Il primo giorno di saldi è per molti sinonimo di confusione, file chilometriche e nervi a fior di pelle. Per molti, ma non per Desigual, il marchio spagnolo che ha deciso di organizzare un evento molto originale proprio in occasione dell’inizio degli sconti invernali in Italia.
A Roma e a Torino, infatti, il 4 Gennaio si è svolto il Seminaked Party: i primi cento clienti entrati seminudi in negozio sono stati rivestiti da capo a piedi. Uno scherzo? Assolutamente no. E’ bastato presentarsi in biancheria intima a partire dalle ore 08:00, avere molta pazienza e capacità di resistere al freddo pungente del primo mese dell’anno e lasciarsi catapultare nello store più atipico del momento. I clienti ammessi hanno avuto un’ora a disposizione per scegliere il proprio outfit, con la musica di Radio Dimensione Roma e la voce di Claudio Guerrini di RDS in sottofondo. E poi la colazione servita e un’atmosfera di puro divertimento hanno fatto il resto. Il Seminaked Party è ormai tradizione del marchio di Barcellona; infatti è dal 2005 che l’evento fa il giro del mondo coinvolgendo migliaia di persone: da New York a Tokio, da Praga a Parigi a Torino e in Via del Corso a Roma.
Qualche lamentela sulla strategia di marketing c’è stata, ma è emerso soprattutto l’entusiasmo da parte di chi è riuscito ad andar via dal negozio con un look completamente nuovo e… gratuito. Che per essere il primo giorno di saldi, è una conquista niente male. Ma il tour dell’evento, che dopo le due tappe italiane si è spostato a Madrid e poi a Nizza, non si ferma di certo qui e continuerà a far divertire i propri fan in giro per il mondo. Perché, si sa, #lavidaeschula secondo Desigual.
L’affermarsi del Made in Italy non è stata un’impresa facile sin dalla sua nascita. Dalla fine dell’Ottocento fino agli inizi del secolo successivo non era ancora possibile parlare di una moda italiana autonoma da quella d’oltralpe. Fino alla metà del Novecento, infatti, le ultime novità in fatto di stile continuarono a provenire da Parigi. E anche quando arrivava da altri paesi come l’America o l’Inghilterra, la Francia ne aveva comunque il primato, essendo considerata da tutti il centro di diffusione di ogni nuova foggia. Per parlare propriamente di moda italiana occorre attendere il secondo conflitto mondiale quando Parigi rimase tagliata fuori dal mondo per quattro anni, e non potendo contare più sulle sue novità con l’impossibilità di importare da questa i suoi modelli, si assistette al nascere sia di una moda autenticamente italiana sia di quella inglese e americana.
Fu grazie al clima di emergenza che la creatività italiana, unita ad un’antica tradizione di alto artigianato, formò un cocktail esplosivo che diede i suoi frutti all’indomani del conflitto. Già nel 1949 a Milano, diventata la nuova capitale francese della moda, venne costituito il “Centro Italiano della moda”, organismo il cui proposito era quello di stabilire un trait d’union tra industria tessile e moda attraverso una serie di sfilate e manifestazioni. In quegli anni l’Italia cercava di raggiungere una propria autonomia stilistica e il 1948 è l’anno che scandì l’inizio di una profonda trasformazione nello stile italiano, l’anno in cui si iniziò a prendere coscienza del potenziale creativo italiano.
Milano e la moda hanno iniziato questo percorso insieme e da lì non si sono più fermati. A tutt’oggi hanno e devono avere sempre più un ruolo di leadership nel contesto della fashion industry internazionale. Il sistema manifatturiero italiano è il primo al mondo per qualità e per valore delle esportazioni, ma per cogliere le nuove sfide globali e fronteggiare oggi la concorrenza delle multinazionali del lusso e delle altre capitali dello stile come Parigi, New York e Londra occorrono scelte strategiche, il sostegno degli enti territoriali e una politica industriale per il settore.
E’ proprio in quest’ottica e per affrontare il rilancio del Made in Italy, che s’inserisce il Manifesto della Moda, un documento de Il Sole 24 Ore al quale hanno contribuito personaggi importanti del calibro di Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, Ferruccio Ferragamo, Federico Ghizzoni, Manfredi Catella, Mario Boselli, Umberto Veronesi, Claudio Marenzi, Enrico Cucchiani, Rossella Jardini, Patrizia Moroso e Vittorio Grigolo.
