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Con l’app “Vestiaire Collective” in città la moda parla italiano

Vestiaire Collective, l’app di moda di lusso di seconda mano, ritorna con una nuova campagna e una serie di affissioni in alcune delle principali città italiane. Dopo Milano, la nuova campagna approda anche a Bologna, Firenze, Torino e Verona, per parlare con ironia e leggerezza il linguaggio della moda.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

A Bologna si racconta la qualità dei pezzi second-hand della piattaforma con lo slogan “La moda di seconda mano è come Cesare. Migliora col tempo”. A Torino, il brand comunica la disponibilità di splendidi item vintage con “Stile da Vecchia Signora. Ma il calcio non c’entra”. A Verona si parla agli abitanti nel loro stesso dialetto con “Non è vecio. È vintage”. Mentre a Firenze, culla dell’arte quattrocentesca, lo slogan “Il Rinascimento della moda” esalta la circolarità del fashion in modo conciso. E questi sono soltanto alcuni esempi.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

A Milano, invece, capitale della moda, è stato riservato un trattamento speciale. Oltre ai manifesti in metropolitana e superficie, sui quali risaltano frasi come “Investi in borse, non in borsa” e “Una moda più sostenibile dell’avocado toast”, Vestiaire Collective ha presidiato uno degli spazi pubblicitari più famosi e vistosi della città: la maxi-affissione di via Melchiorre Gioia. Sui 2500 mq del billboard, le migliaia di persone che passano di lì leggono ‘Moda second-hand della Madonnina.’, un modo irriverente e d’impatto per comunicare il pregio dei capi di lusso presenti su Vestiaire Collective e l’essenza stessa del brand.

Vestiaire Collective
Vestiaire Collective

L’attività, firmata da We Are Social, prende elementi tipici del territorio e dà loro una forma che strizza l’occhio al mondo del fashion e ai principi di sostenibilità ed eleganza di Vestiaire Collective.

Photo credits Courtesy of Press Office

ImpressMe, ecco l’app che consente di stampare le foto con un click

La cabina per fototessere, un oggetto un po’ magico che ha da poco compiuto 55 anni e dal 1962 fotografa le facce di tutti gli italiani. Da poco inoltre è stata lanciata ImpressMe, una nuova e rivoluzionaria app che consente di stampare tutte le foto che abbiamo su tablet e telefonini in qualsiasi cabina per fototessera con un semplice click.

Le cabine per fototessera diventano veri e propri punti stampa universali. Oggi facciamo centinaia di fotografie in più rispetto alle canoniche 30 dei vecchi rullini, anche se quasi tutte rimangono sul cellulare o sul tablet. Da qui nasce ImpressMe, un software che in sostanza materializza i ricordi e probabilmente avrà un impatto forte sulle nostre abitudini. È una novità che in qualche modo strizza l’occhio al passato e in un mondo sempre più digitale offre un tributo alla carta. A dare testimonianza della fototessera come fenomeno estetico e di costume, e della cabina come spazio privato immerso nello spazio pubblico, torna alla memoria il celebre nome del Maestro Franco Vaccari, l’artista che con la sua Esposizione in tempo reale, presentata nel ’72 alla biennale di Venezia, affascinò tutti con un’opera d’arte interattiva, in cui i protagonisti erano la cabina, le sue fototessere e il catalogo degli oltre 5000 volti chiamati a lasciare una traccia fotografica del loro passaggio.

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Sulla scia creativa del maestro Vaccari si sono mossi anche i Parasite 2.0 che qualche mese fa hanno presentato al pubblico la loro “cabina d’autore”. Questo giovane, pluripremiato collettivo di architetti, con alle spalle due Biennali di architettura e molte mostre all’estero, svela il progetto di trasfigurazione del tradizionale e ormai iconico photo booth in un oggetto totemico di culto dall’identità rinnovata, che non tradisce le sue forme originali ma le mantiene in una veste surreale e fortemente contemporanea. I Parasite 2.0 hanno ideato una sinuosa crisalide in metacrilato fumé in grado di ripensare geometria e presenza del macchinario, proiettandolo in un immaginario futuristico e al contempo ancestrale. Un primo passo verso una nuova generazione di “cabine d’autore”, che saranno destinate a musei e festival di musica e arte contemporanea, nonché diffuse in punti strategici delle principali città d’Italia.

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La prima cabina fu messa a Roma, presso la Galleria Alberto Sordi, più di mezzo secolo fa, percepita come diavoleria moderna e oggetto di curiosità per attori, politici e passanti (avrei delle belle immagini di repertorio). Del resto André Breton ammette semplicemente di riconoscersi di più in una fototessera che in un ritratto di Man Ray.  Ed Henri Cartier Bresson, nel 1952, nell’introduzione a Images à la Sauvette, scrive: «All’artificio di certi ritratti, preferisco di gran lunga le piccole carte d’identità una accanto all’altra nelle vetrine dei fotografi di passaporto. A quei volti puoi sempre fare una domanda».

