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Alexander McQueen, al cinema la storia dell’hooligan della moda

 

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Geniale, creativo, visionario, eccessivo, estroso, in due parole Alexander McQueen. L’hooligan britannico della moda, come il Fashion System ama definirlo, arriverà presto sul grande schermo con un film a lui dedicato. Una personalità eccentrica quella di McQueen che ha saputo farsi largo con le sue proposte sempre innovative, all’avanguardia, un vero e proprio occhio sul futuro del mondo della moda. Il biopic metterà in scena la vita dello stilista, la sue umili origini, i suoi studi, la sua carriera e la tragica scelta di porre fine alla propria vita. Un vero contributo ad un artista che ha lasciato il segno nel patinato mondo delle passerelle. Nato nel 1969, da padre tassista e madre insegnante, cresce nell’East End londinese; la sua creatività dirompente non tarda ad emergere, a 16 anni lascia la scuola per iniziare a lavorare presso la nota sartoria di Savile Row: Anderson & Sheppard, nota fornitrice del principe Carlo d’Inghilterra e siamo solo all’inizio. In Italia lavora presso Romeo Gigli e tornato in Inghilterra conclude la sua formazione presso la St. Martin School, scuola di moda delle più prestigiose che ha dato il via alle carriere di alcuni dei più celebri stilisti tra cui John Galliano. Lo stile del giovane designer è presto noto, una commistione tra gotico e romantico, vittoriano e dark. La prima collezione di McQueen, quella creata nel 1992 per la fine del corso alla St. Martin fu un vero successo tanto che, la nota stylist e scopritrice di talenti, Isabella Blow la acquistò tutta. Davvero un buon auspicio se si pensa alla sua rapida scalata al successo. Nel 1995 inaugura una linea col suo nome dalla quale si evince il suo stile eclettico e visionario. Direttore artistico di Givenchy fino al 2001, succede alla direzione creativa al già citato Galliano, inglese come lui e come lui uscito dalla St. Martin.

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Poliedrico, rivoluzionario e grande provocatore, impossibile non ricordare la collezione dedicata alle sue origini scozzesi Highland Rape, un vero e proprio grido provocatorio. Stupro delle Highland sta ad indicare il nome della collezione, autunno/inverno 1995-1996, che lo stilista ha portato sulle passerelle. Uno stupro appunto, uno stravolgimento al quale McQueen sottopose uno dei più classici tessuti britannici, il tartan. Abiti di pizzo stracciati, gonne ridotte a brandelli, scollature volutamente ampie a scoprire interamente i seni di modelle dagli occhi alieni. La stampa gridò allo scandalo ma McQueen seppe motivare tutto ciò. Tacciato di misoginia infatti lo stilista rispose che il suo intento non era quello di portare sulla passerella la tematica dello stupro femminile quanto invece quello stesso stupro che l’Inghilterra aveva fatto alla Scozia. Un enfant terrible, un artista maledetto, una genialità spiccata e precoce la sua che lo vide creare costumi per lo stesso David Bowie, negli anni ’90; allo stesso tempo sensibile, introverso ed estremamente fragile, a tal punto da compiere un gesto estremo, quello che c’ha privato delle sue straordinarie creazioni. Il progetto che porterà la vita del designer sul grande schermo è affidato al regista Andrew Haigh e al drammaturgo Chris Urch, che si occuperà della sceneggiatura. Sono trascorsi circa sei anni dalla sua scomparsa, eppure di artisti così non si finisce mai di sentirne la mancanza; in attesa dell’uscita del film vogliamo ricordare l’eclettico artista, interprete visionario del romanticismo, con una sua frase che più di tutte racchiude il suo concetto di moda:« Non voglio fare un cocktail party, preferisco che la gente vomiti e abbandoni il mio show. Preferisco le reazioni estreme».

