Inverno fresco e innovativo sulla passerella firmata Sonia Rykiel

sonia rykiel 1Innovazione e cambiamento, è questo quello che emerge dalla passerella parigina dalla storica maison fondata da Sonia Rykiel. La nuova collezione di prêt-à-porter, presentata lo scorso 9 marzo nella boutique sita in Saint Germain, mostra i segni di una repentino cambiamento dettato senza dubbio dalla nuova direzione creativa. È infatti Julie de Libran, chiamata alla guida del timone a maggio dello scorso anno, a firmare la collezione autunno-inverno 2015, una firma che compare ormai già per la seconda volta e che consacra ancora di più la sua presenza all’interno dell’azienda. A dominare la passerella invernale cappotti affusolati con colletto ed interni shearling, maglie alla marinière arricchite da frange metalliche che si posano sui capi e danno la sensazione di una piacevole pioggerellina, eleganti completi di velluto simbolo delle basse temperature, ampie pellicce patckwork munite di zip. Total look dal sapore retrò, che riportano alla mente di chi osserva, i tipici dettagli della moda anni 70. Bagliori silver investono le minigonne borchiate, i pantaloni di pelle e i long dress a righe che per la sera, si vestono di pailettes luccicanti e lurex. La novità assoluta è data dall’ascesa in passerella di capi maschili, quattro look che segnano probabilmente l’inizio di una nuova era.

Sonia Rykiel : Runway - Paris Fashion Week Womenswear Spring/Summer 2015

La donna Rykiel è una donna vivace, con forte senso dell’umorismo, non indossa un abito, lo interpreta, ci gioca, alla continua ricerca di accenti surreali e dadaisti che danno ogni outfit una marcia in più non deludendo mai l’animo di chi li cerca.
Con la de Libran alla guida, la maison ha continuato a proseguire il suo viaggio verso ciò che le regole della moda definiscono originale, a passo con i tempi, mantenendo immutati gli ideali originari.

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E cosi, una volta spenti i riflettori sulle passerelle della Paris Fashion week, quella di Sonia Rykiel risulta essere una collezione “chiacchierata”, che sia colpa dell’entrata in scena della figura maschile o semplicemente del tocco rivoluzionario adottato dalla nuova direzione artistica non si sa, quello che conta è che questa collezione, così come le altre, riesca a lasciare il segno.

 

 

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