Siamo in un’epoca in cui, ogni giorno nel mondo, oltre 200 milioni di foto vengono postate su Facebook, 80 milioni condivise su Instagram, 250 milioni vengono trasmesse su Whatsapp.  Mantenere un cloud di 100 GB, capaci di contenere più di 30.000 foto, costa poche decine di euro all’anno. Catturare un ricordo oggi? Semplice, rapido, di altissima definizione, sempre e ovunque. Il paradosso, però, risiede nel seguente passaggio: più accumuliamo, salviamo, inviamo e modifichiamo, più il passato sarà lontano e poco “nostro” e così finiremo per dimenticare il piacere cullante del sentire nostalgico. Dove è finita la nostalgia? Non riusciamo più a commuoverci davanti a una foto perché  immediatamente possiamo distrarci con un’altra e con mille altre ancora. Questo diventerebbe un modo “ moderno” e attuale, per poterci distrarre finalmente su di un ricordo e farlo nostro per sempre

BAGBNB. Come ti mollo la valigia con un’app

BAGBNBwww.bagbnb.com è una nuova startup. La prima, in realtà, dedicata al deposito bagagli che si preoccupa interamente di “liberare le mani” dei turisti i quali, usciti dagli appartamenti, hanno ancora qualche ora per visitare le città in cui si trovano.

Nata dall’idea di tre ragazzi romani, Alessandro, Giacomo e Giulio, BAGBNB risponde all’esigenza di riuscire a coprire il tempo a disposizione dei turisti, prima della prossima partenza, dando loro un servizio in più: una community per il deposito delle valige. Un’intuizione vissuta sulla propria pelle e che si è trasformata in un progetto. A chi non è capitato di voler avere il bagaglio a portata di mano e allo stesso tempo dimenticarsene per qualche ora e visitare un quartiere prima della partenza?

Dal principio “hands free”, i tre hanno studiato, progettato e messo in pratica una piattaforma che mette a disposizione una rete di appoggi, gli Angel, i quali “ospitano” i bagagli mentre si va in giro. Partendo dalla prima vera “città degli angeli”, Roma, il gruppo è già pronto ad ampliare ed estendere il servizio in altri centri, anche fuori dall’Italia.

BAGBNB Courtesy of S/C Comunicazione
BAGBNB Courtesy of S/C Comunicazione

Ma chi sono gli Angel? In pratica sono i locali pubblici – quelli della Capitale, per il momento – che hanno risposto in maniera più che positiva al progetto. Un vantaggio doppio per il locale, che da questo servizio riceverà non solo un compenso per ogni valigia custodita, ma aprirà le porte a una nuova clientela.

In poco meno di tre mesi il network si è strutturato e viaggia già su oltre 30 Angel su tutti il territorio di Roma. Ed è per questo motivo, grazie alla positiva reazione e disponibilità degli esercenti, che BAGBNB è pronta a lanciare anche un servizio di Angel “privati”: studenti, pensionati, chiunque abbia un piccolo spazio per ospitare valigie. Dislocando così il servizio in una dettagliata mappa che si estende in tutta la città. Provare per credere: www.bagbnb.com

BAGBNB Nella foto gli ideatori_Giacomo-Alessandro-Giulio_ Courtesy of S/C Comunicazione
BAGBNB Nella foto gli ideatori_Giacomo-Alessandro-Giulio_ Courtesy of S/C Comunicazione

GLI  IDEATORI

Giulio De Donato

Appassionato sviluppatore Open-Source e Product Manager per XPeppers. Esperto di piattaforme di e-commerce, microservizi e devops è attivamente coinvolto nella comunità PHP, nell’ecosistema Golang e Docker.

Giacomo Piva

Web Marketing Manager e Product Owner di una grande azienda turistica. Da oltre dieci anni è coinvolto nel marketing online e nella gestione del prodotto. Senza trascurare la sua passione per l’e-commerce, il Seo e l’ottimizzazione user-friendly.

Alessandro Seina

Designer e art director di Studio Mjölk – studio indipendente con sede a Roma e Berlino – si è specializzato in visual e brand identity, divendosi tra l’amore per la tipografia e l’illustrazione. È anche superhost Airbnb, ed è stato questo il tratto fondamentale per avere una osservazione diretta su molti aspetti del settore.

