondo. «Per i bambini, Barbie simboleggia la libertà di espressione, è un mezzo per esprimere creatività, potere e immaginazione». Parola di Mario Paglino e Gianni Grossi!

Sophia Loren - Photo courtesy magia2000.com
Sophia Loren – Photo courtesy magia2000.com

Tutti pazzi per Barbie Moschino. Ed è subito shopping online

Moschino veste Barbie, di nuovo. Si rinnova la collaborazione tra il marchio italiano, rappresentato dal suo irriverente direttore creativo, Jeremy Scott, e la bambola iconica più amata. Dal 9 Novembre, su Net-a-porter.com sono in vendita Barbie, totalmente vestita Moschino, e otto capi (a grandezza naturale) per chi volesse copiare il suo stile.

L’outfit di Barbie è composto da t-shirt con slogan, crop top e leggings di rete, gonna a tubino e giacca trapuntata in eco-pelle. Vistosi gli accessori, in perfetto stile Moschino, con una cintura con logo lettering, collana multigiri, cappello con visiera in eco-pelle, orecchini spaiati, borsa a tracolla, zaino, occhiali da sole e shopping bag.

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La capsule collection si compone invece di otto pezzi: due t-shirt stampate con l’immagine di Barbie, top e pantaloni a rete, orecchini pendenti e cintura con logo lettering e simbolo della pace, t-shirt con slogan e biker bag. Per chi volesse vestirsi come Barbie non ci sono scuse, mister Scott mette a disposizione tutto il necessario.

L’immagine di Barbie, che rappresenta lo stile di una ragazza sempre al passo coi tempi, carismatica e di successo, si sposa alla perfezione con l’ideale di donna di Moschino, e di Jeremy Scott in particolare.

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Dal 1959, anno della sua creazione, Barbie ha rappresentato una compagna di vita per tantissime bambine, fino a diventare un simbolo di femminilità, a volte apprezzata ed altre criticata. Spesso accusata di promuovere un’immagine della donna poco realistica, portando in questo modo le bambine a ricercare un ideale di bellezza difficile da raggiungere, fino ad essere indicata come la raffigurazione della ragazza di bell’aspetto e stupida, scatenando le ire delle femministe, Barbie non ha mai visto la sua reputazione venire intaccata dalle critiche. D’altronde Barbie rappresenta anche una ragazza che ha intrapreso moltissime professioni, ha girato il mondo e non si è mai fatta mancare nulla. Una ragazza che ha successo in tutto quello che fa e ottiene sempre quello che vuole.

Lo stesso Jeremy Scott vede Barbie come un’icona totalmente positiva, per lui di grande ispirazione. Lo stilista ha dichiarato: “Ho voluto trasferire a Barbie tutti gli elementi rappresentativi di Moschino. Barbie è per me una musa, la ragazza più iconica della California: ha un look per tutto, non c’è compito che lei non riesca a portare a termine e nessun posto dove lei non possa andare. Non c’è stato nessun dubbio su chi scegliere come partner commerciale per questa collaborazione, dato il rapporto storico e di successo che lega Moschino con Net-a-Porter”.

Una nuova sfida aspetta Barbie, la bambola più amata di tutti i tempi, e anche stavolta saprà essere una testimonial di alto livello. Per chi volesse seguire la sua avventura su Instagram l’hashtag è #itsmoschinobarbie.

 

 

 

Barbie Fashionista: “Una nuova me!”

barbieDa 56 anni è la bambola più amata da tutte le bambine e non solo…! Barbie è un vero e proprio modello di vita, è multitasking e puo’ essere contemporaneamente sorella diligente, fioraia, veterinaria, giornalista, dottoressa, e molto di più. La fantasia con cui si divertivamo a dar vita ogni giorno a favole diverse, rivive ora in piccoli oggetti di design (Cartel tanto per citarne uno!), in collezioni di noti designer (tra cui Moschino)e in veri e propri bar a tema (il primo è nato a Taipei).

Negli anni, però, Barbie è cambiata e per il 2015 sono tante le novità in arrivo. Intanto, non sarà più costretta ad indossare obbligatoriamente i tacchi, a differenza di quelle precedenti che avevano una forma del piede arcuata, ora potranno indossare ballerine, flat shoes e sneakers ed essere comunque al top!

Si può essere trendy senza rinunciare al comfort. Ecco il messaggio che vuole lanciare la Mattel. Barbie, inoltre, avrà 8 differenti colori di pelle, 23 tinte di capelli, 22 acconciature, 14 volti e 18 diversi colori di occhi. Insomma, ci si potrà sbizzarrire e ognuno potrà personalizzare la sua Barbie dei sogni!

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E per stare al passo con i suoi viaggi, i suoi ultimi acquisti e le sue recenti esperienze, non vi resta che seguirla sul suo profilo Instagram ufficiale!

Leonardo o Vermeer? Io dico Barbie

Il dibattito si fa sempre più acceso  e il dubbio diventa amletico: la Ragazza con l’orecchino di perla o la Gioconda? Vi dimostriamo come il dilemma si può risolvere facilmente, secondo una logica aristotelica. Ma partiamo dalla premessa, ossia dal motivo per cui i critici d’arte più illustri d’Italia stanno interrogandosi tra Vermeer e Leonardo. Il motivo è dato dal fatto che dall’8 febbraio al 25 maggio Bologna ospita a Palazzo Fava il capolavoro dell’autore fiammingo, che sta registrando cifre da record: quasi 30.000 visitatori con la media di oltre 3000 al giorno e 4000 al sabato. Il che ha iniziato a far pensare che l’anonima olandesina del ‘600 possa superare in notorietà la celeberrima Monnalisa. Il primo a cui è stato posto il quesito è stato Philip D’averio, che all’Hugffington Post ha risposto: “La ragazza con l’orecchino di perla è come la Barbie, altro che Gioconda!”. E come dimostrazione ha portato il ritratto di Vermeer.