“The B.” Geometrie in equilibrio nella nuova collezione di Federico Barrazzo

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La nuova collezione Spring Summer 2016 di The B. by Federico Barrazzo porta al suo culmine il concetto di armonia. Essenziale nelle forme e nei colori, trasmette un’idea di ordine e serenità. Il maschile e il femminile si fondono in un ideale unisex, dove le differenze tra i due sessi si fanno impercettibili e gli abiti interscambiabili.

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Maxi t-shirt, dress, crop top, boxer shorts e skirt sono tra loro tutti accostabili, costituendo il wardrobe ideale di chi ama la pulizia delle forme e dei colori. I capi si ornano di curve dove il nero, il bianco e il beige si accostano tra loro, con note accese di rosso vivido.

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Risulta lampante quanto la collezione scaturisca da una profonda fase di ricerca sulla silhouette e sui volumi, dando vita a tagli netti e precisi, forme lineari e colori sobri. Ne scaturisce un’idea nuova e rivoluzionaria, un vestire di nuova generazione dove mascolinità e femminilità si fondono e a tratti coincidono, rimanendo accomunati da geometrie minimal.

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Una forte sintesi estetica che trova espressione anche negli accessori, come l’iconico modello di borsa-zaino Transitorial, che viene ridimensionato. Anche qui compaiono le curve armoniche segno distintivo della collezione, negli accostamenti di colore bianco-nero e bianco-rosso, che troviamo anche sul nuovo modello di borsa a secchiello.

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Lo street style e lo sportswear vengono nobilitati a un ideale estetico puro. Vari elementi si fondono a creare uno stile minimal ed estremamente elegante, riscoperta di una classe pura e pulita. La collezione si innalza a manifesto di un nuovo stile, che respinge le stravaganze di una moda disordinata e forzatamente esuberante. Un ritorno alla purezza ideale delle forme, un’ oasi di pace stilistica nel caos del mondo della moda odierno. Un grido che si innalza silenzioso, pacato, dove i capi parlano da soli, senza clamore e senza voglia di stupire o impressionare. Si vuole semplicemente mostrare, rendere visibile a tutti una ricerca che si palesa nell’opera finita.

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Kristen Stewart nuovo volto di Chanel make-up

 

 

 

 

È Kristen Stewart la nuova testimonial della 2016 EYES COLLECTION di Chanel.

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Non nuova a collaborare con la grande maison francese, è stata questa volta fotografata da Mario Testino. L’attesa per gli scatti è tanta e minima l’anteprima; la potremo infatti vedere solo a partire da maggio 2016.

Non ci sorprende la scelta fatta da Karl Lagerfeld. Sono infatti proprio gli occhi il punto di forza della giovane attrice diventata famosa grazie alla saga Twilight.

Non solo testimonial della campagna make-up. La bella Kristen è stata anche la protagonista, insieme a Geraldine Chaplin, del nuovo film diretto da Lagerfeld che racconta, attraverso brevi cortometraggi, la vita di Mme Coco.

Once and Forever” il titolo. All’interno di questo la Stewart interpreta un’attrice che si cimenta nella parte dell’inimitabile Coco.

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A differenza degli scatti della campagna, il corto è già visibile.

Presentato negli studios di Cinecittà, nel dicembre scorso, in occasione della sfilata della Paris-Rome 2015/2016, è ora disponibile online.

Una Kristen un po’ Coco, un po’ ragazza di oggi. Un contrasto ben giocato che ci auguriamo di rivedere negli scatti di Mario Testino, ma su cui abbiamo pochi dubbi.

https://www.youtube.com/watch?v=6O2gmRPj-UI

 

The Life Of… Kanye. Un evento racconta i mille volti di West

Credits Google
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L’11 febbraio, nel prestigioso Madison Square Garden di New York, il musicista e stilista americano Kanye West ha presentato la nuova collezione frutto dell’ormai salda collaborazione con Adidas,  la “Yeezy Season 3” per il prossimo autunno/inverno. La colonna sonora dell’evento è stata (guarda caso) il settimo disco solista di Kanye West, “The Life of Pablo”, presentato in grande anteprima proprio in occasione del mega show.

Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images
Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images

Più di 20 milioni di persone hanno guardato lo streaming della sfilata su Tidal, la piattaforma per la musica in streaming di proprietà dell’amico Jay-Z, che infatti è andata in tilt poco dopo l’inizio dello spettacolo, e attraverso delle proiezioni cinematografiche sparse un po’ in tutto il mondo (due anche in Italia, a Milano e a Roma). L’evento, molto più di una semplice sfilata, è durato circa due ore. Con lo stadio preso d’assalto, solo alcuni fortunati sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto per entrare ad assistere alla performance, giudicata da molti come un’esperienza multisensoriale unica.

Anna Wintour all'evento. Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images
Anna Wintour all’evento. Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images

Nel pubblico del Madison Square Garden c’era, ovviamente, la famiglia di Kanye West: la moglie Kim Kardashian e la figlia North West, i genitori di lei Caitlyn e Kris Jenner, le sorelle Kourtney e Khloé (con il marito ed ex giocatore di basket Lamar Odom, alla prima uscita pubblica dopo che, lo scorso ottobre, era stato trovato incosciente ed era poi stato in coma per tre giorni) e Kendall e Kylie Jenner. L’intero clan Kardashian-Jenner indossava abiti disegnati dallo stilista Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain, disegnati insieme a Kanye e realizzati a Parigi nell’atelier del giovane designer in pochi giorni.

I Kardashian-Jenner vestita da Rousteing. Credits Google
I Kardashian-Jenner vestita da Rousteing. Credits Google

Kanye West invece si è piazzato al mixer, da dove ha fatto partire le tracce dell’album, discusso in seguito per la sua complessità. Contemporaneamente, al centro dello stadio, ha avuto inizio la performance, realizzata dal rapper insieme all’artista italiana Vanessa Beercroft e composta da un centinaio di modelli in piedi immobili, con lo sguardo rivolto verso le due grandi strutture centrali su cui erano in posa altri ragazzi. Decine di telecamere riprendevano i volti intensi e severi proiettando le immagini sui mega schermi, e il contrasto tra il luogo, la musica e quelle facce scolpite e desolate è stato, a detta di molti, davvero potente: così mentre Kanye e il clan Kardashian ballavano e si divertivano, sulla scena hanno preso piede anche Naomi Campbell e altre supertop, da Liya Kebede a Veronica Webb.

Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images
Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images

Tutto va avanti per più di un’ora, permettendo la visione della collezione, realizzata nei toni del marrone e dell’arancio e contraddistinta da quello stile casual-industriale ma di lusso al quale l’artista sembra affezionato. Importanti le Yeezy Boost, elette scarpe dell’anno nel 2015 e sold out in tutto il mondo, a cui vengono dedicati lunghi ed artistici primi piani.

Le nuove scarpe della collezione. Credits Dimitrios Kambouris/ Getty Images.
Le nuove scarpe della collezione. Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images.

Mettendo da parte le recenti polemiche riguardo i tweet del rapper e i battibecchi con la popstar Taylor Swift, da lui citata in una canzone con dei toni certamente poco nobili, non si può negare che Kanye West resti una delle menti più creative dell’ultimo decennio. Tutto ciò che combina, inventa, tocca e compone acquista un successo planetario.

Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images
Credits Dimitrios Kambouris/Getty Images

Sincero il discorso conclusivo di Mr.West, che ha ringraziato tutti quelli che lo hanno aiutato, da Olivier Rousteing e Jay-Z ad Adidas. Pare essere tutto finito, ma arriva il colpo di scena finale: il trailer del videogame “Only One” prodotto da Kanye e ispirato alla madre scomparsa. Con lo scopo di farle raggiungere il paradiso, in un viaggio metafisico verso l’al di là. Come se non bastasse, lo ha fatto vedere per ben due volte. Qualcuno deve aver pensato che si trattasse di uno scherzo ma Kanye West ancora una volta stupisce. Lui fa sul serio. Chissà che in futuro non ci tocchi vederlo davvero in corsa alle presidenziali degli Stati Uniti, come aveva dichiarato tra le risate generali non molto tempo fa.

