Tutti gli articoli di Martina Faralli

#ciaoNetflix: tutto quello che c’è da sapere sul sito di streaming più conosciuto del mondo

Da quando Netflix è sbarcato in Italia niente è più come prima.

Che siate fra quelli che lo aspettavano dai tempi delle prime stagioni di House of cards, che tentavano di falsificare la propria connessione per fingere di essere su suolo americano, oppure se nelle scorse settimane vi siete imbattuti nell’hashtag del titolo e vi siete detti “Ma più che #ciaoNetflix, #NetflixChi?”…Il momento è giunto, lo streaming dal logo rosso e bianco è arrivato anche da noi. E qui troverete tutti i consigli per non perdervi neanche una virgola del sito che porrà fine alle vostre giornate all’aria aperta.

Tanto per iniziare: cos’è Netflix?

Il CEO di Netflix Reed Hastings. (Credits thestar.com)
Il CEO di Netflix Reed Hastings. (Credits thestar.com)

Creata nel 1997 da Reed Hastings come società di noleggio online di DVD e videogiochi, Netflix diviene nel 2008 un sito di streaming istantaneo. Per i meno esperti: una piattaforma che mette a disposizione un catalogo di titoli fra film, serie tv e documentari, che potete fruire direttamente da un qualsiasi dispositivo dotato di connessione internet (computer, console per videogiochi, lettori DVD e Blu-ray, TV HD, set-top box, sistemi home theater, smartphone e tablet). I contenuti possono essere utilizzati come si farebbe con un qualsiasi DVD: messi in pausa e ripresi quando si vuole, portati avanti e indietro, visionati in lingua originale, sottotitolati oppure doppiati.

Si può scegliere fra tre tipi di abbonamenti mensili: € 7,99 per la visione da un solo dispositivo per volta in qualità standard, € 9,99 per l’HD su due dispositivi per volta e € 11,99 per la visione in qualità 4k su quattro dispositivi contemporaneamente.

Ok, però i siti per lo streaming non sono esattamente una novità. Ci aspetta il solito elenco di titoli tra cui scegliere?

Un catalogo c’è, ma ad alta possibilità di personalizzazione. Ogni account Netflix vi darà la possibilità di configurare fino a 5 profili, ognuno con le proprie preferenze di contenuti. Una volta impostate tali preferenze, il sito vi suggerirà i titoli che più vi si avvicinano, e non solo: grazie a un sistema complesso di categorizzazione basato su tag, Netflix è in grado di soddisfare ricerche di contenuto molto specifiche. Siete in vena di “Crime drama cinici e violenti”? Oppure di “Film comici slapstick ammiccanti”? Provate a digitare e vedrete che succede.

Alcuni esempi di contenuti fruibili dal sito.
Alcuni esempi di contenuti fruibili dal sito.

Se poi inizierete una nuova serie tv, Netflix la salverà automaticamente fra i vostri titoli e potrete controllare in ogni momento a che punto siete arrivati e riprendere la visione senza rischiare il classico: “ma era la stagione 7 episodio 8 o la stagione 8 episodio 7?”

Sembrerebbe bello ma…Non è che ci ritroviamo a guardare cose sconosciute che non verrebbero distribuite altrimenti?

La locandina della terza stagione di Orange is the new black. (Credits imdb.com)
La locandina della terza stagione di Orange is the new black. (Credits imdb.com)

No, tutto il contrario. Netflix non è il solito raccoglitore di serie TV stantie o film ignoti ai più. Oltre a proporre i titoli più recenti (basti pensare alle nuove stagioni di serie cult come Doctor Who o alle novità come Penny Dreadful), al prendere in carico serie di successo abbandonate dalle emittenti originali (ad esempio Arrested Development e The Killing), da qualche anno fa anche la parte del produttore di contenuti in esclusiva.

Fulminante è stato così l’esordio di Orange is the new black, serie iniziata nel 2013 e già campione di audience, sia per l’ironia graffiante dei dialoghi che per la presenza di personaggi emblematici e profondamente caratterizzati. La storia è quella di una ragazza costretta a scontare 15 mesi in un carcere federale femminile per un crimine di gioventù, e ha fra le protagoniste l’attivista per i diritti LGBTQ Laverne Cox.

Gli appassionati del settore possono invece gioire dell’accordo con la Marvel Entertainment, dal quale sono nate Daredevil, sulle avventure dell’omonimo giustiziere cieco, e Jessica Jones, in arrivo il 20 novembre e che ha come protagonista una supereroina (Krysten Ritter) affetta da disturbo post traumatico da stress alle prese con un nemico che si insinua nella mente delle persone (un camaleontico David Tennant). Sempre targati Marvel arriveranno il prossimo anno anche Luke Cage e Iron Fist.

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I protagonisti delle serie Marvel-Defenders nelle loro versioni a fumetti: da sinistra Jessica Jones, Luke Cage, Daredevil e Iron Fist. (Credits freim.tv)

Per quanto riguarda i film, l’offerta è ampia (dal drammatico Shame all’adrenalinico Limitless, dalla commedia dolce-amara La verità è che non gli piaci abbastanza alle meraviglie targate Tim Burton di Alice in wonderland), anche se ancora migliorabile rispetto alla controparte americana. Di spicco la presenza di Beasts of No Nation (2015) del candidato al Leone d’oro di Venezia Cary Fukunaga, un altro originale Netflix che racconta la storia di un bambino africano costretto a diventare soldato sotto la guida del Comandante Idris Elba.

E questo binge-watching di cui si sente tanto parlare, cos’è?

Binge-watching, o “visione a maratona”, è l’espressione tutta americana per descrivere il “divorare” per ore un episodio o un film dopo l’altro senza riuscire a staccarsi dallo schermo.

Netflix è subdolo, sa che a nessuno piace lasciare una storia in sospeso, e getta benzina sul fuoco proponendo un nuovo contenuto in avvio mentre ancora scorrono i titoli di coda di quello appena terminato. 

Se a questo unite un catalogo che comprende evergreen come Dawson’s Creek, La signora in giallo, Ritorno al futuro, Dr House e Serenity, e titoli più recenti ugualmente ghiotti come Sherlock, Californication, Dexter, Pretty little liars, Suits, Bloodline, Piccoli brividi, Acab, Downtown Abbey e Marco Polo…La fine della vita sociale non è lontana.

Anche i Simpson ironizzano sulla "dipendenza" da Netflix (Credits hellogiggles.com)
Anche i Simpson ironizzano sulla “dipendenza” da Netflix (Credits hellogiggles.com)

A parte rischiare di non vedere la luce del sole per giorni, c’è qualche altro lato negativo?

Come già accennato, il catalogo di film è ancora piuttosto incompleto, soprattutto se si pensa alla versione americana. Mancano tanti successi recenti, come la trilogia dello Hobbit, o pluri-premiati come American Hustle o Frozen.