Un’iniziativa che vede insieme nomi di spicco della moda e del mondo milanese uniti insieme nella convinzione comune che oggi occorra un’azione combinata, una strategia pervasiva per poter rilanciare il ruolo di Milano come fulcro del made in Italy, e come volano per la ripresa economica del paese.
Le proposte contenute nel Manifesto della Moda del Sole 24 Ore vertono su vari postulati:
Colmare il gap delle infrastrutture e investire su territorio e turismo. Innanzitutto occorre ripartire dai luoghi della cultura, del saper fare italiano e dall’entertainment, che possono essere le chiavi per poter far entrare giovani stilisti esteri a lavorare in Italia. Occorre tornare ad investire su Milano e sul territorio, valorizzandone le eccellenze a partire proprio dal Teatro alla Scala di Milano. E’ da qui che deve ripartire il Made in Italy, dallo stesso simbolo che Alcide De Gasperi scelse quel 9 dicembre del 1946, per parlare di sviluppo e di riscatto del Bel Paese. Se Milano e il Paese intendono davvero tornare all’avanguardia dello stile e dell’industria manifatturiera, e quindi mettersi alla pari delle altre strateghe del lusso, allora servono delle abili capacità per stimolare la creatività e l’artigianato artistico, nonché il sostegno degli enti territoriali e una nuova politica di sviluppo per il settore. Quello, che il Manifesto propone attraverso i suoi punti è di concorrere ad una sorta di riscatto di Milano, da rendere un luogo capace di sintetizzare la forza del made in Italy e contemporaneamente l’attrattiva del territorio.
Per poter investire sul panorama milanese occorre rendere il capoluogo lombardo ospitale migliorandone l’immagine e la vivibilità a prescindere dagli eventi della moda e in previsione di Expo 2015. Parola d’ordine a tal proposito deve essere ” migliorare l’accoglienza” – spiega Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della moda italiana – […] suggerendo iniziative che potrebbero essere chiamate “Enjoy Milano”. Servono provvedimenti specifici quali il prolungamento degli orari della metropolitana e dei mezzi pubblici, un sito multilingue per i visitatori, con informazioni relative ad hotel, ristoranti, musei e intrattenimento”. Questo è l’unico modo per poter avvicinare quei milioni di turisti che sognano di visitare il Paese e acquistare il Made in Italy.
Patrizio Bertelli e Miuccia Prada
“La moda – sostiene Patrizio Bertelli, AD del gruppo Prada – è uno degli aspetti principali del turismo e deve combinarsi con il massimo dei servizi su collegamenti, alberghi, ristoranti, caffè, locali notturni, musei. Almeno nella settimana della moda, la città dovrebbe essere viva fino a mezzanotte, aprendo i cortili dei più bei palazzi storici”.
Altro punto fondamentale riguarda la Formazione e gli Incentivi. Promuovere la formazione degli stilisti e degli operatori del settore attraverso una strategia in grado di uniformare un alto standard di qualità e fare “sistema” tra le diverse scuole di moda italiane. Inoltre incentivi fiscali per aiutare le imprese a rimanere in Italia con la propria produzione, sostenendo sopratutto il 90% del settore fatto di piccole e medie imprese.
Parola d’ordine del Manifesto è la spinta all’Internazionalizzazione, la solidarietà di sistema e l’accesso al credito. Principale obiettivo delle imprese è quello di sbarcare sui mercati internazionali implementando l’internazionalizzazione nel settore della moda, portando così anche le piccole imprese a partecipare alle fiere di settore all’estero, grazie anche a progetti realizzati ad hoc per la promozione delle nuove realtà. Secondo il Sole 24 Ore spetta alle imprese leader assumersi la responsabilità di mantenere dinamico il settore, promuovendo la solidarietà di sistema. Un corretto flusso finanziario potrebbe garantire il rilancio dell’intera filiera inclusa la tutela delle eccellenze artigianali Made in Italy.