Ujoh, il brand di Mitsuru Nishizaki va in scena all’Armani Teatro

Signore e signori l’Armani/Teatro presenta la collezione autunno/inverno 2016-2017 di Ujoh. Non è una semplice sfilata quella a cui si assisterà il prossimo 27 febbraio, ma un debutto, proprio come succede nei migliori teatri. Lo stilista giapponese Mitsuru Nishizaki, direttore creativo del brandfinalista di Who is in Next? Dubai, approda sulle passerelle milanesi in qualità di ospite del Re della moda, Giorgio Armani, che mantiene il suo impegno nella promozione del talento di giovani stilisti, quelli che lasceranno un segno nella moda del futuro, ma a partire dal presente.

Photo YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images
Photo YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images

«Sostengo i giovani designer da ormai 12 edizioni – dichiara Giorgio Armani – ma il loro entusiasmo, la loro dedizione e la creatività continuano ogni volta a sorprendermi. La mia volontà è di mantenere una prospettiva internazionale: per questa stagione ho quindi scelto il giapponese Ujoh, a cui auguro una lunga e brillante carriera».

Giorgio Armani

Dopo Andrea Pompilio, Stella Jean, Julian Zigerli, Christian Pellizzari, Angelo Bratis, Edmund Ooi, Vivietta, Hiromichi Ochiai, Daizy Shely, e Lucio Vannotti, saranno le creazioni pure e razionali firmate Ujoh a dare energia alla passerella dell’Armani /Teatro. Un concept, quello di Ujoh, che trae ispirazione da uno stile spesso androgino ma sofisticato, fatto di un’attenta ricerca dei tessuti e di uno studio quasi maniacale per le linee e i tagli asimmetrici. Abiti semplici alla vista, ma complessi nella struttura. Dietro ogni singolo capo d’abbigliamento del brand giapponese si cela un lavoro certosino, dove nulla è lasciato al caso.

Bianco, nero e oro, le tinte che hanno dominato le passate collezioni targate Ujoh; difficile immaginare se la sfilata milanese riserverà dei colpi di scena o se Nishizaki resterà fedele al suo elegante rigore. Precisione e delicatezza sono i tratti che distinguono il tocco di Ujoh, che alla morbidezza dei tessuti mischia l’estro delle forme. La donna che vesta Ujoh è un’occidentale che cede al fascino dell’Oriente, con intelligenza e con un occhio sempre aperto sul futuro. È una donna che cammina a testa alta nel traffico di una città che corre, e non si stanca.

 

Con questa scelta Giorgio Armani conferma di credere nel talento e nell’unicità dei giovani stilisti, che sognano un posto di riguardo nell’Olimpo della moda. Così per la dodicesima stagione apre le porte del teatro che porta il suo nome a un designer emergente e lo aiuta a farsi strada. In molti pensano che quello di Armani sia un modo per scovare un suo degno successore; per il momento basta godersi lo spettacolo è apprezzare lo spirito di innovazione dimostrato da Re Giorgio.

Mitsuru Nishizaki

Ma conosciamo meglio lo stilista giapponese che ha convita Giorgio Armani. Nato nel 1978 a Fukui Prefecture, nel cuore del Giappone, Mitsuru Nishizaki sviluppa un interesse per la moda fin da giovane, forse influenzato dal fatto che la sua città di origine è molto conosciuta per le industrie tessili. Così Nishizaki si trasferisce nella capitale giapponese e si iscrive alla scuola di moda Tokyo Mode Gakuen.

 

Dopo essersi diplomato, Nishizaki è pronto a lasciare il Giappone, ma gli viene presentato lo stilista Yohji Yamamoto, che stava proprio cercando un apprendista, e assume il giovane talento. Dopo 7 anni all’interno della casa di moda di Yohji Yamamoto, Mitsuru Nishizaki inizia a sviluppare un approccio personale alla moda e decide di creare un suo marchio; così nasce Ujoh. Il punto di partenza di tutti i lavoro di Nishizaki è lo studio approfondito dei tessuti, perché solo attraverso la loro conoscenza, secondo lui, si può creare qualcosa di unico.