L’italiano Suburra di Stefano Sollima arriverà solo a maggio 2016, mentre non potrà esserci il precedentemente menzionato House of cards. Il primo grande successo targato Netflix è stato infatti acquistato da Sky Atlantic, che non sembra avere alcuna intenzione di cederne i diritti.

E come fa Netflix a porre rimedio a queste mancanze?

Sfornando chicche irresistibili per gli appassionati. Tre esempi diametralmente opposti: nuovi episodi per la serie Una mamma per amica (Gilmore Girls in originale), ormai conclusa da 8 anni ma indelebile nel cuore dei fan; il documentario senza freni inibitori Keith Richards – Under the influence, sul leggendario chitarrista dei Rolling Stones; e infine lo speciale di Natale A very Murray Christmas, con un cast stellare capitanato proprio da Bill Murray.

Stiletto Academy: il potere delle donne su tacco 12

Il motto di Stiletto Academy  (Ph stilettoacademy.it)
Il motto di Stiletto Academy (stilettoacademy.it)

“Amo le scarpe, il trucco, i vestiti e il mio parrucchiere,

e so che una donna è molto di più di un paio di tacchi a spillo.

Ma con quelle scarpe, tesoro, ti sollevo l’Universo.”

[Tratto dal manifesto di Stiletto Academy]

Guardare il mondo da una nuova prospettiva. Avanzare a testa alta mentre gli altri si fanno da parte. Riscoprire il proprio potere.

Sono solo alcuni degli effetti di empowerment che i tacchi possono sortire sulle donne. Lo sa bene Veronica Benini, che ha trasformato il camminare a 12 centimetri da terra prima in una filosofia di vita, poi in una vera e propria scuola.

Si chiama Stiletto Academy, e al suo interno si può trovare tutto quello che una donna sogna per valorizzare la propria femminilità: corsi di portamento, lezioni di arredo per scarpiere, gift bags stracolme di oggetti del desiderio, tonnellate di bacheche ispiratrici su Pinterest.

Veronica Benini, aka La Spora
Veronica Benini, aka La Spora

L’avventura Stiletto Academy ha inizio quando Veronica, al tempo conosciuta con il nickname La Spora, crea il proprio blog personale per raccontarsi con ironia durante un periodo di vita non facile, fornendo allo stesso tempo alle proprie lettrici consigli farciti di scarpe, scarpe e ancora scarpe.

Visto il grande successo e le sempre maggiori richieste di incontri a tema tacco 12, nel 2010 Veronica decide di dare vita al primo workshop a tema. In soli due anni le presenze agli incontri aumentano a livello esponenziale e, grazie al tenace spirito da startupper della fondatrice, gli eventi Stiletto iniziano a fregiarsi di collaborazioni con sponsor di rilievo: da location d’eccezione come Sheraton Hotels&Resorts e Best Western, a partner beauty di prima categoria quali Shu Uemura, Elizabeth Arden e Essie, passando dalle note piccanti dei sex toys Lelo e del sensual e-shop Ohhh (perché, si sa, la salute femminile va a braccetto con la felicità sessuale). Menzione a parte per L’Estetista Cinica, coscienza sferzante delle donne che vogliono prendersi cura di sé, perfetta controparte allo stile senza peli sulla lingua di Veronica&co.

Ma cosa succede durante un evento Stiletto? Innanzitutto si sfoggiano i propri tacchi, di tutte le forme e dimensioni. E poi si impara a domarli, con la giusta postura e attitudine. Infine, dopo le coccole offerte dagli sponsor, è il momento del Tacchesimo: una vera e propria sfilata su red carpet, senza prendersi troppo sul serio, ma pur sempre applaudendo coraggio e autostima.

Negli anni l’offerta di corsi, privati, pubblici e in pdf, si è sempre più ampliata: dalla camminata basic a quella lungo la navata verso il proprio matrimonio, dalla salute del piede all’equilibrio vita-lavoro per mamme in carriera, dalla consulenza a brand e aziende ai master per professioniste dell’immagine. E ancora, corsi Mommy con servizio babysitter incluso, un agenda-planner personalizzabile (l’Insplagenda) con nuovi plug-in ogni settimana, una community di Facebook definita “gallinaio” e un mini-van, battezzato Lucio, completamente ricostruito da Veronica e simbolo di libertà e indipendenza femminile.

Prove di sfilata durante un evento Stiletto (ph Giuseppe Cabras)
Prove di sfilata durante un evento Stiletto (ph Giuseppe Cabras)

Dal 2015 Stiletto Academy diviene associazione e si arricchisce di sette (ma l’obiettivo è arrivare a 25) Stiletto Coachdonne che si assumono la missione-professione di divulgare la consapevolezza del tacco12 (che nel frattempo è diventata anche un libro, edito da Sperling & Kupfer) a chi vuole muovere i primi passi nel mondo della fempreneurship. E non è finita qui: la voglia di sentirsi bene sui tacchi si è espansa oltreoceano, e il progetto ha preso piede in Corea, Argentina, Romania e Stati Uniti, mentre proprio in questi giorni Veronica si trova a Panama per la Blogger&Influencer Week (e chissà, magari anche per nuovi contatti).

Cosa augurare alle donne di Stiletto Academy? Senza dubbio di godersi la nuova sede milanese di via Ripamonti, inaugurata qualche giorno fa, e di continuare a crescere tanto quanto la loro scarpiera: all’infinito.

Le Coach di Stiletto Academy (stilettoacademy.it)
Le Coach di Stiletto Academy (stilettoacademy.it)

Your OptiCar Illusion. Quando la borsa è in pendant con l’auto

La parola d’ordine della moda 2016? Personalizzazione. Non più solo camicie con monogramma o foulard ricamati col proprio nome: sta arrivando Your OptiCar Illusion, il progetto che rende customizzabili (e abbinabili) borsa e…macchina.

4 Patty Toy di Braintropy abbinate a 4 Fiat 500
4 Patty Toy di Braintropy abbinate a 4 Fiat 500

Braintropy e Motor Village Italia hanno stretto una partnership che vuol far andare a braccetto la necessità tutta femminile di un armadio straripante di shoppers e tracolle e la voglia, notoriamente maschile, di rendere il proprio veicolo un’estensione di se stessi. È così che 4 Patty Toy, borse con pattina intercambiabile, si ammantano di stampe optical, esattamente le stesse che possono essere utilizzate per decorare il cofano della propria Fiat 500. La palette di toni e texture fa venire nostalgia degli anni 60: dai colori primari decorati a cerchi concentrici ai grafismi in bianco e nero

Grafismi black and white per 500 e Patty Toy
Grafismi black and white per 500 e Patty Toy

Un progetto come Your OptiCar Illusion sembra nascere, per sua stessa natura, su ruote. Per questo la sua promozione sarà itinerante: i Motor Village di Palermo (12 maggio), Torino (19 maggio), Napoli (26 maggio) e Roma (9 giugno) ospiteranno le 4 tappe del tour, ognuna animata dagli artisti di Italia’s got Talent. Madrine e dispensatrici di consigli di stile saranno 4 influencers esperte nel rendere virali le nuove tendenze: Catherine Poulain, Valentina Marzullo di The Chic Attitude, Alessia Sica di The New Art Fashion e Laura Comolli di Purse & I.