Avere una filiera più forte può rappresentare una grande occasione anche per gli istituti bancari. Una delle banche più attive a tal proposito è Unicredit, che ha recentemente lanciato un’iniziativa il cui obiettivo è quello di offrire alle aziende del settore una gamma di prodotti finalizzati alla crescita dell’export.
Altro punto fondamentale del Manifesto della moda è quello di Indirizzare il made in Italy verso i mercatiemergenti. Il Manifesto della moda ritiene importante e strategico catapultare le aziende più piccole nei mercati internazionali, facilitando l’accesso alle fiere sulle principali piazze mondiali. Obiettivo principale è contrastare la contrazione della domanda interna indirizzandosi verso i mercati emergenti del Centro-est Europa, Asia e Sud-America.
Il documento firmato dal Sole 24 Ore e dai personaggi illustri del mondo del fashion auspica infine una Formazione personale e il Talent Scouting: lo stanziamento di maggiori risorse a favore della formazione delle future leve nel campo della moda. Inoltre secondo Fabrizio Onida dell’Università Bocconi è importante e necessario rivedere come è formata la scuola dell’obbligo, introducendo anche in Italia il cosiddetto “sistema duale”, una formula mista di formazione scolastica già presente in altri Paesi e in grado di avvicinare sempre di più i giovani alle aziende già dagli ultimi anni di liceo.
Scultoree, imponenti, eleganti. Appaiono così le acconciature realizzate da Piergiuseppe Moroni, direttore artistico di WELLA Professionals, e immortalate da Steve Hiett, maestro nel campo della fotografia e amante dei giochi di luce.
Dall’unione tra i due artisti nasce la mostra dal titolo Portrait of a Sheer Lady, ospitata dalla Piergiuseppe Moroni Gallery a Milanodal 4 Dicembre al 31 Marzo 2014. L’esposizione è il risultato di un vero e proprio shooting, realizzato nel luglio di quest’anno presso la Villa Necchi Campiglio: la location di assoluto prestigio ha accolto donne bon ton ed estremamente raffinate, dai capelli cotonati e lucenti, capaci di attrarre per un fascino intenso e consapevole.
L’ispirazione proviene direttamente dagli anni Sessanta, quando ad attirare l’attenzione c’erano donne come Monica Vitti e Virna Lisi, bellezze sensuali e al contempo eleganti a cui la mostra è dedicata. Una bellezza tutta italiana dunque quella che il fotografo e l’hairstylist celebrano nella Moroni Gallery.
Non è la prima volta che Steve Hiett e Piergiuseppe Moroni collaborano a un progetto in cui l’intento è quello di esaltare la donna e il suo fascino. Già l’anno scorso, infatti, i due hanno lavorato insieme per la realizzazione di Twenty Shades of Light. In quel caso, protagonista della mostra fu la policromia e l’energia che essa emana, il tutto giocato attraverso il corpo femminile. Portrait of a Sheer Lady, invece, celebra il buon gusto, la raffinatezza e il glamour: doti innate in certe donne in grado di sedurre anche solo grazie alla propria acconciatura.
Si chiamerà ‘Violeta by Mango’, dal nome dalla project manager e nipote del fondatore di Mango, Violeta Andic, e sarà una collezione dedicata alle taglie forti, dalla 40 alla 52: ecco la novità per il 2014 per uno dei brand spagnoli più in voga del momento.
Al grido di “Mi sta bene e mi piace”, milioni di donne in tutta Europa troveranno la risposta ai loro desideri in fatto di moda, che spesso venivano ignorati per via della mancanza di taglie adeguate. Proposte ultrafemminili, seguendo le tendenze e lo stile di morfologie fisiche, che prima di ora Mango non tendeva a prendere in considerazione, saranno alla base della prima collezione, composta da 400 articoli, integrata poi ogni mese con novità.
Il lancio ufficiale a Barcellona è previsto per il 17 gennaio, mentre nel primo semestre del nuovo anno dovrebbe essere in distribuzione in circa 50 punti vendita in tutta Europa, partendo dalla Francia, poi Germania, Italia, Paesi Bassi, Turchia e Russia.
Una scelta mirata sulla scia di quelle fatte da altri colossi del fashion low cost, come H&M, che alle donne curvy ha dedicato la linea H&M Plus o come Asos, leader nell’e-commerce, che da tempo propone nel suo e-shop capi moderni e di tendenza pensati per donne con qualche curva in più.