 

«Sono onorato e molto riconoscente a Giorgio Armani – spiega Mitsuru Nishizaki – per l’opportunità concessami di presentare la mia collezione all’Armani/Teatro. Sono determinato a fare del mio meglio per trarre beneficio da questa opportunità unica e attendo con entusiasmo le nuove sfide che il futuro mi riserverà».

 

Spring Summer 2016. Ecco i dieci colori must scelti da Pantone

Ogni anno a partire dal 2000 Pantone, azienda statunitense che si occupa principalmente di tecnologie per la grafica, della catalogazione dei colori e della produzione del sistema di identificazione di questi ultimi sceglie un colore come rappresentativo dell’anno stesso.

Se nel 2000 il vero protagonista era il “Cerulean” Pantone 15-4020, nel 2015 vince l’eleganza della variante “Marsala” Pantone 18-1438.I colori, coi relativi codici, sono quindi inseriti in un catalogo, denominato in italiano “mazzetta” o “tirella”, dove è possibile “sfogliarli” e selezionarli.

Moda e colore sono da sempre inseparabili, dalle tinte naturali, come il rosa cipria, il rosa salmone e il color mattone, ai non colori, come il bianco e il nero, passando per i must di stagione come il verde menta e l’arancione tangerine, fino agli evergreen rosso e celeste, ecco le 10 tendenze colore per la primavera estate 2016. A ognuna la sua nuance!

Il vestito bianco lungo, modello tunica in pizzo retro, è un classico dell’estate, oltre che un vero e proprio passepartout da indossare da mattina a sera, al mare o in campagna.

Il rosa salmone, illumina la carnagione ed è tanto grintoso quanto femminile. Un esempio? Il look dall’ allure young ma chic proposto per la p/e ’16 da Alessandro Dell’Acqua per N°21.

N°21 ss 16
N°21 ss 16

L’ abitino rosa cipria, è un must have di quest’anno, perché questo sembra essere il vero colore moda della stagione estiva. Perfetto da indossare per le tante cerimonie all’aperto che si celebrano durante la primavera come quello di Chanel, in versione tailleur rivisitato perfetto anche per le giovanissime.

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Chanel ss 16

L’abito da dea color marrone terra. Intenso, caldo ed insolito come l’ abito nella tonalità iced coffee di Rochas.

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Rochas ss 16

E ancora il blu notte, nonostante la su tonalità scura è assolutamente perfetto per i party all’aperto più cool al chiaro di luna. Il celeste antico e il viola, nonché colore del fiore, da portare come una vera e propria corolla. L’arancio tangerine, che non poteva mancare nella sua versione più glamour. Il rosso nella sua variante “Fiesta” come propone Giambattista Valli per l’ Haute Couture. E infine il verde menta, delicato ma fresco come una bevanda ghiacciata e perfetto per una sottoveste? Un Must have!

Giambattista Valli ss 16
Giambattista Valli ss 16

Per Pantone il 2016 avrà due colori simbolo: il Rosa Quarzo e l’Azzurro Serenity. Dopo il Radiant Orchid (2014) e il Marsala (2015) è la prima volta che le nuance rappresentative sono due. Visti i tempi incerti, Pantone ha interpretato così il bisogno di serenità e benessere globale, individuando due colori che infondono subito calma e che richiamano all’equilibrio.

Delpozo ss 16 Rose Quartz and Serenity
Delpozo ss 16
Rose Quartz and Serenity

Come fossero Yin e Yang, maschile e femminile, il Rosa Quarzo e l’Azzurro Serenity affiancati riflettono benessere e, al tempo stesso, un senso di calma e serenità. Come spiega Leatrice Eiseman, Direttore Esecutivo del Pantone Color Institute, i consumatori cercano la quiete del benessere come antidoto agli stress quotidiani. Messi insieme, rosa quarzo e blu serenità, dimostrano un equilibrio intrinseco tra l’abbraccio più caldo del rosa e la fredda tranquillità del blu.