Da sinistra: Catherine Poulain, Valentina, Alessia Sica, Lucia Comolli
Da sinistra: Catherine Poulain, Valentina Marzullo, Alessia Sica, Lucia Comolli

Non stupisce che, in un’epoca in cui impazzano fast fashion e mode-lampo, la tendenza sia quella di rallentare, prendersi il tempo di giocare con gli abbinamenti, porre il proprio sigillo di riconoscibilità su ciò che si indossa e, perché no, su ciò che si guida. Mentre l’omologazione spaventa, il pezzo iconico attira. Non è un caso che ad essere scelta per questo progetto sia stata la Fiat 500, da qualche anno tornata alla ribalta come auto-status symbol di attitudine modaiola nel traffico metropolitano, ad alto tasso di customizzazione pur essendo accessibile alla maggior parte delle tasche. È ancor meno un caso che lo sfondo di Your OptiCar Illusion siano i Motor Village, saloni in cui l’acquisto di un’auto diviene sempre più un’esperienza disegnata sulle esigenze del cliente.

Bags vs cars
Bags vs cars

Il fulcro del progetto sono però senza dubbio le borse: i veneti di Braintropy cavalcano l’onda dell’accessorio componibile, ma senza andare a confondersi con gli illustri conterranei di O Bag. Le Patty Toy nascono come chicca da collezione, accostano materiali agli antipodi come tessuto gommato, suede e cavallino, attirano con decine di colori e texture diversi e spingono alla creatività  nell’abbinamento, richiamando già dal nome l’energia entropica alla quale la mente umana può dare forma.

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Personalizzare significa creare qualcosa di unico, – racconta Salvio Rollo, designer di Braintropyqualcosa che ci appartiene, che è dentro di noi. È questo il concetto di Patty Toy, che oggi si evolve, grazie a Motor Village Italia. Lo stile è fatto di dettagli ed il successo è nel dettaglio”.

Pois Gras: aperitivi da Tiffany ed eventi non convenzionali

Pois Gras Chez Tiffany
Pois Gras Chez Tiffany
All images thanks to Marco Busato

Metti una sera a Milano. Le luci soffuse di un salone dalle pareti azzurre. Le risate cristalline di donne in tubino nero che stringono calici fra le dita dalle unghie laccate. La tavola imbandita con finger food che poggiano su specchi al posto dei vassoi. Tutto, qui, ruota intorno Audrey Hepburn e il suo Colazione da Tiffany, un personaggio e un film che, al solo nominarli, evocano immagini di eleganza e mondanità. Benvenuti nel mondo di Pois Gras, agenzia di “eventi bizzarri e fotografia”.

La fondatrice Paola Saia ci accoglie sulla soglia di Interno 23, spazio strategico per organizzare incontri all’insegna della convivialità.

Torinese di nascita, Paola ha trovato a Milano il proprio centro creativo. Un passato come manager di eventi, la passione per la fotografia e per le forme d’arte non convenzionali, l’amore smodato per il vintage: sono tutti elementi che hanno contribuito alla creazione di Pois Gras. La sua mission? «[confeziono] piccoli eventi dal sapore retrò, durante i quali le ragazze possono condividere un momento insieme, vestire i panni di una diva o di un personaggio iconico, seguire un corso di make-up, imparare a posare, utilizzare accessori vintage, cucinare e confezionare acconciature con i fiori».

Paola Saia, creatrice di Pois Gras
Paola Saia, creatrice di Pois Gras

Richiesti, anzi, richiestissimi, sono gli addii al nubilato organizzati da Paola, segno del bisogno sempre più evidente di alternative eleganti alle proposte usuali (per intendersi, niente oggetti dalle forme falliche, please).

Chez Tiffany non è dunque l’unica ispirazione degli eventi Pois Gras: si può scegliere di indossare i panni di una casalinga anni ’50 e abbuffarsi di cupcakes, oppure cucinare – con tanto di grembiulini a tema – la arcinota apple pie; è possibile, con lo sfondo del più classico fra gli american diner, riscoprirsi (ma senza scoprirsi!) pin-up, mentre un miniabito svasato dai colori sgargianti catapulta negli swinging Sixties di Twiggy, anche se c’è chi gli preferisce le acconciature glam rock e il tripudio di glitter in puro stile ‘80s di Jem e le Holograms.

Non possono poi mancare accessori vintage a profusione: cappellini, velette, coroncine, occhiali da gatta, foulard, collane di perle. Il tutto in location d’eccellenza ricercate appositamente da Paola: dall’Hotel Château Monfort a Palazzo Reale, dal Sand Cafe alla Villa Reale di Monza

Accessori in stile Chez Tiffany
Accessori in stile Chez Tiffany

Questa serata è perfetta per assaporare proprio l’atmosfera che damigelle e futura sposa (ma anche gruppi di amici o di colleghi) sperimentano durante serate e pomeriggi orchestrati da Paola e dal suo team di collaboratori, tutti accuratamente selezionati e uniti dallo stesso obiettivo di creare una customer experience indimenticabile.

Silvia e Rodica fra make up e hairstyle
Silvia e Rodica fra make up e hairstyle

Silvia Calenic e la sua assistente Rodica Diaconu si prendono cura di make up e hairstyling a tema per le ospiti. Le mani corrono veloci ad acconciare i capelli nell’iconica pettinatura di Holly Golightly e, fra uno spruzzo di lacca e una cotonatura, le due professioniste raccontano di come i loro tutorial di trucco e parrucco durante gli addii al nubilato servano sì per dare spunti sul look, ma anche per creare complicità fra amiche della sposa che spesso non si conoscono bene.

Validi aiutanti della conversazione sono senz’altro anche bollicine e cocktail a tema (Martini con l’oliva, ça va sans dire). Ad accompagnarli, un menu-rivisitazione di classici stuzzichini in chiave scherzosamente italo americana (ma senza la pesantezza dei seppur gustosi mac&cheese). Mini parmigiane di melanzane rotonde, mousse di carciofi, vellutata di broccoli e vongole, mini hamburger di prosciutto e maionese veg.

Finger food
Finger food by Luca Sbarbada

Le creazioni dello chef Luca Sbarbada (Il Cuocone), discretamente intento a spadellare un risotto con pollo al curry e salsa di lamponi, sono esaltate dalla mise en place d’ispirazione fifties di Savina Morandotti, esperta di banquetting con una per gli eventi vintage ben si sposa con la giocosità di Pois Gras.

Il photoboot approntato in un angolo strappa risate e pose bon ton, gambe accavallate con grazia e occhiate da sopra i grandi occhiali scuri di Audrey.

Pois Gras è questo: eleganza, ironia, spensieratezza e chiacchiere. E Martini con l’oliva.