Miu Music, la nuova fashion app che ha tutta un’altra musica

Tre , due ,uno…Tenetevi pronti! Da oggi con la nuova app firmata MIU MIU, sarà tutta un’altra musica.

La parte giovane di Prada ha infatti dato vita a una nuova fashion app scaricabile gratuitamente sui migliori store online (Apple, Google e Windows).

Miu Music, questo il nome scelto per la novità della maison italiana che unisce musica e moda per una primavera 2016 all’insegna della tecnologia.

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La fashion app permette di scegliere tra dieci brani composti da Frédéric Sanchez (uno dei produttori di musica più rispettati nella fashion industry) e tra le grafiche e video che si ispirano alla collezione Miu Miu Primavera-Estate 2016.

Ed ecco… la magia è compiuta e la ricetta perfetta pronta.

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Gli ingredienti si amalgameranno in automatico dando vita ad un mini fashion film personalizzato, unico e singolare da condividere sui social.

Di seguito il link per scoprire il video di presentazione:

http://www.miumiu.com/it/miumiusic

A portata di smartphone: le app si fanno fashion

Scarica, accedi, condividi. In un mondo che va sempre più veloce, in cui le informazioni si scambiano a suon di tweet e l’apprezzamento si valuta in base a quanti like si raggiungono su Facebook, la moda non poteva restare indietro. Sono tante infatti le fashion app con obiettivi diversi: da quelle che nascono nelle case di moda a quelle più comuni (e più scaricate) che rendono protagonista l’utente stesso.

Ed ecco le app modaiole più apprezzate e divertenti del momento:

POSE. Come funziona: scatta una foto del tuo outfit, segnala i brand che indossi, i prezzi e i dettagli. Poi condividi! All’interno dell’app è attiva anche la sezione shopping, che ti dà la possibilità di acquistare i capi che più ti piacciono ricercandoli comodamente tra i tuoi fashion poser preferiti. Disponibile anche per Android, Pose è la fonte di ispirazione più d’avanguardia in fatto di stile. Prezzo: gratuita.

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TRENDABL. Come funziona: molto simile a Pose, ti permette di condividere outfit, modificare le foto e aggiungere i brand dei tuoi capi. E’ un vero e proprio social network modaiolo, apprezzato anche dalle star: le gemelle Olsen, ad esempio, sono già Trendabl-dipendenti. Prezzo: gratuita.

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SNAPETTE. Come funziona: è l’app perfetta per chi ama lo shopping ricercato. Basta scattare una foto, inserire tutti i dettagli relativi al luogo di acquisto dei capi e condividerla con gli altri utenti. Il sistema GPS localizzerà il negozio e lo shopping può avere inizio! Prezzo: gratuita.

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BESPEAK. Come funziona: è la guida perfetta per l’uomo alla ricerca del proprio stile. Dopo aver inserito tutte le informazioni riguardo il tuo aspetto fisico, Bespeak ti aiuterà a scegliere i capi più adatti a te e alle tue esigenze. Prezzo: gratuita.

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STYLEBOOK. Come funziona: ti capita spesso di fare acquisti che poi abbandoni nell’armadio? O di ritrovare abiti che non sapevi neppure di avere? Allora questa è l’app perfetta per te! Stylebook organizza il tuo guardaroba e abbina i capi in base alle occasioni, suggerendoti cosa indossare anche per gli eventi speciali. Prezzo: 3,59 €

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CLOTH. Come funziona: una via di mezzo tra social network e archivio personale, è il sistema che ti aiuta a scegliere l’outfit in base all’occasione e al clima e a condividerlo con gli altri utenti. Prezzo: gratuita.

cloth

iSHOES. Come funziona: completamente dedicata alle scarpe, ne contiene più di cinquantamila paia. Chi usa l’app potrà ricercare le scarpe più adatte a sè, scoprire dove si possono acquistare e condividere la propria scelta su Facebook. Prezzo: gratuita.

iShoes

SHAZAM. Come funziona: in fase di sperimentazione è la versione fashion dell’app musicale. Se fino ad oggi si pensava a Shazam come all’app utile per individuare i titoli di canzoni sconosciute, presto sarà possibile far riferimento a essa anche per identificare i vestiti indossati nei programmi tv. Prezzo: gratuita.

shazam

Come un gioco, le app rappresentano l’ultima fase dell’evoluzione del concetto moda come democratica e accessibile. Basta un click e i gusti, gli stili e le preferenze di persone comuni saranno visibili a tutti e tutti saranno protagonisti. Il web invita e induce a partecipare, nel senso di prendere parte a quel grande fenomeno sociale che è l’affermazione forte della personalità individuale. Condizione necessaria nell’immensità della Rete e in un mondo che oscilla tra l’anonimato e il desiderio di protagonismo.

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