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Dal bianco candido al total black, scegli la palette che più si addice al tuo stile.

Vans. Dal rock al punk, cinquant’anni di scarpe

Vans, marchio nato nel 1966 ad Anaheim, California, come produttore di scarpe da barca, compie 50 anni di attività. Simbolo del mondo degli skaters, diventa immediatamente la scarpa ideale per chi pratica questo sport grazie alla perfetta aderenza della suola e alla consistenza della scarpa.

È cosi che Vans “Off the Wall”, si trasforma da semplice scarpa di tela a forma espressiva mondiale.Una calzatura, quella del brand, adatta a chiunque, comoda, semplice e pratica.Tanti i colori e le fantasie disponibili sul mercato, vasto il numero di ragazzi e non, che le indossano.

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Sicuramente il modello più conosciuto e riconoscibile è quello delle Slip On: realizzate in tela  con fantasia di rombi e suola di gomma nera o bianca, spesso a scacchi. Questo genere di Vans appartiene soprattutto alla tradizione rock, punk e ska.

Al centro della nostra attenzione non c’è mai stata la promozione del marchio; ci sono state sempre le persone”.

Queste le parole di Paul Van Doren, fondatore di Vans insieme al fratello Jim.Nel mese di marzo inizieranno tutte le iniziative mirate a omaggiate e festeggiare questo grande brand. Prima tra tutte l’espansione globale di House of Vans, l’hub culturale dell’azienda, insieme al lancio di prodotti speciali.

Una festa dedicata a un tipo di calzatura che, come sappiamo, ormai non appartiene più ai soli sportivi, ma a chiunque ami la comodità mixata a uno stile inconfondibile.

 

 

 

 

Dolce e Gabbana, uno spot da Oscar

Dolce e Gabbana, Sophia Loren

Sophia Loren, Giuseppe Tornatore ed Ennio Morricone, tre premi Oscar Made in Italy, icone del cinema internazionale, prestano il loro talento alla nuova campagna pubblicitaria del profumo Dolce Rosa Excelsa, firmato Dolce&Gabbana.

Lo spot si apre con una splendida Sophia Loren, vestita di pois bianchi, mentre arriva coi suoi cinque figli a Villa Valguarnera, Bagheria, spalancando il portone. La villa appare dimenticata e abbandonata a sé stessa. Sophia si mette subito al lavoro, incitando i ragazzi a fare lo stesso. Vengono sfondati muri, tagliati rami secchi, spolverati affreschi, affinché la villa torni al suo antico splendore.

Dolce e Gabbana, da sempre interpreti di un’italianità celebrativa e nostalgica, ancora una volta rendono omaggio alla sicilianità e a un paese che sembra celare il proprio splendore sotto una coltre di polvere.

Dolce e Gabbana, Bagheria

Tre colossi dell’italianità sono interpreti di quello che più di uno spot vuole essere un evento, la consacrazione dello linea stilistica che Dolce e Gabbana portano avanti da sempre.

Sophia Loren, attrice napoletana simbolo del cinema italiano anni cinquanta e sessanta, deve la sua consacrazione internazionale a La Ciociara, diretto da Vittorio De Sica. Sophia interpreta Cesira, semplice popolana, con una straordinaria forza drammatica, tanto da meritare il più grande riconoscimento per un attore, il Premio Oscar. Sophia stringe un forte sodalizio con De Sica e Mastroianni, e viene diretta dal maestro del cinema italiano in film come Ieri, oggi, domani, Matrimonio all’italiana, I girasoli e Il Viaggio.

La carriera di Giuseppe Tornatore è strettamente legata alla Sicilia e a Bagheria. Il comune, oltre ad essere il luogo di nascita del regista, è anche protagonista di uno dei suoi film più celebri, Baarìa, tanto celebrato quanto discusso.

