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Milano Fashion Week, Alberta Ferretti presenta la collezione “After dark blooms”

Il lavoro di Alberta Ferretti nasce dal dialogo continuo con le donne, dalla osservazione ed esplorazione della ricchezza e complessità della psicologia femminile, tradotta in abiti pensati per diventare oggetti di affezione, strumenti di espressione, estensioni di personalità.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Questa conversazione mai finita è per Ferretti un modo per evolvere i codici e le sfumature di uno stile profondamente personale, fatto di equilibri e contrasti impalpabili, insieme etereo e presente, volitivo nel suo essere delicato, sottile nella scelta di una morbida incisività.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Uno stile, al fondo, romantico, nel senso più appassionato del termine svelato, come di consueto, durante la Milano Fashion Week con la collezione ready to wear “After dark blooms” autunno-inverno 2023/2024.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

É una rosa, rossa e carnale, a condensare il romanticismo e la seduzione di questa collezione: stampata su voile di seta, dilatata sul velluto, nell’avvolgersi dei petali guida il racconto di stagione, fatto di sensazioni notturne, di una allure after darkche pervade tutte le ore del giorno, perché la notte non è solo un momento, ma un modo intrigante di porgersi, rivelando in tralice per attrarre.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Con i loro cappelli a tesa larga, issate su tacchi dai volumi design, le donne di Alberta Ferretti si ricordano in primo luogo per la silhouette: lunga e liquida, esaltata dalla palette di neri, ematite e grigi scuri, mescolati a falsi neri come il prugna, tocchi sensuali di rubino e ciliegia e note cosmetiche di cipria, turchese, ottanio.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

È solo avvicinandosi, sotto la luce, che si percepisce il gioco delle texture, l’amalgamarsi di lane, velluti, tartan, chiffon, devorè, fil coupè, pizzi, macramè.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Tutto questo è condensato in un guardaroba che mescola tailoring maschile e leggere sottovesti, tailleur impeccabili e blouson di pelle, trench che paiono mantelle e abiti smaterializzati in sapienti trasparenze.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Poi, cappotti di shearling e tuniche di velo. Il contrappunto di delicatezza e forza è risolto con grazia decisa in un segno pulito e privo di sforzo.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Una fioritura notturna. Una visione di eleganza velata e seducente.

MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24
MFW, Alberta Ferretti PAP FW 2023/24

Photo credits Courtesy of Press Office

“Save the Glacier”, ecco la capsule eco-friendly di Alberta Ferretti per salvaguardare i ghiacciai del Monte Bianco

Alberta Ferretti si unisce a Skyway Monte Bianco in un progetto di sostenibilità a supporto dell’ambiente e dei ghiacciai. Nasce così la capsule in edizione limitata “Save the Glacier”: un messaggio che diventa Manifesto dell’iconico maglione Alberta Ferretti come invito ad avvicinarsi alla natura e a prendersene cura. Realizzato in morbido cashmere riciclato, il maglione è disponibile in due varianti colore: bianco con scritta nera e nero con scritta bianca.

Alberta Ferretti, “Save the Glacier”
Alberta Ferretti, “Save the Glacier”

Parte del ricavato della partnership sarà devoluto in progetti ambientali per i ghiacciai del Monte Bianco. Come evidenziato nel “Manifesto” Save the Glacier che accompagna ogni maglione «I ghiacciai sono la voce del mondo” e salvarli “significa salvare noi stessi, ospiti di una così grande meraviglia».

La capsule see now buy now Save the Glacier Alberta Ferretti per Skyway Monte Bianco sarà in vendita a partire da metà gennaio nelle boutique italiane Alberta Ferretti, sullo store online albertaferretti.com, oltre che in una rete selezionata di Retailer specializzati e nei punti vendita dell’esperienza verticale di Skyway monte Bianco.