Photoboot vintage
Photoboot vintage

È primavera. Ecco i dieci must have suggeriti dalle passerelle

Sentite quel lieve tepore sulla pelle? Quella improvvisa voglia di gettare nell’immondizia cappotti e piumini? Di respirare a pieni polmoni il profumo dei fiori (in un universo alternativo dove nessuna è allergica al polline)?

C’è una sola spiegazione: è primavera! E se pulizie e cambio dell’armadio vi terrorizzano, superateli con un po’ di sano shopping. Proprio per l’occasione abbiamo selezionato per voi, direttamente dalle passerelle, 10 must have per la stagione dei picnic.

1. LOOK TOTAL WHITE

Panna, optical, avorio, perlato: basta che sia bianco. Declinato sui long dresses che richiamano deità greche di Fausto Puglisi, sulle scamiciate virginali di Zac Posen o sulle maglie-vestito di Prabal Gurung, il colore della purezza vi darà sempre la sensazione di camminare ad una spanna da terra (meglio, così non ci si sporca).

Candida ed eterea la donna Fausto Puglisi, Prabal Gurung, Zac Posen
Candida ed eterea la donna Fausto Puglisi, Prabal Gurung, Zac Posen

2. DENIM EVERGREEN

Avete capito bene: rispolverate dall’armadio bomber con le toppe colorate sui gomiti, jeans ridotti a brandelli, gonne da serata Old Wild West. Il denim in tutte le sue forme continua ad ispirare gli stilisti, che lo vogliono puro come Stella McCartney e Chanel, oppure iper elaborato come Alexander McQueen. A noi datelo elasticizzato, grazie.

L'intramontabile denim di Stella McCartney, Chanel, Alexander McQueen
L’intramontabile denim di Stella McCartney, Chanel, Alexander McQueen

3. RIGHE, RIGHE E ANCORA RIGHE

Bando ai falsi miti: le righe ingrassano solo se posizionate nella direzione sbagliata e sul modello sbagliato. Le orizzontali valorizzano le longilinee, come quelle delle giacchine Giorgio Armani, mentre le verticali di Prada regalano lo slancio che a volte ci manca. Coi volumi e coi colori, poi, possiamo giocarci tutte, sognando veli e ruches di Chloè e Ferragamo.

Ironia ed eleganza nelle righe di Chloè, Giorgio Armani, Prada, Salvatore Ferragamo
Ironia ed eleganza nelle righe di Chloè, Giorgio Armani, Prada, Salvatore Ferragamo

4. PELLE PER OVERDOSE DI GRINTA

Che sia un inossidabile chiodo o una gonna tribale, un paio di pantaloni attillati tanto da togliere il fiato o un sandalo dai listini intricati, il capo di pelle ci fa innalzare subito nel gotha delle donne con gli attributi, a cui nessuno può mettere i piedi in testa. Anche se poi è tutta eco pelle, perché a vedere i video con i cuccioli ci sciogliamo sempre.

Tutta la grinta e l'energia della pelle per Burberry Prorsum, Philipp Plein, Trussardi, Vionnet
Tutta la grinta e l’energia della pelle per Burberry Prorsum, Philipp Plein, Trussardi, Vionnet

5. ABITI MATTI

Moda è, soprattutto, voglia di sperimentare, di osare. Quindi se un giorno di primavera siete in vena di un total look a stampa “faraglioni di Capri” o di un mini abito raffigurante coloratissime pistole laser, niente paura: gli stilisti hanno tutto ciò che vi serve. Grucce per appendersi i trench sula testa comprese.

Voglia di stravaganza per Dolce & Gabbana, Jeremy Scott, Vivienne Westwood
Voglia di stravaganza per Dolce & Gabbana, Jeremy Scott, Vivienne Westwood

6. TANTA VOGLIA DI 70’S

Ormai non si può nemmeno più parlare di revival o di vintage: gli anni ’70 non ci hanno mai veramente abbandonate. Sarà perché i colori delle stampe hippie mettono allegria, sarà perché frange e suede ci fanno sentire un po’ figlie dei fiori ribelli, ma quando mettiamo gli occhi sulle nuove borse Balenciaga o sui poncho di Rebecca Minkoff ci verrebbe solo voglia di prendere il primo volo per San Francisco al grido di peace&love.

Anni 70 hippie chic per Diane von Furstenberg, Balenciaga, Rebecca Minkoff
Anni 70 hippie chic per Diane von Furstenberg, Balenciaga, Rebecca Minkoff

7. GIOCARE CON IL VEDO-NON VEDO

Essere sexy senza mostrare troppo, impersonare l’eleganza ma senza abbandonare la sensualità. Per le fortunate a cui questa primavera riserverà serate intriganti, gli stilisti hanno approntato un guardaroba dalle trasparenze studiate e mai osé, sbizzarrendosi fra ricami tribali (Valentino) e cascate di fiori (Angelo Marani), passando da volumi tanto complessi quanto attraenti (Givenchy).

Trasparenze sensuali per Valentino, Angelo Marani, Givenchy
Trasparenze sensuali per Valentino, Angelo Marani, Givenchy

8. IL COLORE NON È MAI ABBASTANZA

Le Olimpiadi di Rio sono alle porte, e quale modo migliore abbiamo di festeggiare se non ammantarci delle variopinte tonalità sudamericane? Non solo: siamo sicure che uscire di casa con una tenuta caleidoscopica Stella Jean, o con un verde vitaminico di Giambattista Valli, aiuterà a combattere qualsiasi pioggia marzolina altrimenti portatrice di uggia.

Un caleidoscopio addosso per Gucci, Giambattista Valli, Ralph Lauren, Stella Jean
Un caleidoscopio addosso per Gucci, Giambattista Valli, Ralph Lauren, Stella Jean

9. PAROLA D’ORDINE: BRILLARE

Se la Natura rinasce in primavera, noi non vogliamo essere da meno, e risorgere dal grigiore invernale in un tripudio di effetti speciale luminosi. Largo allora a top tempestati di paillettes, pantaloni ricoperti di specchi, abiti con le mille sfaccettature di un diamante. Di giorno o di notte, l’importante è che la nostra luce ci preceda.

Bagliori luminosi per Emilio Pucci, Loewe, Sonia Rykiel
Bagliori luminosi per Emilio Pucci, Loewe, Sonia Rykiel

10. PIGIAMA MON AMOUR

È vero, lo abbiamo appena detto: la primavera è la stagione della rinascita. Ma è anche quella del cambio di orario, delle ore di sonno perdute, del torpore da meteo che mai si decide. Per questo bisogna armarsi del nostro migliore alleato: il pigiama. Fuori e dentro casa. Magari romantico come l’outfit Blumarine, o sofisticato come la jumpsuit Calvin Klein, o ancora con rimandi vittoriani come il maxi dress Miu Miu. L’importante, alla fine, sono coccole e comodità.

