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Ecco la mostra ‘La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré’

Gianfranco-Ferre-Mostra-Prato-camicia-806x530Un capo di moda che rappresenta appieno lo stilista: per Chanel potrebbe essere il tailleur in tweed o la mitica 2.55 matelassè, per Gianfranco Ferrè è stata sicuramente la camicia. Un capo passe-partout, anche molto maschile se vogliamo, ma che lui seppe reinterpretare e fare suo, paradigma di una carriera sfolgorante, che lo stilista – architetto definì “segno del mio stile” e “lessico contemporaneo dell’eleganza”. Al suo talento e alla sua poetica sartoriale è stata dedicata la mostra ‘La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré’, inaugurata quasi un mese fa al Museo del Tessuto di Prato, organizzata dalla Fondazione del museo e dalla Fondazione Gianfranco Ferré e curata da Daniela Degl’Innocenti.

Il cuore dell’evento è ovviamente rappresentato da 27 camicie bianche, presentate in ordine cronologico e con una grande varietà di materiali: in taffetà, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, a testimonianza della maestria progettuale e della visione creativa del designer. Non solo, a completare la mostra, un sistema di macroproiezioni con un montaggio di sequenze delle sfilate più importanti, dal 1978 al 2007, anno della scomparsa di Ferrè e un libro-catalogo edito da Skira, che reinterpreta le camicie con nuovi scatti fotografici.

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Fino al 15 giugno, l’esposizione sarà accompagnata da un calendario di eventi e attività collaterali, con un’offerta didattica destinata sia all’alta formazione nel settore della moda, sia a scuole, istituti, corsi e accademie del design, dell’architettura e delle arti applicate.

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