Phouo credits Courtesy of Press Office

Tutti vestono Sanremo. I look delle star al 66^ Festival della canzone italiana

“Un giorno mi dirai….”, suona ancora nelle nostre orecchie il grande successo degli Stadio proclamato vincitore della sessantaseiesima edizione del Festival (o festivàl) di San Remo. Ronza ancora nell’aria la ritmata “Wake up” di Rocco Hunt e cerchiamo ancora di ricordare divertiti i molteplici ritornelli che riempiono la canzone di Elio e le storie tese. Da sempre si sa che il Festival fa parlare di sé, anche quando il sipario viene calato sul teatro Ariston. Oltre a sentire le canzoni e ad aspettarsi qualche scivolone (non solo fisico dalle scale) dei valletti in questione, ciò che molti aspettano è di vedere i look delle star e degli ospiti per poi poterli criticare vestendo i panni di Enzo Miccio, urlando  allo schermo “ma come ti vesti?”! Vi prego ditemi che lo fate anche voi!

teatro Ariston

Oltre alla gara canora dietro le quinte si accende una vera battaglia tra gli stilisti per vestire i valletti, gli ospiti e ovviamente i cantanti che, ad ogni esibizione, indossano outfit diversi, sfilando come modelli prima di raggiungere la temuta asta del microfono al centro del palco.

Sicuramente da questa edizione molti sono usciti come vincitori per quanto riguarda il look, altri invece sono rimandati assolutamente a settembre (pardon a febbraio)!

Il primo premio se lo è aggiudicato sicuramente il padrone di casa Carlo Conti, il quale  ha saputo dirigere cinque lunghe, ma che dico eterne, serate in Euro visione. Oltra allo stile personale il tocco in più glielo ha dato Salvatore Ferragamo, celebre brand italiano che lo ha vestito con completi eleganti e raffinati, adatti a un conduttore chic come Conti.

Carlo Conti   Carlo Conti con Virginia Raffaele   C.Conti

Al fianco del conduttore l’attore sex symbol Gabriel Garko, il quale, ogni tanto, è riuscito a distogliere lo sguardo dai fogli che si portava sempre dietro mostrandoci cinque look, omaggi a divi del cinema. Da Paul Newman a Marcello Mastroianni, da Cary Grant a Marlon Brando fino a vestire i panni dell’affascinante Sean Connery in 007 in smoking bianco.

Gabriel Garko    G.Garko

Altra “spalla” di Conti la bella Madalina Ghenea, la colta Miss Universo in Youth, capolavoro del grande maestro Paolo Sorrentino. Ogni sera uno stilista diverso, ogni stilista tre cambi. Piume, trasparenze, spacchi audaci, scollature vertiginose e gioielli preziosi. Una Elsa di Frozen, come lei stessa si è definita, contemporanea e per niente timida.

Alberta Ferretti si è aggiudicata la prima serata. Dopo un azzardato e poco applaudito look da tigre della Malesia, i toni si sono raffreddati con tinte ghiaccio e trasparenze.

Madalina Ghenea, ferretti  Alberta-Ferretti-per-Madalina-Ghenea-sketch  Madalina Ghenea in Alberta Ferretti

Più romantica la maison di moda francese Vionnet per la terza serata, che ha velato il corpo della modella con abiti raffinati. Essenziale nei colori, bianco, nero e rosso. Essenziale nello stile. Essenziale nella quantità di tessuto altezza décolleté.

Cristina Savulescu, designer rumena connazionale di Madalina, ha vestito la modella per la quarta serata con trasparenze, piume, luccichio stile disco anni 80,(intendo il lampadario).

Zuhair Murad, per la seconda e per l’ultima serata, ha continuato questo gioco di trasparenze, in caso non avessimo capito le fattezze della Ghenea, con abiti leggeri e leggiadri, grigi metallici e algidi bianchi fino a un’esplosione di rosso carminio.

madalina ghenea

Simpatica, irriverente e dai mille volti. La comica Virginia Raffaele ha divertito il pubblico vestendo i panni di una esuberante Sabrina Ferilli, di una rigida Carla Fracci, di una Donatella Versace che perdeva pezzi di pelle rifatta lungo il palco e di, ormai il suo cavallo di battaglia, Belen Rodriguez, sempre pronta a essere fotografata dai paparazzi! L’ultima sera però Virginia ha interpretato sé stessa vestendo lunghi abiti con ardimentosi spacchi di Marco de Vincenzo. Insomma dietro la maschera ecco apparire una bella donna, in gamba e con gambe chilometriche da far invidia alla cara collega Madalina.

Virginia Raffaele

 

E ora la carrellata dei look scelti dai cantanti in gara!