Larghi e morbidi come pigiami gli abiti Blumarine, Calvin Klein, Miu Miu
Larghi e morbidi come pigiami gli abiti Blumarine, Calvin Klein, Miu Miu

Pitti Taste 11^, ecco i sei appuntamenti da non perdere

I loghi di Taste e Fuori di Taste
I loghi di Taste e Fuori di Taste disegnati da Lucia Gaggiotti.

Food blogger di tutto il mondo, unitevi! È giunto il momento di sfoderare i vostri coltello e forchetta eco-chic migliori, tutti gli hashtag più gustosi, da #yummy a #foodporn, tutte le fotocamere GoPro progettate appositamente per l’immersione in piatti di spaghetti e calici di bollicine: arriva Pitti Taste 11!

Dal 12 al 14 Marzo la Stazione Leopolda di Firenze farà da sfondo al salone eno-gastronomico che, a colpi di prelibatezze e design curato al millimetro, è diventato meta ambita sia degli appassionati di food&wine 2.0 (quelli, per intendersi, che mai iniziano una cena senza prima aver immortalato con almeno sei tipi di luce differente ciò che hanno nel piatto) sia dei più veraci amanti del buon cibo.

342 espositori, tre aree per il Taste Tour (alla stessa Leopolda si aggiungono da quest’anno l’Alcatraz e il Teatro dell’Opera), decine di eventi “Fuori di Taste” sparsi per tutta Firenze.

Preoccupati di non trovare più la strada fra un bicchiere di Chianti e un cucchiaio di ricotta d’alpeggio? Niente paura: ecco selezionate per voi le 6 cose che proprio non potete perdervi.

I visitatori assaggiano le prelibatezze delle scorse edizioni di Taste (ph Pitti)
I visitatori assaggiano le prelibatezze delle scorse edizioni di Taste (ph Pitti)

1. ALLESTIMENTO D’AUTORE

“Un moderno Albero della Cuccagna”: è l’allestimento di Taste 11. Alessandro Moradei, già ideatore dell’I_Dome che simulava le bellezze toscane in onore di Expo2015, cura l’atmosfera da dì di festa con luci e spazi pensati per la convivialità. Le cascate di verde, ad opera dell’azienda vivaistica Mati, aiutano a creare l’illusione: siamo in un salone di street food avanguardistico o in una piazza di paese di una volta?

2. TASTE RING

Fede & Tinto
Fede & Tinto

Un angolo per conferenze e incontri a tema food, certo, ma anche per approfondire argomenti come la biodiversità e la necessita di un’alimentazione sostenibile. Si parla dei bocconi più ricercati di Sud America e Caraibi, della difesa dell’olio evo dalle contraffazioni, del fenomeno esplosivo dei birrifici artigianali italiani. Ospite d’onore domenica 13, la salacità di Fede e Tinto: il duo protagonista di Decanter su Radio2 presenta le nuove fatiche letterarie, “111 vini italiani che devi proprio assaggiare” e “Sommelier ma non troppo”.

3. LIBRI DA GUSTARE

Letteratura per gli amanti del buono. Tanti momenti dedicati al connubio fra libri e cibo: siamo presi dall’effetto Madeleine con le venti storie di “Storielle in Dispensa” illustrato da Elisa Barbieri, ci sediamo a tavola con Leonardo da Vinci (e cuciniamo con lui, grazie alle ricette dello chef Enrico Panero) grazie a “Leonardo non era vegetariano”, ci infervoriamo lanciando la migliore offerta durante l’asta “Come eravamo golosi”, dedicata a preziosi libri di cucina e bandita proprio da Fede e Tinto.

4. TASTE TOUR: GLI ESPOSITORI

Il cuore (e il gusto) della manifestazione. Dagli snack cacio e pepe di Alfred&Friends all’olio agli agrumi di Agrumato, dalla bresaola d’oca dell’Oca Sforzesca al succo di melagrana biologica di Acqua Plose, passando per le chips al tartufo di Tartuflanghe, la cioccolata fondente 100% di Domori, i biscotti salati ai funghi porcini di Kucino.

La bellezza sta nell’avvicinarsi, frugare, accostare il naso, assaggiare, fermarsi ad ascoltare la storia di ogni boccone prelibato. Siete invitati a scoprire, magari ricercando proprio quelle aree che più mettono alla prova le papille gustative.

Shopping consapevole e voglia di esplorare a Pitti Taste. (ph Pitti)
Shopping consapevole e voglia di esplorare a Pitti Taste. (ph Pitti)

5. A TUTTO SHOPPING

Acquisto consapevole grazie al negozio separato dagli stand (sì, ci ricorda tanto l’Ikea, ed è un bene). Gli espositori sono liberi di parlare e mostrare le prelibatezze, i visitatori di acquistare senza spintoni. E le shoppers sono decorate coi motivi ideati da Lucia Gaggiotti: mandala e uova a celebrare convivialità e bellezza fiorentina. Meglio di tante borse costose

6. GLI EVENTI FUORI DI TASTE

Al Mercato Centrale la pizza diventa cibo consapevole grazie a sette artigiani da tutta Italia, Riccardo Barthel di Desinare lancia una startup per pranzi e cene gourmet fatti in casa e riporta i prodotti km zero del mercato di Ortobello, all’Obicà piace l’aperitivo a base di riso e mozzarella e da Ladurée vige il sacro rito del tè coi macarons. E ancora, cinta senese e Brunello di Montalcino da Burde, Franciacorta e caviale da Procacci, verticali di baccalà da Da’Pescatore, hamburger d’autore, aceto balsamico IGP, spaghetti ai ricci di mare…

Nel calendario di Pitti Taste 11 ce n’è – letteralmente – per tutti i gusti.

Fuori di Taste - un percorso illustrato (ph. Pitti)
Fuori di Taste – un percorso illustrato (ph. Pitti)

New Talents. A Milano Moda Donna è Fashion Hub Market

Il Fashion Hub Market presso lo UniCredit Pavillon
Il Fashion Hub Market presso lo UniCredit Pavillon (Ph: Camera Nazionale della Moda)

Febbraio: tempo di fashion week, di corse fra uno show e l’altro, di chiacchiere sui grandi nomi del mondo della moda. Ma anche tempo di scoprire talenti, esplorare percorsi di stile diversi, portare una ventata di novità nel panorama delle tendenze.

Lo sanno bene alla Camera Nazionale della Moda: anche per questa edizione di Milano Moda Donna, in scena dal 24 al 29 febbraio, piazza Gae Aulenti ospiterà il Fashion Hub Market.

16 brand emergenti, sia italiani che stranieri, avranno la possibilità di presentare i propri capi a buyers e stampa all’interno di uno dei quartier generali della settimana della moda, quell’avveniristico UniCredit Pavilion simbolo – non a caso – di una città proiettata verso il futuro. Un trampolino di lancio d’eccezione per coloro che ancora non riescono a collocarsi nell’affollato calendario ufficiale, ma che già si stanno facendo notare per innovazione e affinità col pubblico.

Ecco alcuni tra i nomi che, forti del successo della scorsa edizione, torneranno a esporre le proprie collezioni al Fashion Hub Market.

