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Addio ad André Courrèges, stilista visionario e genio creativo

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Vestiti di plastica, stivali bianchi, morbidi e piattissimi, minigonne che lasciano poco all’immaginazione e occhiali da sole in plastica, sempre bianchissima. Vengono subito in mente gli anni Sessanta. A pochi però viene in mente che dietro c’è un grande genio, uno stilista visionario e sperimentale come André Courrèges.

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Il designer francese, rivoluzionario della moda e amante del progresso, che con la sua impronta ha segnato l’haute couture parigina, ci ha lasciati la notte del 7 gennaio dopo una battaglia contro il Parkinson durata trent’anni.

Nato nel 1923 a Pau, in Francia, figlio di un maggiordomo, André Courrèges aveva studiato alta ingegneria prima di entrare nel mondo della moda ed innamorarsene completamente. Alla fine degli anni Quaranta, diventa tagliatore per Cristobal Balenciaga, dove resta per undici anni e dove incontra la sua futura moglie Coqueline Barrière. Con lei inaugura nel 1961 quella che diventerà presto la celebre Maison Courrèges.

Credits Getty Images
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Così lo stilista inizia la sua carriera nel mondo della moda, adottando le sue amate geometrie e quei tagli che sembrano disegnati con squadra e compasso su gonne ed abiti modernissimi. La sua silhouette dall’eleganza minimal e le gonne a trapezio in tessuti nuovi come il vinile, faranno impazzire tutte, comprese celebrità del calibro di Brigitte Bardot, Jackie Kennedy, Romy Schneider e Catherine Deneuve, che Courrèges vestiva spesso.

E ancora, gonne in argento e plastica trasparente sopra il ginocchio, pantaloni da donna, quadri e righe, fantasie optical, il bianco e nero, oblò aperti sulla pelle nuda, contrasti e modernità. Si accanisce contro tacchi e al reggiseno, da lui considerato “the chain of slave”, delle catene da schiave. André Courrèges era un accanito sostenitore del progesso, del futuro e delle continue sperimentazioni che, fino al 1994, lo hanno tenuto al vertice della sua casa di moda con lo stesso entusiasmo e voglia di cambiamento che aveva agli esordi.

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Famosa la sua collezione Età Spaziale, che segnava il trionfo dell’argento e delle geometrie siderali, anticipando, da vero visionario, quelle suggestioni futuristiche poi diventate un cult con Star Treck. Abiti dalle linee pulite o leggermente scivolate, portati con stivali bianchi e cappellini squadrati creavano un nuovo stile. Uno stile che sarebbe attualissimo anche oggi.

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La purezza dei suoi capi e il rigore della sua moda avevano conquistato davvero tutti, compresa la stampa americana, suscitando l’invidia dei colleghi. Chanel lo aveva accusato di fare abiti da bambine, piuttosto che da donne vere e proprie. Lo stilista aveva risposto a Mademoiselle Coco che, in effetti, i suoi abiti erano in grado di ringiovanire meglio di un bisturi.

«Per tutta la vita, André Courrèges, con sua moglie Coqueline, ha continuato ad avanzare, a inventare per rimanere davanti. Un progettista visionario che ha intuito quello che sarebbe stato il XXI secolo e che credeva nel progresso. È questo che rende così moderno Courrèges oggi», hanno detto Jacques Bungert e Frédéric Torloting, presidenti del gruppo di Courrèges che hanno rilevato l’azienda nel 1994, quando lo stilista si ritirò per dedicarsi alla pittura e alla scultura, lasciando la moglie a continuare l’attività. «Un creatore rivoluzionario che usò forme geometriche e materie nuove, Courrèges ha lasciato la sua impronta sull’alta moda» così lo ricorda su Twitter il presidente francese Francois Hollande. E così vogliamo ricordarlo anche noi, celebrandone il genio creativo e l’attualissima versatilità.