Parte Noemi con la sua “borsa di una donna”. Non è più la ragazza un po’ hippy dall’aria assente e trasognata. I capelli si ammorbidiscono in boccoli composti (anche se il lungo rasta non lo taglia neanche per San Remo). Gli abiti, di Bianca Gervasio, mostrano profonde scollature, linee morbide, colori basici, dal nero al bianco al burgundy. Che sia un tailleur o un abito lungo il risultato è una donna femminile e seducente.

noemi

Annalisa, vestita in Mario Dice, mostra raffinatezza e buon gusto con abiti che sfiorano il pavimento, scollature generose (a questo punto sembra essere ciò che accomuna le donne del festival) e ricami virtuosi. Eleganza forse un po’ forzata in una ragazza di trent’anni che, oltre a cantare e decantare l’amore, potrebbe aggiungere un po’ di grinta al suo stile.

Dolcenera, in Emilio Pucci, si mostra in total black, poi in total White e poi black and white. La dark del debutto lascia spazio a una fatina che svolazza sul palco fino a entrare in un mood optical decisamente anni Sessanta, decisamente Emilio Pucci!

Francesca Michielin, giovanissima, timida, carina in Au jour Le jour. Gli abiti sono come lei, giovanili (escluderei da questo elogio il primo abito un po’ troppo breaking amish) e semplici. Trucco acqua e sapone, capelli sciolti, colori tenui. I suoi 21 anni diventano per magia 15, specialmente in finale con una jampsuit rosa pastello.

annalisa  dolce nerafrancesca michielin

Un po’ meno vincitrici di stile Arisa e Debora Iurato. Se la prima si è presentata alla prima serata con un maglioncino-abito un po’ #insipidinosemplicino di Anna Purna, la seconda era pronta ad andare al ballo di corte con Lady Oscar. L’abito lungo color prugna, ben farcito e voluminoso non è stata la scelta perfetta per l’ex vincitrice di Amici. Dopo una scarica di commenti negativi e dopo l’abbandono dello stilista Francesco Paolo Salerno, il quale non ha più voluto che il suo nome venisse associato alla cantante (comoda così), Debora ha ripiegato per look semplici, ma che dico, semplicissimi, con giacca e pantalone nero, stop!

arisa  debora iurato

La simpatia va a Elio e alle sue storie tese, tutti in rosa big bubble scelto da Etro. Coraggiosa Patty Pravo che oltre a mettersi in gioco con la voce ha scelto mise sempre più discutibili, da completi stampati anni settanta, al giubottino di pelle, all’effetto “non indosso niente sotto la giacca”, tutti disegnati da Gianluca Saitto. Incommentabile, perché impeccabile, Valerio Scanu in Carlo Pignatelli, posato e signorile, diverso dal più sbarazzino Alessio Barnabei in Christian Pellizzari.

Elio in Etro  scanu  barnabei

Gli ospiti hanno sicuramente mostrato un po’ più stile. Laura Pausini col suo “grassie grassie” romagnolo ha incantato il pubblico presentandosi con un abito nero e rosa plissettato di Stefano de Lellis e la mitica giacca dalle spalline giganti,  con cui vinse proprio il Festival di San Remo nel 1993. Che dire poi di Nicole Kidman, una bambola di porcellana pronta a rompersi nel suo abito Giorgio Armani con vertiginosa scollatura sulla schiena. Kasia Smutniak con un abito da sera tra lo chic e il bon ton, di Prada, approda all’ Ariston per presentare il suo film in uscita con la collega Anna Foglietta, in un altrettanto elegante abito nero firmato Costume National.

pausini  nicole kidman  kasia smutniak

 

Si chiude così la sessantaseiesima edizione del festival più amato e più odiato, più seguito e più evitato d’Italia. Nessuno lo segue ma ancora fa picchi di ascolti. Facciamo zapping e poi ci ritorniamo, anche perché non c’è niente nelle altre reti, gli amici su facebook lo commentano, la nostra serie televisiva preferita slitta alla settimana dopo.

La musica è cambiata, i suoni sono diversi. “Si parla veloce e non si canta più come un tempo”- così affermano gli anziani-” sono canzoni che verranno dimenticate domani!”.

I look invece sono sempre stati criticati, amati e copiati, dal tempo di “Grazie dei Fiori” e “Vola colomba vola”. E citando Chanel “la musica cambia, lo stile resta” (diceva così, vero?).