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Si è trattato di una provocazione, naturalmente, per indicare come questa mostra sia solo un’operazione commerciale di nessun valore, se non quello economico, esattamente come la vendita di Barbie. Il settimanale Oggi ha messo a confronto due opinioni, quella del curatore Marco Goldin, che Naturalmente non la pensa allo stesso modo e definisce la giovane ritratta da Vermeer: “Moderna icona della femminilità, che in poco tempo è diventata più popolare di ogni altra donna mia dipinta”, e lo storico dell’arte Carlo Pedretti, che ribatte che l’opera di Leonardo “resta il ritratto di donna non solo più celebre, ma anche più conosciuto e ammirato al mondo.” Dunque a mettere tutti d’accordo può essere  proprio la mitica bambolina. Infatti non solo la Ragazza con l’orecchino di perla è come Barbie-o Barbie è come lei-, ma anche l’enigmatica signora del ‘400 è diventata Barbie! Insomma, basta fare un semplice ragionamento di tipo sillogistico: se la Ragazza (R) è uguale a Barbie (B) e anche la Gioconda (G) è uguale a Barbie (B) ne consegue che la Ragazza con l’orecchino di perla è come la Gioconda e sono tutte Barbie.

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Insomma è lei la risoluzione per tutto! E questo vale per opere d’arte d’ogni epoca: la plastic girl più amata-odiata di sempre è anche la più usata come modella per riprodurre dipinti e sculture arcinoti. Dunque eccola qui in versione scandalosa barocca da terga

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e in quella impressionista frontale dell’ Olimpia di Manet.

Modella per gli scultori, gareggia in sex-appeal anche con la Venere di Milo

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fino a mettersi in competizioni con i nudi in carne e ossa di famosissimi fotografi: dal romantico scatto, decisamente più in carne, di Grivaud                                            

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a quello perfetto realizzato da Newton (e diciamolo, in questo caso l’originale umano supera quello in plastica)

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senza dimenticare il nudo surreale di Man-Ray. 

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 Calata nei panni dell’intramontabile Coco Chanel

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e ritratta come Marilyn da Warhol

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e come la giornalista Sylvia Von Harden

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Esiste anche Barbie più macabra in versione vittima dell’opera di Guy Bourdin,

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ma molto più spesso in versione carnefice  grazie alle opere di Mariel Clayton, in cui l’eterno fidanzato Ken diventa la vittima preferita

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Non manca nemmeno di fare l’ “attrice” in quello che fu il ruolo della Bardot nel film “Il disprezzo” di Godard  

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 Del resto già aveva celebrato la rivista di moda per eccellenza, Vogue

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E campeggia sui muri metropolitani come una super-top

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Infine con la versione ultra-moderna, con tanto di tatuaggi su tutto il corpo e chioma rosa, ideata dall’italiano Simone Legno, a dimostrazione di come sia eterna, adattabile a ogni età e a ogni tipologia femminile, che si tratti di dame  rinascimentali o di ragazze del XXI secolo.

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NatS | What the fuck is Indie?

Dodici marzo. Sei e venti. Il sound è ormai finito. L’Amigdala torna al silenzio mentre il sole sta per sorgere. Raggiungiamo i NatS, nel loro furgoncino. Nena, la voce della band, è alle prese con lo struccante, Michele si rilassa giocando a Call of Duty. Tra le lenzuola un cd: Let’s dance to Joy Division, dei Wombats. Si tratta del brano indie che più rappresenta Matteo Foresti, fondatore del gruppo. Era davvero pazzesco per il tempo, molto vicino a ciò che avrebbe sempre voluto comporre.

L’EP diventa un pretesto per parlare di Indie con il gruppo. I NatS sono sempre stati vicini al mondo alternativo, dai flashmob alla barbie che balla il rock.

L’indie era un genere musicale nato da chi voleva avere un approccio musicale, compositivo e comportamentale molto più personale e non per forza legato alle leggi del Mainstream, del commericale, di ciò che vende. Oggi è un genere musicale abbastanza specifico, spesso codificato nei suoni, negli atteggiamenti e con regole troppo simili a quelle del mainstream.

La modernità sta rivalutando il fenomeno. Matteo ci mostra come siano cambiati i metodi di distribuzione e di somministrazione della musica standard. Le funzioni delle major stanno morendo, totalmente inadeguate ai tempi. Loro investono su chi dà garanzie, sempre meno sul nuovo.

Autoproduzione. Il nuovo trova un modo alternativo per emergere. Crea le proprie regole musicali e il proprio stile. Si diffonde secondo i canali a lui accessibili e allo stesso tempo dispersivi.

Nena mette su A Little of You.

Indie non significa di bassa qualità o approssimativo – spiega Matteo – Chi fa indie ha mezzi tecnici ed economici inferiori a chi è prodotto nel mainstream. Dovrebbe, di conseguenza, colmare questa carenze di produzione con una cura estrema dei suoni, degli arrangiamenti, dell’esecuzione dei brani, dei dettagli”.

Come molti categorie musicali, uno su tutti il punk, l’indie si è allontanato dal concetto primordiale per diventare un genere specifico pieno di regole codificate. Ha imparato a rapportarsi ai media, alle industrie, ad essere stereotipato e banalizzato.
La possibilità di espressione, la creatività, la contaminazione dei generi, l’assenza di regole per sviluppare un’idea in maniera estremamente personale, tutte queste caratteristiche basilari dell’indie si stanno piano piano trasformando in chimere.

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