Perché era ora che la moda si accorgesse di quell’esercito silenzioso di donne formose, perfette nella loro bellezza prorompente e che costituiscono la maggioranza della popolazione femminile mondiale. Dopo H&M, Asos e Mango, chi altro intraprenderà questa strada… piena di curve?
“Ti amo Italia”, così senza troppi preamboli. Una dichiarazione d’amore e d’intenti tutta racchiusa in queste tre parole, poche ma importanti, quella che fa Collistar, leader italiana in cosmetica e bellezza, al suo Paese con il nuovo progetto lanciato in collaborazione con lo stilista Antonio Marras, un modo per rendere omaggio ed essere riconoscenti all’eccellenza italiana in ogni sua forma ed espressione.
Tre le iniziative principali in cui il progetto si articola, tutte all’insegna del Made in Italy: la prima è proprio la collaborazione con Marras, al suo primo intervento in campo beauty, che oltre a firmare la capsule collezione in vendita dalla prossima primavera, ne ha creato anche il logo e il packaging, un volto di donna ispirato quasi – si può dire – a Modigliani. La seconda iniziativa è la campagna pubblicitaria che vede protagonista l’attrice e modella Margareth Madè, che a dispetto del nome è sicilianissima, ritratta dal fotografo Giampaolo Sgura; infine, con l’Università di Siena è stata realizzata una partnership per uno studio su fitoderivati autoctoni ad uso cosmetico.
E per rimanere in linea con l’obiettivo del progetto, Collistar presenta per il 2014 una collezione di prodotti in cui sono racchiusi alcuni degli ingredienti eccellenti del territorio italiano: fiori d’arancio, agrumi ed estratto di mandorle dalla Sicilia, l’uva rossa Aglianico, coltivata prevalentemente sulla costa della Campania, l’olio di mallo di noce del Piemonte e l’olio di girasole della Toscana.
Che fosse elegante, già lo si sapeva, con quella sua chioma blu alta come un ficus benjamin e il suo tubino verde abbinato alle ballerine rosse, ma da oggi lo sarà ancora di più: Marge Simpson, moglie paziente di Homer e madre premurosa di Bart, Lisa e Maggie, è stata scelta come protagonista delle tavole dell’illustratore salentino AleXsandro Palombo.
Già noto ai più per la sua carriera di stilista e direttore creativo per diverse maison, dal 2007 si dedica all’illustrazione con disegni dissacranti e divertenti sul mondo della moda, che trovano ampio spazio sul suo blog “Humour chic”. Dopo aver ridisegnato mostri sacri come Karl Lagerfeld o Anna Wintour, ora tocca alla casalinga di Springfield, che per l’occasione indossa alcuni degli abiti iconici che hanno segnato un’epoca.
Dai classici tailleur Chanel all’abito bianco e sensuale di Marylin Monroe nel film “Quando la moglie non va in vacanza” fino a una Marge coniglietta di Playboy in posa sexy, mise che uscirà sulla copertina del prossimo numero di gennaio della celebre rivista patinata. “Ho fatto una rigida e attenta selezione di quello che, secondo me, ha davvero influenzato lo stile negli ultimi cento anni. Ognuno di questi abiti ha cambiato il corso della storia del costume, dando una nuova visione estetica, che ha anticipato i più grandi cambiamenti nella nostra società”, ha commentato AleXsandro Palombo su “Vogue UK”.
Un omaggio alle donne e alla loro femminilità: “In molti casi è stato l’abito ad aver trasformato la donna in un’icona, in altri invece, è stata la personalità della donna a dar luce al vestito – continua Palombo – Alla fine, c’è una Marge Simpson in ogni donna: volevo svelarne la magia, la forza, la femminilità, l’eleganza, l’erotismo e la bellezza”.