 

 

 

 

 

 

 

 

Milano Fashion Week. Alberta Ferretti celebra il Rinascimento (della moda)

L’Italia più bella, più colta, più densa di significati è quella che ha deciso di portare in passerella Alberta Ferretti per la prossima stagione autunno inverno 2015-2016. In netta contraddizione alla nostra epoca fatta di autoscatti e selfie, la stilista attinge ispirazione dal Rinascimento e dai ritratti sui quali i pittori dell’epoca trascorrevano interminabili ore per cogliere le più fugaci sfumature del volto, delle parvenze e delle espressioni di quelle donne angeliche.

In netta contraddizione al nostro periodo si, ma anche simile per certi versi: un invito a rinascere, a far ricresce l’Italia partendo dal suo patrimonio artistico e storico, che ci insegna a non arrendersi mai nonostante il periodo di crisi e ci aiuta a sperare in un nuovo rinascimento.

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E cosi sulla passerella sfilano donne dalle forme rinascimentali: abiti in chiffon arricchiti dal pizzo e accompagnati da cuissard in velluto si alternano a cappotti di mohair e lunghe redingote di broccato dalle sfumature brunite; camice bianche e impalpabili si sovrappongono a pellicce in tonalità calde, come il rosso, l’oro e il bronzo.

Le stampe che decorano i maxi-abiti sono ripresi da arazzi antichi, che denotano il piglio couture della collezione ripresa anche nell’utilizzo di materiali pregiati come i tessuti importanti, come il velluto dégradé, i damaschi a sbalzo sulle gonne, la pelliccia insaziata, le placche metalliche, i cristalli e le perle per i ricami.

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Gli accessori si contraddistinguono: al posto delle collane ci sono i colletti che fanno da morbide gorgiere, pantofoline di velluto con applicazioni di cristalli e fiocchi gioiello, mini bag con applicazioni.

“Abbiamo il paese con un patrimonio artistico altissimo la cui bellezza affascina il mondo e a quella bellezza mi sono ispirata per la mia collezione”  dichiara Alberta Ferretti nel front row al termine della sua sfilata e che dire se non dar ragione alla stilista e continuare a importare questa nostra immagine del mondo come allora con la necessità di ora.

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Parte “Project Runway Italia”, il talent sulla moda

Project-runway-italiaParte la prima edizione italiana del talent show sulla moda più seguito e famoso del mondo: Project Runway Italia. La prima puntata è prevista per mercoledì 26 febbraio alle 21 su FoxLife, canale 113 di Sky: in giuria, Eva Herzigova, supertop e conduttrice del programma, la stilista Alberta Ferretti e Tomaso Trussardi, amministratore delegato dell’omonima maison. Il fashion editor Ildo Damiano invece avrà il compito di fare da mentore ai 12 aspiranti designer in gara, scelti tra gli oltre tremila che hanno partecipato alle selezioni.

Ogni settimana nelle dieci puntate in programma, i concorrenti dovranno affrontare una sfida che li vedrà impegnati nella realizzazione di un outfit che rispetti un tema assegnato. Il tutto entro un tempo limite e con un budget stabilito. Le creazioni sfileranno in passerella, di fronte alla giuria che ogni settimana sarà arricchita dalla presenza di un diverso giudice ospite: tra i nomi caldi, la modella Elisa Sednaoui, il fotografo Giovanni Gastel, la cantante Malika Ayane, l’imprenditore Renzo Rosso, la direttrice di Marie Claire Antonella Antonelli e Anna Dello Russo.

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Verrà eliminato colui che sarà andato fuori tema, mentre invece la creazione giudicata migliore consentirà al designer di guadagnare l’immunità per la prova successiva. In finale, ne arriveranno soltanto tre, che dovranno creare un’intera collezione.

Il vincitore di Project Runway Italia si aggiudicherà un contratto della durata di un anno nell’ufficio creativo di Trussardi, la pubblicazione dei migliori pezzi della sua collezione sul mensile di moda “Marie Claire Italia” e un viaggio a New York durante la settimana della moda il prossimo settembre messo in palio da Maybelline, con accesso esclusivo al backstage delle più importanti sfilate.