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2015: gli avvenimenti più importanti nel fashion system

L’anno appena terminato è stato costellato da notizie e avvenimenti importanti per il mondo della moda: ripercorriamoli insieme.

Chi viene e chi va.

Dopo il chiacchierato addio di Frida Giannini, il 21 gennaio Gucci ha comunicato il nome del nuovo direttore artistico, Alessandro Michele. La scelta di uno stilista giovane e poco conosciuto è stata vincente per il brand del gruppo Kering: Michele ha turbato e poi conquistato i cuori delle fashioniste con collezioni genderless e un romanticismo d’antan. Ma altri giri di poltrona hanno scosso il fashion system nei mesi successivi. Dopo soli tre anni la liason tra Alexander Wang e Balenciaga è terminata nella struggente sfilata dello scorso ottobre. Il giovane statunitense ha dichiarato di volersi dedicare a tempo pieno alla propria griffe, ma c’è chi giura che la maison francese lo abbia cacciato a causa del calo di vendite. Gli ultimi mesi dell’anno non hanno risparmiato scossoni ai piani alti della moda francese. Mentre Raf Simons annunciava di voler lasciare la direzione di Dior, la maison Lanvin estrometteva Alber Elbaz dopo 14 anni di onorata carriera. Entrambi gli stilisti hanno risentito della pressione di dover disegnare circa 10 collezioni l’anno, tra sfilate, cruise collections, capsule e seconde linee.

Alessandro Michele Photo courtesy Gucci.com
Alessandro Michele
Photo courtesy Gucci.com

Anniversari illustri.

A dominare la scena milanese del 2015 è stato Giorgio Armani, che ha festeggiato i 40 anni del suo impero. Una sfilata-evento, una serie di party patinati, la nomina a special ambassador per Expo 2015 e infine l’apertura di Armani/Silos, un museo che raccoglie 600 abiti e 200 accessori tra i pezzi più iconici delle sue collezioni. «La moda, che sembra vivere in un eterno presente, ha necessità di riflettere su se stessa e sulle proprie radici proprio per proiettarsi nel futuro – ha dichiarato durante l’inaugurazione –  Ricordarci come siamo stati ci aiuta a capire come potremo essere». Karl Lagerfeld e Fendi hanno festeggiato 60 anni di amore incondizionato con una nuova sede (presso il Palazzo della Civiltà a Roma), un libro che ripercorre le tappe principali di questi decenni e il debutto nell’alta moda con la prima collezione haute furrure. Anche i gemelli canadesi Dean e Dan Canten hanno voluto festeggiare in Italia i 20 anni del loro marchio DSquared2, in una sfilata colossale che ha aperto Milano Moda Uomo a gennaio.

Il libro "Fendi by Karl Lagerfeld" Photo courtesy Fendi.com
Il libro “Fendi by Karl Lagerfeld”
Photo courtesy Fendi.com

Il valzer degli addii.

Il 2015 è stato segnato da due momenti bui nel mondo della moda italiana: l’addio a due grandi stilisti, Elio Fiorucci e Mariuccia Mandelli. Fiorucci, spentosi a luglio a 80 anni appena compiuti, è stato un grande rivoluzionario del made in Italy. Con lo sguardo sempre rivolto ai giovani e allo streetwear, ha introdotto il camouflage nell’abbigliamento casual, ha creato il primo concept store con un’atmosfera giocosa e pop e ha rivoluzionato il concetto stesso di fashion con la sua love therapy. Mariuccia Mandelli, meglio conosciuta come Krizia, ci ha salutati lo scorso 7 dicembre alla veneranda età di 90 anni. Sempre irriverente eppure profonda, la sua moda raccontava di mondi onirici e animali fantastici, di tagli audaci e linee moderne.

Elio Fiorucci Photo courtesy Lovetherapy.it
Elio Fiorucci
Photo courtesy Lovetherapy.it

Cosa ci riserverà il 2016? Lo scopriremo insieme!

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