Il romano Ennio Morricone viene considerato uno dei più influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi. Ha scritto musiche per più di 500 tra film e serie TV e nel 2016 ha ricevuto la candidatura al Premio Oscar per le musiche di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Lo stesso regista ha ritirato il Golden Globes al posto del compositore, elogiando il suo immenso talento e paragonandolo a Mozart.

La stessa location dello spot, Villa Valguarnera, costruita nel 1712, rappresenta la spettacolarità e la meraviglia del patrimonio artistico italiano, spesso dimenticato e lasciato soccombere. L’Italia, culla di grandi talenti e capolavori artistici, paese con potenzialità enormi, troppo spesso viene trascurata e maltrattata da chi dovrebbe proteggerla.

Dolce e Gabbana, riprese

Dolce e Gabbana sembrano voler lanciare un messaggio di speranza ma anche di stimolo. Bisogna liberarsi da quello che impedisce a questo paese di tornare agli antichi splendori, impegnarsi per togliere la polvere che offusca la sua luce, collaborare per restaurare la sua credibilità. Il popolo italiano sta vivendo nelle rovine, sociali e morali, e deve essere lo stesso popolo l’artefice della propria rinascita, rimboccandosi le maniche e operando per il bene di tutti.

Dolce e Gabbana spot

La fragranza è disponibile in profumeria dal 31 gennaio, e, con un po’ di fantasia, si può sentire anche questa voglia di rinascita tra la Rosa canina e l’Amaryllis bianco.

 

UniCredit e CNMI insieme per sostenere i nuovi talenti della moda

L’Unione fa la forza: Unicredit, insieme alla Camera Nazionale della Moda Italiana, sostiene gli stilisti emergenti, diventando così la banca della moda. L’Istituto milanese sarà, infatti, lo sponsor ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana. L’organizzazione degli stilisti è presieduta da Carlo Capasa per i futuri quattro anni.  “Unicredit crede nella moda e nell’industria tessile italiana, che costituisce un esempio straordinario della forza del ‘made in Italy’ nel mondo” ha detto l’amministratore delegato dell’istituto, Federico Ghizzoni. Diciotto sono i brand emergenti coinvolti in questo programma chiamato Milano Fashion Lab: Alberto Zambelli, Angelos Bratis, Christian Pellizzari, Damiano Marini, Edithmarcel, Flavialarocca, Giannico, L72, Leitmotiv, Les Petits Joueurs, L’F Shoes, Marcobologna, San Andrès Milano, Soloviere, Studiopretzel, TF Twins Florence, Vivetta, Voodoo Jewels. Tutti i nuovi talenti sono già presenti nei calendari delle Fashion Week di Milano. L’obiettivo di Unicredit e della Camera Nazionale della Moda è di sostenere il percorso di crescita e maturazione delle nuove aziende. In cosa consiste questo sostegno? Incontri con i fornitori, clienti e investitori anche a livello internazionale. Aumentare e migliorare la visibilità dei nuovi marchi e delle competenze manageriali.

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” Il progetto fashion Lab ideato con Unicredit è un passo importante e concreto che guarda al futuro del nostro settore. Le nuove generazioni rappresentano il futuro del made in Italy, la nuova linfa di un sistema che tutto il mondo ci invidia. Garantire loro il massimo sostegno è uno degli asset fondamentali per la Camera Nazionale della Moda Italiana”, commenta Carlo Capasa . La moda è un settore trainante all’interno dell’economia italiana. Nel 2014 l’industria del settore ha totalizzato un fatturato di oltre 61 miliardi di euro. Si è notato, rispetto all’anno precedente, un incremento del 3%. Le attese per il nuovo anno sono ancora più alte. Il programma Milano Fashion Lab si inserisce all’interno di uno più ampio che crede nel ‘Made in Italy ’ che vuole difendere e sostenere quelle aziende che realizzano i loro prodotti in Italia. La concretezza del progetto guarda al futuro percorrendo nuove strade quali la digitalizzazione e la creazione di condizioni migliori, affinché i giovani talenti possano esprimere al meglio la loro bravura e consolidare la grande tradizione italiana della moda nel mondo.