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EDITHMARCEL. In pieno dibattito sulla moda gender, EdithMarcel vuole porsi come anello di congiunzione fra maschile e femminile. I creatori Andrea Masato e Gianluca Ferracin si affidano all’estetica della semplicità per far coesistere le differenze di genere, puntando sulle geometrie dei volumi, sui colori pieni e sulle abbottonature unisex.

DAMIANO MARINI. Giochi di listini e fibbie, sperimentazione di materiali e ossessione per i dettagli. Sono le calzature di Damiano Marini, ex shoe designer freelance per Casadei che ha deciso di debuttare con il suo brand omonimo proprio lo scorso anno. Stupirà ancora con pelli lavorate e materiali inusuali?

FLAVIA LA ROCCA. Non avete tempo di cambiare outfit dall’ufficio all’aperitivo e vi sentite frustrate? Niente paura, ci pensa flavialarocca. I suoi vestiti sono infatti dotati di zip nascoste per essere ricomposti a seconda delle occasioni, l’ideale per donne impegnate e sempre in corsa. Ma la vincitrice dell’edizione 2013 del progetto “The Talents Night” di Vogue Italia non limita le innovazioni al versante estetico: tutte le sue creazioni sono infatti composte da materiale riciclato e naturali. Confermando che l’impegno ambientale non passa mai di moda.

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TWINS FLORENCE. Dalla facoltà di Architettura allo styling freelance, dalla competizione IT’S International Talent Support al fashion editing per Punkt. Le mille vite di Linda Calugi sembrano adesso essersi condensate nel brand Twins Florence, fra la fascinazione per il vintage anni ’70 e l’essenzialità delle linee contemporanee. Le anticipazioni dell’inverno 2016 parlano chiaro: camicie, gonne alla caviglia e tanta pelle.

STUDIO PRETZEL. La sapienza dei manifatturieri toscani trova forma di espressione in Studiopretzel, brand nato dall’incontro fra artigiani di Prato, Pontassieve e Firenze. Ogni stagione ha un’ispirazione geografica diversa: questa volta tocca al Nord-Nord Ovest dei boscaioli e degli uomini di montagna, con i quadrettoni che rimandano a calde camicie di flanella e spadroneggiano su capi spalla e pantaloni. Il tutto con un tono scherzoso che fa da contrappunto all’estrema attenzione ai dettagli.

SHIELD. Ancore, stelle, cascate di fiori e…ossa e denti. Sono solo alcuni degli elementi di ispirazione per i gioielli in materiali non preziosi di Shield. Il creatore Roberto Ferlito ci tiene a precisare che il brand rientra in un progetto che unisce alla moda il design e la fotografia: è così che i suoi pezzi sembrano fuoriuscire dalle immagini come oggetti d’arte, come provocazioni di alta qualità.

VODOO JEWELS BY LIVIA LAZZARI. Il nome parla chiaro: niente tranquillità per i gioielli di Livia Lazzari, ma una potenza evocativa che rimanda a rituali tribali. Fra l’etnico e il gotico, i Vodoo Jewels uniscono pietre dai colori brillanti a forme volutamente abbozzate, quasi a voler far prevalere la materia prima sulla lavorazione artigianale. Estetica e spiritualità si rincorrono, creando accessori che sono in grado di raccontare una storia tutta loro.

L'UniCredit Pavilion, sede del Fashion Hub Market.
L’UniCredit Pavilion, sede del Fashion Hub Market.

Le Generazioni di Pitti Uomo 89: innovazione vintage e voglia di giocare.

La Fortezza da Basso di Firenze con le installazioni di Oliviero Baldini.
La Fortezza da Basso di Firenze con le installazioni di Oliviero Baldini.

Nomen omen per Pitti Uomo 89 – Generations. Il salone fiorentino appena concluso è stato teatro di una folla di generazioni, piani temporali ed expertise diversi che si sono incontrati nella ricerca di definizione per l’uomo dell’autunno/inverno 2016/2017.

Il parco giochi di Gentlemen's playground by M&C Saatchi e MINI.
Il parco giochi di Gentlemen’s playground by M&C Saatchi e MINI.

Proprio come un bambino che deve crescere, il gentiluomo può muovere i suoi primi passi in un parco giochi (di design, è ovvio). È il Gentlemen’s playground di M&C Saatchi e MINI, installazione dove i visitatori possono lasciarsi andare al lato ironico della moda fra scivoli e altalene, e che fa da preludio agli stilisti emergenti che con la moda stanno imparando a giocare. Sorge infatti poco distante lo spazio di The Latest Fashion Buzz, ricettacolo di innovazione e quest’anno invaso dalla maglieria pop di Carlo Volpi, dai contrasti di volumi di Moto Guo, dalle stampe irriverenti di NA DI Studio.

Le felpe 10 X 10 An Italian Theory in collaborazione con Proraso
Le felpe 10 X 10 An Italian Theory in collaborazione con Proraso.

Con il dialogo fra vecchio e nuovo, fra infanzia ed età adulta, che fa da leitmotiv a questo Pitti, sarebbe impossibile non citare l’operazione che 10 X 10 An Italian Theory ha compiuto con Proraso. Il designer Alessandro Enriquez nutre da sempre una fascinazione per il boom economico dell’Italia anni ’50-’60, e la marca di prodotti da barba fiorentina ha fatto la storia proprio in quegli anni. È così che durante il party di lancio della collezione sembra di passare in mezzo alle versioni appena ventenni dei nostri nonni o genitori, vestiti con maglioni e t-shirt coloratissime su cui campeggiano gli slogan dei miracolosi prodotti beauty. Anche la location aiuta: è il Blues Barber Shop di via Cimabue a Firenze, vero e proprio negozio da barbiere d’altri tempi.

Se il vintage può diventare moderno, anche i grandi classici possono subire una rivisitazione senza perdere il loro fascino. È l’esperienza di Luxury Palace, raccolta di artigiani del lusso italiano che prende ispirazione dal salotto di una maison de charme tunisina di inizio novecento. Ogni oggetto va guardato da vicino o si rischia di perdere il dettaglio fondamentale. Le cravatte di Bram, ad esempio, sono tradizionali solo dal davanti: il retro nasconde inserti variopinti, fantasie con perle e catene, addirittura pizzo e ricami. Lo scopo è ricostruire l’immagine dell’eleganza statica con la vitalità e la voglia di essere unici, e le vicine essenze di Aqua Flor danno manforte in questa impresa: se il profumo deve rispecchiare il nostro essere, perché non crearlo su misura grazie all’aiuto del maitre profumiere della boutique fiorentina?

I profumi Aquaflor e le cravatte Bram.
I profumi Aquaflor e le cravatte Bram.

