Città-piramide. Il futuro è nel nostro passato

Piramidi. Costruzioni monumentali che resistono al tempo. Luoghi di culto e dimore eterne di re e faraoni. Ci si domanda ancora come sia stato possibile realizzare tali opere straordinarie in un epoca dove la tecnologia era rudimentale. O forse no. Forse il senso di magico che promana da quelle vette appuntite è solo lo stupore che desta una costruzione perfetta. E questa perfezione sarà la base delle città del futuro. Nuove piramidi sorgeranno per pungere il cielo.

Forse l’uomo è ancora capace di imparare la lezione del passato, almeno per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica. Architetti di tutto il mondo stanno studiando la forma e le dimensioni da dare alle città del futuro. Un futuro non lontano. Le sopraggiunte esigenze di tutela ambientale, unite al problema del sovraffollamento demografico e alla conseguente alla scarsità di risorse, hanno costretto a rivedere completamente il concetto di città e di costruzione. Dopo una serie di progetti rivoluzionari, ma poco fattibili, forse si è giunti a una soluzione convincente. La forma piramidale è quella che al contempo sposa esigenze di ecosostenibilità e che, autoalimentandosi, garantisce consumi ridotti.

Per di più, la solida base di una costruzione piramidale e il suo ridursi progressivamente verso l’alto danno una stabilità che non ha eguali in campo ingegneristico. Stabilità che permette di resistere a calamità naturali come uragani e terremoti. Forse proprio per questo ancora oggi possiamo ammirare le piramidi di Giza, l’unica delle antiche sette meraviglie del mondo sopravvissuta. Scopriamo allora quali sono i progetti architettonici più interessanti per le città del futuro.

Iniziamo con Lunar Cubit, struttura composta da otto piramidi a pannelli solari, disposte a cerchio attorno a una piramide centrale più grande. Sorgerà vicino a Masdar City, nel deserto di Abu Dhabi. Ispirata alle piramidi egizie, la struttura funzionerà come centrale elettrica e calendario lunare, illuminandosi al massimo durante il novilunio e spegnendosi nelle notti di luna piena. Roba da mille e una notte.

New Orleans si sta invece studiando la Piramide Mammut, una città piramidale occupante una superficie di 2,7 milioni di metri quadrati, pensata per ospitare 40.000 abitanti. Dopo la catastrofe provocata dall’uragano Katrina nel 2005, una struttura di questo tipo rappresenta un sogno. Ma andiamo inGiappone, dove un giorno potrebbe svettare Pyramid City, la più strabiliante delle costruzioni mai realizzate dall’uomo. Una piramide composta da 204 unità piramidali12 volte più grande  della piramide di Cheope. Una nuova Torre di Babele che ospiterebbe 750.000 persone, risolvendo allo stesso tempo il problema della mancanza di spazio e il pericolo terremoti.

La Russia non sta a guardare. Presto potrebbe vedere la luce Crystal Island, un edificio a piramide iperbolica in grado di ospitare 900 appartamenti. Il suo “doppio strato” di materiale composito garantirebbe una minima dispersione di calore. L’ideale per affrontare il gelo moscovita.

Infine, una menzione a un progetto statunitense importante e lodevole. Si chiama Pyramid Farm e potrebbe rappresentare una soluzione al problema della nutrizione. Non a caso il nome “pyramis” significa “torta di grano”. La struttura viene presentata come un ecosistema autosufficiente in grado di provvedere a tutto. È prevista la coltivazione di grano all’interno della costruzione, secondo un sistema di agricoltura verticale che nel 2050 potrebbe sfamare 3miliardi di persone.

Le buone idee non mancano dunque. Esse ci fanno riflettere sull’uomo e sulla sua capacità di creare e di operare per la sopravvivenza. Ci danno almeno una speranza, in un mondo che sembra aver smarrito il senso di umanità.

by: Gennaro Cutillo

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