Belle scoperte: cinque meraviglie del mondo da non perdere

Già gli antichi avevano stilato una loro hit parade di bellezze irrinunciabili. Complice l’inizio del nuovo anno,tracciare un moderno itinerario sui luoghi da non perdere è d’obbligo. Per arrivare preparati all’ argomento vacanze.

Se non temete il freddo e amate i tour estremi I ghiacciai della Patagonia argentina sono la vostra meta ideale. Le escursioni sul ghiacciaio del Perito Moreno,nella valle dei Dinosauri e alla Penisola Valdes sono “leggendarie” infatti seguono passo passo l’itinerario descritto da Bruce Chatwin nel suo In Patagonia. Il parco nazionale Los Glaciares,è stato istituito nel 1937 e nel 1981 proclamato dall’Unesco patrimonio nazionale dell’umanità. Il nome fa riferimento alla gigantesca calotta glaciale,una delle maggiori al mondo,della Cordigliera delle Ande.

Los Glaciares
Los Glaciares

Senza dover attraversare l’oceano,altrettanto spettacolari sono i ghiacciai delle Alpi. Il percorso classico di risalita si snoda dalla Riedaralp lungo il sentiero morenico e attraverso il parco naturale, offrendo un’ininterrotta visione del ghiacciaio, fino a Fiescheralp. Con i suoi 24 km di estensione il ghiacciaio dell’Aletsch, tra i cantoni di Berna e del Vallese in Svizzera, è la più lunga lingua di ghiaccio delle Alpi. Seppure non alla stessa velocità di altri ghiacciai dell’arco alpino dall’inizio del secolo scorso si sta ritirando. I killer? L’aumento delle temperature medie, la scarsità delle precipitazioni e la “colonizzazione” umana sempre più aggressiva.

Riederalp
Riederalp

Se la montagna non fa per voi e amate le acque cristalline le isole mediterranee sono imperdibili. L’arcipelago di La Maddalena, situato nelle Bocche di Bonifacio, in Sardegna, è celebre per la trasparenza delle sue acque. Caratteristica data dalla sua particolare geomorfologia, a dominante cristallina, unica nel Mediterraneo. Tutto il bacino del Mare Nostrum è sotto costante osservazione del Wwf perché in questo mare vi è una delle più alte concentrazioni umane e di specie naturali del pianeta. Due mondi a confronto da millenni.

La Maddalena
La Maddalena

Meta turistica molto popolare, forse meno noto per le sue ricchezze naturali è l’arcipelago cubano. Le sue barriere coralline sono tra le più estese al mondo e la flora più ricca di specie di tutti i Caraibi. Solo di palme ne vivono 300 qualità differenti. Ma anche la fauna ha i suoi record, come il zunzuncito, il colibrì-ape, l’uccellino più piccolo esistente. Ben il 22 per cento dell’intero territorio nazionale è area protetta,tanto che il Wwf ha dichiarato Cuba l’unico paese al mondo che combini un alto sviluppo umano a un’adeguata sostenibilità ambientale.

Cayo Paredon Grande
Cayo Paredon Grande

Un viaggio mirato da sogno. Meta: Kauai, l’isola giardino, dove si snoda il sentiero più spettacolare delle Hawaii,lungo il Waimea Canyon. Entrate nell’immaginario collettivo come le isole paradisiache per eccellenza,le Hawaii sono un’ecoregione del tutto particolare ma non solo per le loro spiagge e fondali. La montuosità e le eruzioni vulcaniche fanno sì che in ognuna delle sette isole principali si creino barriere insormontabili a delimitare numerosi habitat, uno all’interno dell’altro come in un gioco di scatole cinesi. Nelle sue foreste umide si nascondono numerose specie endemiche, documentate esclusivamente su queste isole costituiscono il più ricco patrimonio di biodiversità del Pacifico.

Hawaii
Hawaii

Non resta che preparare la valigia.

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