Dai luoghi del lusso ai non-luoghi di transito, Mason’s sembra quasi offrire un compendio finale sul caleidoscopio delle generazioni Pitti. Il suo défilé-spettacolo ricrea una vip lounge d’aeroporto dentro al Conventino del Four Seasons: sacro e profano che si incontrano, ma anche parata di umanità. Dai giapponesi intenti a farsi selfie con chiunque alla star inseguita dalle fan, dalla nobildonna d’antan col suo accompagnatore a giovani rockers e fanatici dello sport, tutti vestiti con l’eleganza che mai si prende troppo sul serio della maison di Forte dei Marmi.

Un viaggiatore elegante nella vip lounge di Mason's
Un viaggiatore elegante nella vip lounge di Mason’s (Photo: Ansa)

Pitti Uomo sarà anche concluso, ma il viaggio della moda attraverso il tempo e lo spazio non finisce mai.

Quale stagione sfila? Rivoluzione in vista per le settimane della moda

Smartphone in passerella alla New York Fashion Week (Photo: Albert Urso/Getty Images)
Smartphone in passerella alla New York Fashion Week (Photo: Albert Urso/Getty Images)

Ammettiamolo: febbraio si avvicina, con lui arriveranno le settimane della moda e alla domanda “quale stagione sfila?” un brivido di impreparazione corre lungo la schiena.

I veri feticisti del fashion avranno già storto il naso e risposto immediatamente “l’Autunno/Inverno 2016/2017, è ovvio”, ma il ben più ampio bacino dei non addetti ai lavori potrebbe non essere così competente.

Se i frequentatori abitudinari delle sfilate sanno bene che, nel caso delle collezioni donna, la stagioni presentate sono sfalsate di sei mesi rispetto a quelle reali (con la Primavera/Estate in passerella a settembre/ottobre e l’Autunno/Inverno, per l’appunto, a febbraio/marzo), il pubblico meno addentro alla materia è spesso perplesso per tale dissincronia.

È forse questo uno dei motivi che ha spinto il Council of Fashion Designers of America (CFDA) ad iniziare i lavori per far sì che presentazioni di collezione e stagioni reali coincidano. Una rilevante conseguenza sarebbe la quasi immediata messa in vendita dei capi visti in passerella.

La presidente del CFDA Diane von Furstenberg (Photo: Patrick Demarchelier)
La presidente del CFDA Diane von Furstenberg (Photo: Patrick Demarchelier)

La stilista Diane Von Furstenberg, presidente del CFDA, ha infatti incaricato lo studio di consulenza Boston Consulting Group di effettuare, proprio questa stagione, una ricerca sulla possibile influenza che un cambiamento nel calendario del prêt-à-porter potrebbe avere su mercato e pubblico. Questo partendo dal presupposto che, grazie alla realtà odierna di social media come Instagram, i vestiti sono in rete non appena le modelle mettono piede fuori dalle quinte, e i seguaci dei brand si domandano come mai possano acquistarli solo dopo sei mesi.

«Ci sono stilisti, commercianti, tutti a lamentarsi degli show. – Ha dichiarato la von Furstenberg. – A causa dei social media qualcosa non funziona più, le persone sono confuse.» La stilista ha poi aggiunto:«Abbiamo qualche idea. A tutti sembra che avere delle presentazioni orientate al consumatore sia un’ottima soluzione.»

Il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa (Photo: Crisalidepress)
Il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa (Photo: Crisalidepress)

A quanto pare, però, tutta questa concordanza non si è estesa oltre oceano. Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha dichiarato: «[…] agire in questi termini significherebbe sposare una visione principalmente marketing oriented. In secondo luogo, si ingenererebbe una perdita di appeal dei brand emergenti, impossibilitati ad aggredire il mercato in questo modo dall’assenza di un’adeguata struttura industriale alle spalle».

Di una struttura industriale c’è di sicuro bisogno: l’anticipo di sei mesi delle presentazioni di collezione è soprattutto dovuto alle tempistiche di produzione di abiti e accessori una volta selezionati da critici e (soprattutto) compratori. Se una delle opzioni prospettate dal CFDA andasse in porto, questo processo sarebbe mantenuto grazie a minimaliste anteprime in showroom ad uso esclusivo di stampa e buyers, mentre al grande pubblico sarebbe riservato, a stagione in corso, lo spettacolo dei runway shows. Con buona pace dei detrattori di Chanel e delle sue mastodontiche realizzazioni.

Tentativi di percorrere queste strade sono già in atto: dopo la chiacchieratissima sfilata di Givenchy aperta a 800 fortunati, Rebecca Minkoff ha deciso, per l’imminente settimana della moda di New York, di mandare in passerella la sua collezione primavera/estate di fronte ad un pubblico costituito in larga parte da consumatori. Diametralmente opposta è invece la scelta del londinese Thomas Tait, vincitore lo scorso anno del LVMH Young Fashion Designer Prize, il quale opterà per presentazioni su appuntamento con soli stampa e buyers.

Rebecca Minkoff e Thomas Tait: due nuovi modi di concepire la sfilata.
Rebecca Minkoff e Thomas Tait: due nuovi modi di concepire la sfilata.

Orientato al marketing o al consumatore che sia, è ormai innegabile che il mondo dei défilé stia attraversando un periodo di piena rivoluzione. L’ipotesi del CFDA potrebbe avvicinare ai ritmi dei social, ma anche nascondere lo spettro – se così lo si può definire – del fast fashion (con Zara ed H&M in testa), un’industria per il pubblico assetato di novità, ma che spesso confonde la velocità dell’ottenere gli abiti desiderati con la ricerca e la qualità degli stessi, principi che invece fondano il prêt-à-porter di lusso.

E che dire del senso della sfilata in sé? Da santuario del gotha della moda a puro evento-spettacolo, una sua mondanizzazione sarà abbastanza attraente dal punto di vista commerciale per abbattere i costi già ingenti? 

I prossimi mesi potrebbero fornire qualche risposta, o chissà, magari altri interrogativi. Resta il fatto che l’emozione del silenzio prima della passerella illuminata è difficile da dimenticare.

Atmosfera di attesa per lo show di Lanvin. (Photo: Getty)
Atmosfera di attesa creata da Etienne Russo per Lanvin. (Photo: Getty)

Moda e social network. I nove personaggi top (più uno) del 2015

Le ragazze più cliccate del web: da sinistra Martha Hunt, Kendall Jenner, Serena Williams, Taylor Swift, Karlie Kloss, Gigi Hadid e Cara Delevingne. (Credits Getty Images)
Le ragazze più cliccate del web: da sinistra Martha Hunt, Kendall Jenner, Serena Williams, Taylor Swift, Karlie Kloss, Gigi Hadid e Cara Delevingne. (Credits Getty Images)

It’s the most wonderful time of the year, cantava Andy Williams. Tempo di luci, regali e liste di buoni propositi. Ma anche tempo di sbirciate allo smartphone durante infiniti pranzi coi parenti, di sospiri di sollievo quando si trova l’argomento di conversazione per intrattenere i colleghi alle feste di auguri e di ricerca convulsa di idee per l’outfit di Capodanno.

