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Vetements, lo streetwear conquista Seoul

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Vetements. Il brand più hot del momento, quel brand che soltanto sentirlo nominare fa agitare i cuori dei fanatici di moda, specialmente a Seoul che altrove, dove le felpe con i loghi e i jeans patchwork si adattano perfettamente alla città e alla sua gioventù che è riuscita a monopolizzare e a far sua l’irriverente estetica streetwear del marchio. Una appassionata storia d’amore che non poteva avere altro risvolto se non in una delle garage sale più sfacciate che si siano mai tenute.

invito

Una storia breve ma intensa che si è svolta nel pomeriggio del 17 ottobre nella città di Namyangju, nella regione del Gyeonggi-do, una lontana periferia a nord ovest di Seoul. Una location talmente tanto lontana che, con le sue rigogliose colline e le centinaia di persone Vetements addicted in coda davanti ad un capannone, è riuscita a far confondere anche i poveri tassisti. Nessuno sapeva di cosa si trattasse. Erano soltanto li, in coda, magari dalla notte precedente ad aspettare. Tre i dettagli certi: che si trattasse della loro ossessione del momento, la destinazione grazie a Matchesfashion e la tag line “Official Fake”. E alla fine della coda, lungo una strada privata, un enorme capannone pieno di abiti, scarpe e cappellini ordinatamente allineati. A fare da sfondo alle file di indumenti soltanto una ritmica e snervante colonna sonora elettronica, in contrasto con la luce naturale proveniente dalle finestre tinte di verde del tetto.

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Una garage sale che si è svolta in collaborazione con l’e-commerce di lusso matchesfashion.com, che già dal 2014 proponeva ai suoi clienti lo stile streetwear del collettivo. Prima che tutti sapessero chi fosse Vetements, Natalie Kingham, Direttore Commerciale di Matchesfashion, fu una delle prime a fare un ordine di otto felpe, diventate poi simbolo del brand e oggetto must have di chi di moda è appassionato. Due anni dopo, ora che Vetements si è creato un nome all’interno del settore moda, lo porta in Corea. 

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Ma perché la scelta è ricaduta su Seul? Perché non New York, Londra, Parigi o la stessa Milano? Perché arrivare dall’altra parte del mondo per una vendita di capi durata poche ore (dalle 14 alle 19)? Non ci sono dubbi: la Corea è il secondo mercato più profittevole, dopo l’America, per Demna, suo fratello Guram e per Matchesfashion, grazie alla massa di giovani eccentrici e ribelli, attenti alle tendenze ed estremamente pop sparsi sul territorio coreano. Non è da tralasciare la natura della popolazione coreana. Risaputo è che i coreani sono un popolo di grandi creativi ma allo stesso tempo abili copiatori. Sono talmente tanto artistici che le copie riprodotte vengono perfino vendute nei centri commerciali di Seoul. Esempio ne è Doota, centro commerciale coreano, dove si possono trovare falsi pezzi Vetements ma reinterpretati, che vengono venduti alla velocità della luce. Quindi quale scenario migliore di Seoul per proporre una Official Fake Collection?

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Capsule collection ufficialmente falsa che vede protagonisti i remix dei pezzi chiave del brand, dalla Primavera-Estate 2015 all’Autunno 2016, appositamente creati per il mercato coreano: un abito a più strati si trasforma in una t-shirt con la stessa stampa; al famoso impermeabile si aggiunge la definizione esatta della parola impermeabile e ai cappellini bianchi e rossi la parola “cap” mentre i jeans patchwork vengono invertiti, l’esterno diventa interno e viceversa.

Vetements riesce a far suo il mercato del falso, abbracciandolo ma alzando i prezzi rispetto a quelli bassi di Doota, perché le cose migliori nella vita non sono gratis. La garage sale diventa anche il momento giusto per il lancio del nuovo e primo paio di sneaker Vetements, in collaborazione con Reebok, e in uscita il prossimo anno.

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Una garage sale nel mezzo del nulla che gioca sul falso e sulla reinterpretazione dei pezzi basici che hanno fatto diventare Vetements quello che è oggi: un collettivo di designer affermato e riconosciuto nel fashion system.

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