Dieci scatti d’autore per raccontare la Giordania. Nata da un viaggio nel Regno Hashemita su proposta del Ministero del Turismo giordano, in collaborazione con Tourism Jordan Italy, Open Mind Consulting Torino e Love Studio Napoli, la mostra fotografica Giordania_Instaeternity a cura del photoreporter, scrittore e filmaker pugliese Carlos Solito racchiude in dieci immagini la poesia e le meraviglie di un Paese millenario. Racconti, storie, luci, ombre, speranze si fondono alla magia di un luogo senza tempo. Il complesso della Chiesa di San Domenico Maggiore, nel cuore di Napoli, ha ospitato l’esposizione durante l’iniziativa “Una Notte d’Arte” con oltre 800.000 visitatori e un grande successo di critica e stampa.
Petra – Giordania: la tomba del Tesoro nel Siq vista dall’alto. Courtesy of Carlos Solito
Tema della rassegna la multiculturalità e la cultura delle differenze. La Giordania, paese in cui fedi e religiosità differenti convivono pacificamente, viene dipinta attraverso l’occhio esperto e colto del fotografo, lasciando gustare allo spettatore i sapori di una terra magica e dal fascino sconosciuto.
Bambino gioca a lanciare i sassi nella valle dell’Edom. Courtesy of Carlos Solito
Il poliedrico artista Carlos Solito, in scatti unici ed irripetibili coglie le tachicardiche differenze di una civiltà apparentemente lontana. Nelle immagini del photoreporter pugliese ritratti, paesaggi, istantanee proiezioni di un mondo che conosciamo poco. Echeggia dietro le stampe la semplicità di una vita priva di orpelli, fatta di bellezza, quella vera, che solo la natura può regalare. Sono i volti, gli occhi, gli sguardi, i sorrisi a rendere magica l’esposizione fotografica curata da Carlos Solito. Fotografie giganti che, accanto agli scatti di altri artisti selezionati per la rassegna, narrano di un universo simbolo di pace ed esempio assoluto anche per l’Occidente . Immagini degne del National Geographic che ricordano le meravigliose storie racchiuse negli scatti inimitabili del celebre fotografo Steve Mc Curry.
Petra: bambina beduina. Courtesy of Carlos SolitoBeduino nomade in una tenda nel deserto del Wadi Rum. Courtesy of Carlos Solito
La celebre casa di moda Missoni, dopo il successo per la collaborazione con Carlos Solito, testimonial della maison per lo scorso autunno-inverno, ha rinnovato il suo interesse per il giovane artista salentino, continuando a vestirlo e seguendolo nei suoi lavori come interprete ed eco sonoro “dei colori e delle luci del mondo”. Anche nella mostra fotografica Giordania_Instaeternity, l’artista ha offerto un suo personalissimo e originale point of view in collaborazione con la storica maison di Sumirago. Quando moda e arte si incontrano…
La Cittadella: il Tempio di Ercole. Courtesy of Carlos SolitoPetra: il Tesoro oltre la gola del Siq. Courtesy of Carlos Solito
L’obiettivo di un fotografo coglie attimi, emozioni, sensazioni invisibili al comune occhio umano. Carlos Solito riesce come sempre a stupire e, con estrema semplicità e maestria, a raccontarci con veridicità uno spaccato di vita del mondo che ci circonda .
Per noi italiani il momento del caffè non è solo una piacevole pausa o il sorseggiare una bevanda qualsiasi, è proprio un rituale: aspettare che si prepari, degustarlo amaro o dolce e intanto pensare al da farsi o conversare con chi ci fa compagnia. Aiuta a riordinare le idee, a prendersi un attimo di respiro, a vivere meglio il futuro. E se si potesse degustarlo anche durante lo shopping?
Ci ha pensato Replay, gruppo internazionale tra i maggiori leader nel settore denim, inventando il progetto “Replay Ritual Cafè”:unendo il piacevole al dilettevole, da oggi nei principali store Replay, durante lo shopping sarà possibile gustare anche una tazzina di caffè preparato da Caffè Diemme, azienda con una solida tradizione familiare alle spalle. Una collaborazione inedita e inusuale, che prevede l’installazione di corner completi di macchine da caffè per offrire ai clienti un’occasione per godersi appieno il momento degli acquisti, stimolandone i sensi e immergendoli a 360° nel mondo del brand e per migliorare la customer experience, creando un punto di contatto con il cliente.