Mistero e leggerezza sulla passerella di Alberta Ferretti

SOUNDTRACK: Bernard Herrmann – Vertigo (theme)
Un’ avvincente Spy-story e un alone di mistero aleggiano sulla passerella di Alberta Ferretti. Una donna enigmatica ci sedurrà il prossimo inverno. Nascosta dietro occhiali scuri, è sicura di sé, gioca con la sua bellezza e si palesa in morbidi cappotti di flanella strizzati in vita. Sonorità elettroniche fanno da sottofondo alla prima parte della sfilata giocata su contrapposizioni. Focus on sui dettagli: lunghi guanti in pelle, décolleté a punta e stivali dal tacco 12 mostrano un’ insidiosa eroina di Hitchcock ai tempi di Vertigò. Contrasti, gioco di potere e seduzione si trasfigurano negli abiti. Un’estetica easy chic gioca audacemente tra sperimentazione e leggerezza. La prima si diverte con le lunghezze dei tubini corti sopra al ginocchio, presentati in un range di colori caldi e freddi, con gonne in pelle abbinate a morbidi maglioni in lana tricot.

La seconda si posa leggiadramente sulle lunghezze maxi degli evening dress ricamati, nelle trasparenze, nell’impalpabilità del tulle e della seta. Un ritorno alla donna leggera tanto cara alla stilista. Romanticismo e innovazione. Un cöté retrò con dettagli forti. Per una donna di potere, morigerata ma sensuale. Per la sera le melodie diventano più tenui e delicate. Lunghi abiti da sera appaiono sulla scena, accompagnati da gonne al ginocchio ricamate con maestria sartoriale, tailleur impreziositi da jais, celano una sensualità misteriosa. La dicotomia donna e potere, prende  forma.

New York Fashion Week

Op Art, Fauves, Dadaismo. La settimana della moda newyorkese dà vita ad uno show ricco di contaminazioni artistiche.

Minimalismi, geometrismi, black & white per Lacoste. Christopher Lemaire dà il proprio addio alla Lacoste con un tributo all’eleganza degli anni 30.

La storia della casa di moda francese fondata nel 1933 da Renè Lacoste e Andrè Gillie rivive in passerella attraverso abiti capaci di unire la competizione sportiva al glamour.
Una collezione basata sul grafismo e che sembra far rivivere le filosofie del mondo dell’ Optical Art e del Bauhaus attraverso linee geometriche, forti e decise.
Destrutturata, rielaborata, priva di maniche,  la polo, capo storico della maison francese, domina la nuova collezione. Il gioco di volumi è enfatizzato dalle linee squadrate che contrastano con le forme larghe e confortevoli dei pantaloni, rigorosamente a vita alta e con l’orlo alle caviglie.

Sneakers declinate in tutte le varianti, dalla versione  ballerine, allo stivaletto, ai sandali rimandano al connubio tra moda e sport. Non solo abiti, ma anche collane e pendenti per Lacoste che celebra così la nascita della prima linea di bijoux.
Diane Von Furstenberg  e il designer Yvan Mispaelere trasportano il pubblico in quadro Op Art che sfocia nel Fauves attraverso l’ eccesso decorativo e cromatico.

“Godes”, questo il nome della collezione, rivaluta e glorifica la figura della donna considerata dalla stilista come una dea, libera e bella.Tabacco, khaki, cammello, rosso, pesca, si fondano alle stampe optical dando vita ad abiti dal forte impatto visivo.Giacche morbide, bermuda e gonne drappeggiate si contrappongono alla violenza cromatica dando la sensazione di fluidità, in linea con lo stile easy chic caratteristico della stilista.

Colore ancora protagonista con Philosophy di Alberta Ferretti.
Fucsia, turchese, verde smeraldo, viola reinterpretano in chiave ironica e moderna il mondo dell’antica Cina e delle Hawaii. Cheongsham, Kimono, copricapi a pagoda dalle lunghezze ridotte diventano gli strumenti di seduzione per una donna allegra e spensierata. L’uso di seta, satin, stampe floreali e di draghi amplificano il clima dolcifico e zucchero proposto dalla stilista italiana.  Una collezione surreale e stravagante che ricorda il mondo creato dal fotografo David LaChapelle.

Sperimentazioni, invece, per Custo Barcelona che accosta in passerella una collezione dal mood più eccentrico, artistico ed occasionale ad una più quotidiana. Psichedelico il risultato. Un hippy moderna capace di indossare abiti e piume dall’alto gusto estetico con noncuranza.

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