Chi ci viene incontro in questi momenti di difficoltà? Ma i web influencer, i personaggi più seguiti della rete, che si contendono “mi piace” a suon di selfie e hashtag.

E se il 2015 ha visto trionfare su Instagram la cantante Taylor Swift e la star dei reality Kim Kardashian, quest’anno anche il mondo della moda ha preso d’assalto i social network.

Ecco i 9 personaggi (e un bonus a sorpresa) che ogni appassionato di stile e nuove tendenze ha seguito negli scorsi dodici mesi.

Anna dello Russo (@anna_dello_russo), Lucky Blue Smith (@luckybsmith) e Gigi Hadid (@gighadid)
Anna dello Russo (@anna_dello_russo), Lucky Blue Smith (@luckybsmith) e Gigi Hadid (@gighadid)

OVER THE TOP: ANNA DELLO RUSSO

Più che una donna, un manifesto di stravaganza all’ultimo grido. Dallo yoga delle 6 di mattina alle roboanti feste in compagnia della sua “crew”, l’editor at large di Vogue Japan condivide ogni scatto con il suo milione di seguaci. Se vi è capitato di seguire una sfilata e pensare “Ma chi si metterebbe mai quelle cose in pubblico?”, la risposta è: Anna dello Russo.

NEW FACE: LUCKY BLUE SMITH

No, quelle foto non sono ritoccate. Ok, magari i capelli biondo platino non sono esattamente di un colore naturale, ma gli occhi di ghiaccio ed il viso sagomato sono proprio i suoi. 17 anni, originario della California, Lucky Blue (questo il nome reale!) è appena arrivato e già sfila per i grandi, da Versace a Philip Plein. Se è stato definito“la versione maschile di Cara Delevigne” un motivo ci sarà.

CHIACCHIERATA: GIGI HADID

Se essere grasse vuol dire essere come Gigi Hadid, allora diteci dove dobbiamo firmare e lo faremo. La modella californiana di origini metà palestinesi metà olandesi è stata quest’anno nell’occhio del ciclone per non avere le forme anoressizzanti che tanto spesso si vedono in passerella. Ma niente paura: non solo Gigi non si è fatta intimidire, ma ha debuttato con il suo fisico sano nello show evento di Victoria Secret dello scorso novembre. Certo che con le coccole di super amiche con Cara, Kendall e Joan Smalls tutto deve sembrare più facile…

Cara Delevingne (@caradelevingne), Kendal Jenner (@kendalljenner), Donatella Versace (@donatella_versace)
Cara Delevingne (@caradelevingne), Kendal Jenner (@kendalljenner), Donatella Versace (@donatella_versace)

INARRESTABILE: CARA DELEVINGNE

L’addio alle passerelle a 23 anni. La collezione per Mango con Kate Moss, con orde di fan milanesi ad aspettarla sotto la pioggia gelida. La storia con la dj St. Vincent e la lotta per i diritti Lgbtq. I selfie con Karl (Lagerferld). I film in arrivo, da Pan a Suicide Squad. Ma soprattutto, le mille facce irriverenti e le statement shirt con frasi provocatorie. Il fenomeno Cara, icona inglese seguita da più di 23 milioni di persone, non sembra intenzionato a fermarsi. Sarà tutto merito delle sopracciglia?

RICHIESTISSIMA: KENDALL JENNER

Viene dalla famiglia col più alto tasso di selfie d’America (per chi non lo sapesse, è una delle sorellastre di Kim Kardashian). Non a caso, sua è la foto con il più alto numero di likes nella storia di Instagram. Nel 2015 la 20enne Kendall ha calcato le passerelle più in vista del mondo, da Chanel a Givenchy. Ma a tenerci incollati allo smartphone sono i suoi scatti dietro le quinte insieme alle colleghe stellari, dove sembrano quasi ragazze acqua e sapone. Quasi.

EVERGREEN: DONATELLA VERSACE

È appena arrivata su Instagram, ma ha già più di 700mila followers. Nonché un cagnolino che fa invidia ai carlini di Valentino. Donatella Versace non si fa problemi a mostrare i dietro le quinte degli shooting di campagna o i suoi momenti di lavoro in volo sul jet privato. Ma noi stiamo ancora aspettando qualche chicca succulenta: a quando un retroscena degli abiti di Lady Gaga?

Alexa Chung (@chungalexa), Naomi Campbell (@iamnaomicampbell), Chiara Ferragni (@chiaraferragni)
Alexa Chung (@chungalexa), Naomi Campbell (@iamnaomicampbell), Chiara Ferragni (@chiaraferragni)

STILOSA: ALEXA CHUNG 

It girl ormai consacrata, la blogger britannica ha da poco creato l’app Villoid, con la quale assemblare outfit direttamente acquistabili nell’e-shop. Ma i veri protagonisti quando si parla di Alexa sono i capelli: corti o lunghi, dal taglio bob o con la frangia, ogni salone da parrucchiere che si rispetti ha appesa al muro un’istantanea della sua ultima acconciatura.

PANTERA: NAOMI CAMPBELL 

45 anni e nessuna intenzione di fermarsi. Una parte nella serie TV americana Empire, una collezione creata da lei stessa per Yamamay, e ora l’ingresso nel mondo di Instagram. Certo, di foto struccata o in pose non studiate manco l’ombra, ma la Venere Nera non è sicuramente famosa per il prendersi poco sul serio.

NOSTRANA: CHIARA FERRAGNI 

Ormai fanno più notizia i suoi cambi di casa in giro per gli States (ora si vocifera di un passaggio da LA a Malibu) dei suoi outfit, ma di sicuro il ciclone The Blond Salad non si è ancora placato. E se oltre 5 milioni di persone in tutto il mondo si fanno ispirare dal suo stile, a divertire quest’anno sono stati i suoi video di Snapchat, al ritmo del tormentone con cui saluta sempre i fan: “Hi guys!!

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I super modelli Derek Zoolander e Hansel prima di calcare la passerella di Valentino.

BONUS: DEREK ZOOLANDER

Quando lo scorso giugno le luci si sono abbassate alla fine della sfilata di Valentino, tutti si aspettavano il solito finale. E invece no. Passo dinoccolato, trench blu e in faccia lei: la Magnum. Derek Zoolander, il modello “bello bello in modo assurdo” interpretato da Ben Stiller nell’omonimo film del 2001, ha annunciato il suo ritorno sul grande schermo con un défilé a sorpresa. Con lui il compagno Hansel (il sempre biondissimo Owen Wilson) e un arsenale di nuove espressioni fashion, dalla già citata Magnum alla leggendaria Blue Steel. Poteva mancargli un profilo Instagram? Assolutamente no, e nel trailer del film diretto dallo stesso Stiller lo vediamo addirittura alle prese con un bastone da selfie. Non ci resta che aspettare febbraio 2016 per scoprire se abbia davvero imparato a girare a sinistra.

[All photos are taken from Instagram.]

https://www.youtube.com/watch?v=iarT6x6dHxk

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