Non solo: come tutti i tipi di denim non sono uguali, così anche i tipi di caffè. Per questo, ad ogni aroma di caffè viene associato una tipologia di denim, per creare un binomio jeans – caffè in grado di identificare al meglio il carattere e i gusti del cliente. Al momento il progetto coinvolge 12 punti vendita in Italia e 22 in Europa, ma prevede l’espansione a tutti i maggiori negozi europei.
Una collaborazione di sicuro successo, che fa leva su due grandi passioni degli italiani – lo shopping e il caffè – e che spera così, in tempi di crisi, di fare leva anche sul… portafogli!
Dalle giacche ai pantaloni, dalle gonne ai cappotti, la parola chiave delle tendenze inverno 2013 è una sola: macro. Ecco come i fashion designer si sono divertiti a declinare l’oversize negli outfit e, sopratutto, nei dettagli .
I polsini giganti: La Maison Martin Margiela propone una collezione dalle linee decisamente maschili enfatizzata da elementi mirati come i polsini. Le giacche e le camicie hanno maniche svasate che terminano con polsini di dimensioni volutamente esagerate, per tenere al caldo le mani e -perché no?- per sostituire i tanto amati/odiati guanti.
I grandi colli: Chanel, Giambattista Valli e Dior presentano tre collezioni diverse ma accomunate da un unico particolare, il maxi collo.Chanel lo propone su calde giacche in tweed dall’allure rockeggiante, Giambattista Valli e Dior rispettivamente su maglie in seta e cappotti di lana estremamente romantici grazie ai fiocchi che ondeggiano delicati sul collo.
I macro revers: Forme avvolgenti e voluminose per i cappotti cocoon di Max Mara, Stella McCartney e Dior che puntano su revers dalle forme ampie e arrotondate. Anche Trussardi gioca con i revers sovrapponendoli però su giacche e camicie.
Le maxi maniche: Bombate, svasate, annodate o a kimono, l’importante è che siano maxi. Byblos e Kenzo fanno sfilare giacche dal taglio rotondo con maniche bombate; John Rocha arricchisce con maniche svasate i suoi morbidi cappotti di lana per un effetto iper femminile; Céline arrotonda gli angoli dei soprabiti e li trasforma in gilet grazie alle maxi maniche che si annodano sul davanti; John Galliano guarda all’Oriente e punta su capispalla e abiti con maniche corte a kimono.
Gli accessori macro: Non passano di certo inosservati in passerella i cappucci over di Stella McCartney usati su piumini e giacche, e i booties con maxisuola carro armato; le toque in morbida lana intrecciata di Band of Outsiders; i maxi cappelliChanel in panno.
Che Nicola Formichetti sia avanti non è una novità: sempre votato all’avanguardia, appena arrivato in Dieselcome direttore creativo pochi mesi fa, ha ideato la campagna #Dieselreboot per trasformare le Galeries Lafayette, simbolo dello shopping parigino, in una galleria d’arte. Ora è il momento di #Dieseltribute, una speciale capsule collection realizzata in occasione dei 35 anni di storia del celebre brand italiano.
Dopo aver avuto accesso e aver potuto consultare l’intero archivio del marchio nel quartier generale di Breganze, in provincia di Vicenza, ha ideato e creato 45 capi uomo e donna interamente realizzati a mano e focalizzati sul denim e sulla pelle: la prima serie è quella che ha appena debuttato a New York, Londra e Milano; la seconda verrà lanciata a febbraio. Entrambe le linee includono prêt-à-porter, denim, accessori e underwear e saranno disponibili in 165 punti vendita nel mondo.
Ovviamente, ad accompagnare il progetto, non poteva mancare una campagna pubblicitaria studiata ad hoc: in collaborazione con il fotografo inglese Nick Knight e con il team di creativi dei nuovi media di ShowStudio, Nicola Formichetti ha pensato a un advertising girato interamente su iPhone, utilizzando applicazioni foto, come Glitchè, Megaphoto, Instagram o PickPlayPost. Non solo, la campagna sarà distribuita su specifiche piattaforme di social media, tra cui Tumblr, Facebook e Instagram e il contenuto digitale sarà inoltre reso disponibile attraverso installazioni digitali in selezionati negozi Diesel.
Come a dire, Formichetti colpisce ancora: quale sarà la sua prossima mossa?
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